Il contributo indaga attraverso fonti inedite la relazione tra il ‘Molière italiano’ (Carlo Goldoni) e il ‘Molière napoletano’ (Francesco Cerlone), decostruendo i termini distorsivi con cui essa è stata plasmata da una secolare tradizione critica, ancora in auge ai giorni nostri. Si evidenzia inoltre come, nella sua fucina drammaturgica, l’autore napoletano accoglie ecumenicamente quelli che erano stati a Venezia i sedicenti nemici per la pelle: accanto a Goldoni, Chiari e Carlo Gozzi. È infatti della civiltà teatrale della Serenissima nel suo insieme che Cerlone, star indiscussa della scena napoletana nel secondo Settecento, fu osservatore attento, solerte emulatore. Nell’Appendice si offre infine una ricognizione di tutte le edizioni del teatro di Cerlone che si susseguirono tra fine Settecento e primo Ottocento, fornendo in particolare una descrizione dettagliata della princeps, i cui corredi paratestuali costituiscono fonte primaria non solo per l’autore, ma più in generale per tutto il teatro di prosa della Napoli di secondo Settecento.

Da Venezia a Napoli, da Goldoni a Cerlone

Scannapieco Anna
2020

Abstract

Il contributo indaga attraverso fonti inedite la relazione tra il ‘Molière italiano’ (Carlo Goldoni) e il ‘Molière napoletano’ (Francesco Cerlone), decostruendo i termini distorsivi con cui essa è stata plasmata da una secolare tradizione critica, ancora in auge ai giorni nostri. Si evidenzia inoltre come, nella sua fucina drammaturgica, l’autore napoletano accoglie ecumenicamente quelli che erano stati a Venezia i sedicenti nemici per la pelle: accanto a Goldoni, Chiari e Carlo Gozzi. È infatti della civiltà teatrale della Serenissima nel suo insieme che Cerlone, star indiscussa della scena napoletana nel secondo Settecento, fu osservatore attento, solerte emulatore. Nell’Appendice si offre infine una ricognizione di tutte le edizioni del teatro di Cerlone che si susseguirono tra fine Settecento e primo Ottocento, fornendo in particolare una descrizione dettagliata della princeps, i cui corredi paratestuali costituiscono fonte primaria non solo per l’autore, ma più in generale per tutto il teatro di prosa della Napoli di secondo Settecento.
2020
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