Il profilo inconfondibile della basilica palladiana di San Giorgio Maggiore, incastonata come un «zogelo» (Boschini 1660) ai margini del Bacino di San Marco, fin dalla sua fondazione ha ispirato artisti e scrittori, che con le loro opere hanno contribuito a trasformarla in uno dei soggetti più rappresentativi di Venezia: dalle vedute di Canaletto e Guardi, alle visioni romantiche di Turner; dalle suggestive descrizioni di Marco Boschini declinate in dialetto veneziano, alle impressioni notturne registrate da Hermann Hesse. Sono molti, inoltre, gli studiosi che a vario livello se ne sono occupati, attraverso singoli contributi sui problemi storico-artistici legati alle opere d’arte ivi custodite o monografie. Mancava tuttavia uno strumento come questo, una sorta di vademecum che vorrebbe accompagnare il visitatore – con parole semplici ma fondate – alla scoperta delle principali opere conservate nella chiesa, fornendo chiarimenti sulla genesi, l’iconografia e il contesto storico-artistico in cui sono nate, senza mai perdere di vista il profondo legame con la comunità dei benedettini neri, che da secoli occupa questi spazi. La guida suggerisce un percorso ideale che dalla controfacciata conduce fino al transetto, per poi soffermarsi nell’area del presbiterio, del coro e infine in alcuni degli ambienti più riservati del complesso monastico, quali la Cappella dei Morti e la Sala del Conclave. D’altro canto la scelta di suddividere gli argomenti in schede monografiche permette al visitatore di costruire un itinerario personalizzato, da effettuare tramite i numeri sulla pianta della Basilica riprodotta in apertura. Le suggestioni visive offerte dalla campagna fotografica realizzata per l’occasione da Mauro Magliani, hanno permesso infine l’ambizione di sollecitare sguardi inediti su un patrimonio di immagini e di storie straordinario per la civiltà veneziana, riservando di volta in volta sorprese e rivelazioni.
Abbazia di San Giorgio Maggiore. Guida alla Basilica
Marsel Giuseppe Grosso
2019
Abstract
Il profilo inconfondibile della basilica palladiana di San Giorgio Maggiore, incastonata come un «zogelo» (Boschini 1660) ai margini del Bacino di San Marco, fin dalla sua fondazione ha ispirato artisti e scrittori, che con le loro opere hanno contribuito a trasformarla in uno dei soggetti più rappresentativi di Venezia: dalle vedute di Canaletto e Guardi, alle visioni romantiche di Turner; dalle suggestive descrizioni di Marco Boschini declinate in dialetto veneziano, alle impressioni notturne registrate da Hermann Hesse. Sono molti, inoltre, gli studiosi che a vario livello se ne sono occupati, attraverso singoli contributi sui problemi storico-artistici legati alle opere d’arte ivi custodite o monografie. Mancava tuttavia uno strumento come questo, una sorta di vademecum che vorrebbe accompagnare il visitatore – con parole semplici ma fondate – alla scoperta delle principali opere conservate nella chiesa, fornendo chiarimenti sulla genesi, l’iconografia e il contesto storico-artistico in cui sono nate, senza mai perdere di vista il profondo legame con la comunità dei benedettini neri, che da secoli occupa questi spazi. La guida suggerisce un percorso ideale che dalla controfacciata conduce fino al transetto, per poi soffermarsi nell’area del presbiterio, del coro e infine in alcuni degli ambienti più riservati del complesso monastico, quali la Cappella dei Morti e la Sala del Conclave. D’altro canto la scelta di suddividere gli argomenti in schede monografiche permette al visitatore di costruire un itinerario personalizzato, da effettuare tramite i numeri sulla pianta della Basilica riprodotta in apertura. Le suggestioni visive offerte dalla campagna fotografica realizzata per l’occasione da Mauro Magliani, hanno permesso infine l’ambizione di sollecitare sguardi inediti su un patrimonio di immagini e di storie straordinario per la civiltà veneziana, riservando di volta in volta sorprese e rivelazioni.Pubblicazioni consigliate
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