La recente pandemia di Coronavirus che ha interessato i territori di tutto il mondo e le conseguenti misure restrittive italiane hanno stimolato un’ampia riflessione interdisciplinare anche sul tema dell’abitare. All’interno del frame emergenziale che ha caratterizzato il post-disastro dell’Appennino centrale del 2016-2017, questo contributo analizza il rapporto tra il prolungato confinamento domiciliare e le pratiche abitative in due aree abitative temporanee della provincia di Macerata, destinate a coloro i quali hanno perso la casa durante il sisma. A partire dall’analisi della diversa configurazione abitativa pre-sisma dei due casi studio, l’utilizzo di metodi qualitativi, in particolare etnografici, permette di evidenziare alcuni importanti aspetti: da un lato i pro- cessi di vulnerabilità legati all’abitare post-sisma – già caratterizzato da emergenzialità e temporaneità – nel corso del periodo di confinamento domiciliare; dall’altro l’emergere di nuove e inedite configurazioni sociali e abitative, che richiamano processi resilienti già attivati a seguito del disastro. La riflessione si inserisce nel più ampio dibattito sulla rifunzionalizzazione delle aree interne che, tornato d’attualità durante il lockdown, ha posto l’enfasi su questioni legate a criticità e opportunità dell’abitare in questi territori.
Abitare l’emergenza. Il lockdown nelle zone dell’Appennino centrale colpite dal sisma del 2016-2017
claudia della valle;
2020
Abstract
La recente pandemia di Coronavirus che ha interessato i territori di tutto il mondo e le conseguenti misure restrittive italiane hanno stimolato un’ampia riflessione interdisciplinare anche sul tema dell’abitare. All’interno del frame emergenziale che ha caratterizzato il post-disastro dell’Appennino centrale del 2016-2017, questo contributo analizza il rapporto tra il prolungato confinamento domiciliare e le pratiche abitative in due aree abitative temporanee della provincia di Macerata, destinate a coloro i quali hanno perso la casa durante il sisma. A partire dall’analisi della diversa configurazione abitativa pre-sisma dei due casi studio, l’utilizzo di metodi qualitativi, in particolare etnografici, permette di evidenziare alcuni importanti aspetti: da un lato i pro- cessi di vulnerabilità legati all’abitare post-sisma – già caratterizzato da emergenzialità e temporaneità – nel corso del periodo di confinamento domiciliare; dall’altro l’emergere di nuove e inedite configurazioni sociali e abitative, che richiamano processi resilienti già attivati a seguito del disastro. La riflessione si inserisce nel più ampio dibattito sulla rifunzionalizzazione delle aree interne che, tornato d’attualità durante il lockdown, ha posto l’enfasi su questioni legate a criticità e opportunità dell’abitare in questi territori.File | Dimensione | Formato | |
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