L'articolo esamina la Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, pubblicata da papa Bergoglio nel marzo 2018, a cinque anni dall’elezione al soglio pontificio, e dedicata, come è detto esplicitamente nel sottotitolo, alla «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Il documento presenta alcune rilevanti novità in ordine alla concezione della santità cristiana, novità che, al di là della loro specifica valenza e teologica, potrebbero in prospettiva avere un forte impatto sulla teoria e la prassi futura delle canonizzazioni cattoliche. Il primo elemento di novità, già evidenziato da numerosi commentatori, è il fatto che papa Francesco sostiene fin dalle prime battute dell’esortazione che la santità è una realtà aperta a tutti, e anzi sottolinea la sua preferenza per quella che potremmo chiamare la santità quotidiana, che si realizza cioè nel vivere di ogni giorno. Il secondo aspetto da sottolineare è riferito al concetto della vita cristiana come "missione": per il pontefice la santità consisterebbe non in una serie di azioni/comportamenti più o meno virtuosi, ma nella risposta ad una precisa chiamata divina, del tutto originale e personale, per ciascun "santo". Terzo aspetto di notevole originalità della GE, quello potenzialmente più dirompente, è relativo al fatto che il papa vi presenta la santità non come una realtà strettamente individuale, ma come una realtà di popolo, il che in prospettiva potrebbe condurre all’elaborazione di nuovi specifici criteri e caratteri della santità tipologicamente differenziati per aree geografiche e in relazione a dimensioni culturali differenti.

La santità secondo papa Francesco: verso un nuovo paradigma agiologico cattolico?

Giovannucci
2020

Abstract

L'articolo esamina la Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, pubblicata da papa Bergoglio nel marzo 2018, a cinque anni dall’elezione al soglio pontificio, e dedicata, come è detto esplicitamente nel sottotitolo, alla «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Il documento presenta alcune rilevanti novità in ordine alla concezione della santità cristiana, novità che, al di là della loro specifica valenza e teologica, potrebbero in prospettiva avere un forte impatto sulla teoria e la prassi futura delle canonizzazioni cattoliche. Il primo elemento di novità, già evidenziato da numerosi commentatori, è il fatto che papa Francesco sostiene fin dalle prime battute dell’esortazione che la santità è una realtà aperta a tutti, e anzi sottolinea la sua preferenza per quella che potremmo chiamare la santità quotidiana, che si realizza cioè nel vivere di ogni giorno. Il secondo aspetto da sottolineare è riferito al concetto della vita cristiana come "missione": per il pontefice la santità consisterebbe non in una serie di azioni/comportamenti più o meno virtuosi, ma nella risposta ad una precisa chiamata divina, del tutto originale e personale, per ciascun "santo". Terzo aspetto di notevole originalità della GE, quello potenzialmente più dirompente, è relativo al fatto che il papa vi presenta la santità non come una realtà strettamente individuale, ma come una realtà di popolo, il che in prospettiva potrebbe condurre all’elaborazione di nuovi specifici criteri e caratteri della santità tipologicamente differenziati per aree geografiche e in relazione a dimensioni culturali differenti.
2020
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