Il saggio indaga la persistenza delle forme legate alla musica tonale nella poesia del Novecento tramite la ricerca di due strutture di base: la più marcata possibile, ossia la quartina melica di versi medio-brevi, con ritmo monotono e rime tronche, e la più generica possibile, ossia la tendenza terminare con un’uscita tronca la strofa o l’intero testo. Per entrambe, vengono ricostruiti i registri e i contesti in cui tale sopravvivenza fu possibile: per la prima tipologia vengono esaminati i versi maltusiani, le riprese ironiche e nostalgiche e la poesia dialettale di alcune regioni; per la seconda, viene anche verificata la frequenza nel corpus di alcuni autori, al fine di mostrare l’uso deliberato e marcato di tale stilema in alcuni ambiti della lirica italiana novecentesca.
Che cosa resta dei metri per musica nella poesia italiana del Novecento
Luca Zuliani
2020
Abstract
Il saggio indaga la persistenza delle forme legate alla musica tonale nella poesia del Novecento tramite la ricerca di due strutture di base: la più marcata possibile, ossia la quartina melica di versi medio-brevi, con ritmo monotono e rime tronche, e la più generica possibile, ossia la tendenza terminare con un’uscita tronca la strofa o l’intero testo. Per entrambe, vengono ricostruiti i registri e i contesti in cui tale sopravvivenza fu possibile: per la prima tipologia vengono esaminati i versi maltusiani, le riprese ironiche e nostalgiche e la poesia dialettale di alcune regioni; per la seconda, viene anche verificata la frequenza nel corpus di alcuni autori, al fine di mostrare l’uso deliberato e marcato di tale stilema in alcuni ambiti della lirica italiana novecentesca.File | Dimensione | Formato | |
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