Il paesaggio sonoro: una premessa letteraria “I rumori della città notturna, si fanno udire quando a una certa ora l’anonimo frastuono dei motori dirada e tace, e dal silenzio vengon fuori discreti, nitidi, gradua- ti secondo la distanza, un passo di un nottambulo, il fruscìo della bici d’una guardia notturna, uno smorzato lontano schiamazzo, ed un russare dai piani di sopra, il gemito d’un malato, un vecchio pendolo che continua a battere le ore. Finché comincia all’alba l’orchestra delle sveglie nelle case operaie, e sulle rotaie passa un tram”. Così Italo Calvino, nel suo celeberrimo Marcovaldo, studia il fenomeno del paesaggio sonoro, sviscerando l’intricata polifonia di luoghi che, in una sorta di parti- tura narrativa, orientano l’estro immaginativo e creati- vo dello scrittore e del lettore. Luoghi che si ammanta- no di echi suggestivi, che sembrano peraltro irradiare altre sfere sensoriali, a testimonianza del potere evoca- tivo del suono, dell’ascolto e del suo scrigno semantico. Calvino ci aiuta ad introdurre il tema del paesaggio so- noro, o soundscape, che Schafer definisce la “totalità dei suoni che ci circondano, tutto ciò che la nostra per- cezione auditiva è in grado di cogliere: una composi- zione musicale, un programma radiofonico, i suoni/ru- mori dell’ambiente in cui quotidianamente viviamo” (1985, p. 19), e che costituisce il vasto campo esperien- ziale elettivamente deputato all’esercizio dell’ascolto attivo.

I suoni dei luoghi per la cura del paesaggio

Lorena Rocca
2020

Abstract

Il paesaggio sonoro: una premessa letteraria “I rumori della città notturna, si fanno udire quando a una certa ora l’anonimo frastuono dei motori dirada e tace, e dal silenzio vengon fuori discreti, nitidi, gradua- ti secondo la distanza, un passo di un nottambulo, il fruscìo della bici d’una guardia notturna, uno smorzato lontano schiamazzo, ed un russare dai piani di sopra, il gemito d’un malato, un vecchio pendolo che continua a battere le ore. Finché comincia all’alba l’orchestra delle sveglie nelle case operaie, e sulle rotaie passa un tram”. Così Italo Calvino, nel suo celeberrimo Marcovaldo, studia il fenomeno del paesaggio sonoro, sviscerando l’intricata polifonia di luoghi che, in una sorta di parti- tura narrativa, orientano l’estro immaginativo e creati- vo dello scrittore e del lettore. Luoghi che si ammanta- no di echi suggestivi, che sembrano peraltro irradiare altre sfere sensoriali, a testimonianza del potere evoca- tivo del suono, dell’ascolto e del suo scrigno semantico. Calvino ci aiuta ad introdurre il tema del paesaggio so- noro, o soundscape, che Schafer definisce la “totalità dei suoni che ci circondano, tutto ciò che la nostra per- cezione auditiva è in grado di cogliere: una composi- zione musicale, un programma radiofonico, i suoni/ru- mori dell’ambiente in cui quotidianamente viviamo” (1985, p. 19), e che costituisce il vasto campo esperien- ziale elettivamente deputato all’esercizio dell’ascolto attivo.
2020
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