A Hierapolis di Frigia sono numerose le strutture indagate al fine della valutazione di sicurezza in rapporto alla creazione di un parco archeo-sismologico dove possano essere fruite in sicurezza le grandi rovine che caratterizzano la zona. Alcuni edifici, come le Terme-chiesa si caratterizzano per essere realizzati in grandi blocchi di travertino, spesso a secco, e mostrano evidenti i segni tanto dei terremoti quanto degli interventi di restauro del passato. Le indagini e le simulazioni numeriche hanno interessato, oltre alle Terme-chiesa, anche le strutture residue del Martyrion di S. Filippo, alcune tombe monumentali e le imponenti latrine pubbliche della città. Le indagini consistono nel rilievo geometrico completo con l’individuazione dello stato di danno e di degrado e delle fasi costruttive antiche, la caratterizzazione sismica del suolo e la qualificazione dei grandi blocchi che compongono le strutture. Sulle strutture in elevazione sono state realizzate, ove possibile: prove soniche ed endoscopiche supportate da un esteso laser scanner che ha consentito il rilievo esatto della posizione dei blocchi. Le maggiori vulnerabilità rispetto all’attivazione di meccanismi di primo modo sono state riscontrate nelle latrine, dove sono numerosi i blocchi snelli completamente isolati da altre strutture, e nelle tombe, dove pure la maggior cura degli ammorsamenti murari testimonia una maggiore attenzione al problema sismico. Nelle terme-chiesa si riscontra la presenza sia di danni evidentemente originati dai sismi storici (strapiombi di murature, deformazioni di archi, scorrimento dei blocchi) sia di interventi di restauro volti ad aumentare la sezione dei contrafforti e a diminuire la luce delle volte allora esistenti. Le strutture sopravvissute sono state analizzate in maniera completa, ricorrendo alla modellazione al continuo (FEM), agli elementi discreti (DEM) e alle condizioni di equilibrio limite, evidenziando la vulnerabilità delle stesse e la suscettibilità ad una evoluzione del danno in rapporto a prevedibili futuri terremoti.

Valutazioni di vulnerabilità sismica di strutture a grandi blocchi. Il caso di Hierapolis di Frigia

Valluzzi M. R.
;
Salvalaggio M.;Lorenzoni F.;Sbrogiò L.
2019

Abstract

A Hierapolis di Frigia sono numerose le strutture indagate al fine della valutazione di sicurezza in rapporto alla creazione di un parco archeo-sismologico dove possano essere fruite in sicurezza le grandi rovine che caratterizzano la zona. Alcuni edifici, come le Terme-chiesa si caratterizzano per essere realizzati in grandi blocchi di travertino, spesso a secco, e mostrano evidenti i segni tanto dei terremoti quanto degli interventi di restauro del passato. Le indagini e le simulazioni numeriche hanno interessato, oltre alle Terme-chiesa, anche le strutture residue del Martyrion di S. Filippo, alcune tombe monumentali e le imponenti latrine pubbliche della città. Le indagini consistono nel rilievo geometrico completo con l’individuazione dello stato di danno e di degrado e delle fasi costruttive antiche, la caratterizzazione sismica del suolo e la qualificazione dei grandi blocchi che compongono le strutture. Sulle strutture in elevazione sono state realizzate, ove possibile: prove soniche ed endoscopiche supportate da un esteso laser scanner che ha consentito il rilievo esatto della posizione dei blocchi. Le maggiori vulnerabilità rispetto all’attivazione di meccanismi di primo modo sono state riscontrate nelle latrine, dove sono numerosi i blocchi snelli completamente isolati da altre strutture, e nelle tombe, dove pure la maggior cura degli ammorsamenti murari testimonia una maggiore attenzione al problema sismico. Nelle terme-chiesa si riscontra la presenza sia di danni evidentemente originati dai sismi storici (strapiombi di murature, deformazioni di archi, scorrimento dei blocchi) sia di interventi di restauro volti ad aumentare la sezione dei contrafforti e a diminuire la luce delle volte allora esistenti. Le strutture sopravvissute sono state analizzate in maniera completa, ricorrendo alla modellazione al continuo (FEM), agli elementi discreti (DEM) e alle condizioni di equilibrio limite, evidenziando la vulnerabilità delle stesse e la suscettibilità ad una evoluzione del danno in rapporto a prevedibili futuri terremoti.
2019
RECAP: Reconstruire après un tremblement de terre. Expériences antiques et innovations à Pompéi
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