Chi si occupa di marginalità territoriale, di aree fragili, sia in termini di ricerca che di costruzione di policy, ha spesso riservato molta attenzione alla presenza o meno di risorse umane, cognitive e materiali in queste aree, mettendo in secondo piano la dimensione dello scambio di beni e servizi. La natura dello scambio però non è neutra: modi diversi di organizzare la relazione tra produttori e consumatori implicano diverse chance di emancipazione delle aree fragili. Non basta infatti avere ottime risorse e facoltà in loco se queste sono sconosciute, svendute o delegittimate. Alla base della loro capacità di produrre sviluppo integrale serve un’opera di riconoscimento esterno, su una scala più ampia, con territori anche lontani.

Scambi anomali. Introduzione

Giovanni Carrosio;Giorgio Osti
2018

Abstract

Chi si occupa di marginalità territoriale, di aree fragili, sia in termini di ricerca che di costruzione di policy, ha spesso riservato molta attenzione alla presenza o meno di risorse umane, cognitive e materiali in queste aree, mettendo in secondo piano la dimensione dello scambio di beni e servizi. La natura dello scambio però non è neutra: modi diversi di organizzare la relazione tra produttori e consumatori implicano diverse chance di emancipazione delle aree fragili. Non basta infatti avere ottime risorse e facoltà in loco se queste sono sconosciute, svendute o delegittimate. Alla base della loro capacità di produrre sviluppo integrale serve un’opera di riconoscimento esterno, su una scala più ampia, con territori anche lontani.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3350747
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