Il saggio analizza la sociologia dello straniero in R. Michels, a partire dalle riflessioni michelsiane sulla manodopera straniera contenute soprattutto in Wirtschaft und Rasse (1914), L’imperialismo italiano (1914), Lavoro e razza (1925), Materialien zu einer Soziologie des Fremden (1925). In primo luogo, viene ricostruito il contesto di ricerca più ampio condotto dall’autore del saggio sul tema del confronto delle scienze sociali internazionali tra XIX e XX secolo con i problemi della schiavitù e del lavoro forzato lavoro e del rapporto tra elaborazione – spesso aporetica - delle categorie e le espressioni di soggettività dei lavoratori/trici schiavi ed ex schiavi e forzati. In questo alveo di ricerca e la sua relativa metodologia si situa l’analisi delle opere michelsiane, di cui vengono ricostruiti i contesti di elaborazione e di pubblicazione, nonché gli slittamenti interni alla trattazione della tematica del lavoro straniero in esse, in particolare concentrandosi sui casi del lavoro degli emigranti italiani, degli schiavi di origine africana e dei migranti cinesi. La trattazione michelsiana del lavoro straniero e soprattutto delle sue tre figure menzionate è posta a confronto con gli autori citati da Michels, a tale proposito, nelle opere prese in esame. Questi autori rappresentano impostazioni teoriche molto variegate, che spaziano dal determinismo geografico, al positivismo di matrice biologica, a diverse correnti socialiste, fino al panafricanismo. In terzo luogo, vengono suggerite alcune chiavi di lettura dei testi michelsiani analizzati, in quanto essi rispondono a fenomeni e processi sociali e culturali più ampi, quali la crisi e rinnovamento del socialismo di fronte a processi di inserimento del lavoro in mercati e contesti non nazionali oppure coloniali, la critica e riformulazione di presupposti biologici o geografico-climatici nelle scienze sociali del tempo, lo sviluppo dell’antischiavismo europeo di matrice cristiana, liberale, comtiana o socialista, e, soprattutto, l’emersione politica, cultura e organizzativa legata al panafricanismo e ai fermenti anticoloniali e socialisti del periodo tra i cosiddetti popoli di colore.
La manodopera straniera nell'opera di R. Michels: tra imperialismo e anticolonialismo
Zanin Valter
2020
Abstract
Il saggio analizza la sociologia dello straniero in R. Michels, a partire dalle riflessioni michelsiane sulla manodopera straniera contenute soprattutto in Wirtschaft und Rasse (1914), L’imperialismo italiano (1914), Lavoro e razza (1925), Materialien zu einer Soziologie des Fremden (1925). In primo luogo, viene ricostruito il contesto di ricerca più ampio condotto dall’autore del saggio sul tema del confronto delle scienze sociali internazionali tra XIX e XX secolo con i problemi della schiavitù e del lavoro forzato lavoro e del rapporto tra elaborazione – spesso aporetica - delle categorie e le espressioni di soggettività dei lavoratori/trici schiavi ed ex schiavi e forzati. In questo alveo di ricerca e la sua relativa metodologia si situa l’analisi delle opere michelsiane, di cui vengono ricostruiti i contesti di elaborazione e di pubblicazione, nonché gli slittamenti interni alla trattazione della tematica del lavoro straniero in esse, in particolare concentrandosi sui casi del lavoro degli emigranti italiani, degli schiavi di origine africana e dei migranti cinesi. La trattazione michelsiana del lavoro straniero e soprattutto delle sue tre figure menzionate è posta a confronto con gli autori citati da Michels, a tale proposito, nelle opere prese in esame. Questi autori rappresentano impostazioni teoriche molto variegate, che spaziano dal determinismo geografico, al positivismo di matrice biologica, a diverse correnti socialiste, fino al panafricanismo. In terzo luogo, vengono suggerite alcune chiavi di lettura dei testi michelsiani analizzati, in quanto essi rispondono a fenomeni e processi sociali e culturali più ampi, quali la crisi e rinnovamento del socialismo di fronte a processi di inserimento del lavoro in mercati e contesti non nazionali oppure coloniali, la critica e riformulazione di presupposti biologici o geografico-climatici nelle scienze sociali del tempo, lo sviluppo dell’antischiavismo europeo di matrice cristiana, liberale, comtiana o socialista, e, soprattutto, l’emersione politica, cultura e organizzativa legata al panafricanismo e ai fermenti anticoloniali e socialisti del periodo tra i cosiddetti popoli di colore.| File | Dimensione | Formato | |
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