La tratta di persone non è certo un fenomeno recente, e costituisce ancora oggi una piaga estremamente diffusa e una grave violazione dei diritti umani. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) non mancano di menzionare la lotta al traffico di persone tra le priorità a cui l’intera comunità internazionale dovrebbe porre attenzione. Ne parla infatti l’obiettivo 5: nel quadro delle azioni per promuovere l’eguaglianza di genere, l’obiettivo 5.2 specifica che si deve eliminare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze nelle sfere pubbliche e private, incluso il traffico a fini di sfruttamento sessuale e di altro tipo; l’obiettivo 16.2. aggiunge uno specifico riferimento ai minori d’età: eliminare l’abuso, lo sfruttamento, il traffico e tutte le forme di violenza e tortura ai danni dei bambini. L’Europa, nel corso degli ultimi anni, è stata teatro privilegiato del fenomeno, che ha assunto connotazioni di volta in volta diverse e sempre più complesse, modificandosi sotto vari profili: quello della composizione delle vittime, soprattutto dal punto di vista delle nazionalità, delle modalità di arrivo, delle forme di reclutamento e di sfruttamento e degli ambiti in cui le vittime vengono impiegate. Alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale, la più nota ma non necessariamente la forma più grave o più violenta, anch’essa oggetto nel corso degli anni di continue trasformazioni sotto il profilo delle rotte, della struttura delle organizzazioni criminali e delle modalità di coercizione esercitate sulle vittime, si sono sovrapposti altri contesti di sfruttamento. In particolare, la tratta verso l’Italia e l’Europa avviene allo scopo di sfruttare le vittime nel settore agricolo o dei servizi, o in alcuni ambiti del manifatturiero (industria tessile, in particolare); oppure se ne prevede lo sfruttamento nelle attività criminali, nell’accattonaggio, nonché per l’espianto di organi o per le adozioni illegali internazionali (ambiti questi ancora relativamente poco esplorati). L’Italia, Paese di destinazione ma anche di transito sulle rotte individuate dalle organizzazioni criminali dedite alla tratta, è fortemente interessata da tali dinamiche, non solo in ragione della sua posizione geografica, ma anche in virtù di una forte domanda di lavoro a basso costo proveniente da vari settori dell’economia e, più in generale, per l’esistenza di nicchie di territorio sotto il controllo della criminalità organizzata, dove le attività illecite non sempre risultano essere contrastate efficacemente e in cui le mafie locali realizzano sodalizi criminali con gruppi di etnie diverse coinvolti nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani.

In-depth Analysis. The Italian System to Protect Trafficked Persons and the National Action Plan against Trafficking 2016-2018

paola degani
2019

Abstract

La tratta di persone non è certo un fenomeno recente, e costituisce ancora oggi una piaga estremamente diffusa e una grave violazione dei diritti umani. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) non mancano di menzionare la lotta al traffico di persone tra le priorità a cui l’intera comunità internazionale dovrebbe porre attenzione. Ne parla infatti l’obiettivo 5: nel quadro delle azioni per promuovere l’eguaglianza di genere, l’obiettivo 5.2 specifica che si deve eliminare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze nelle sfere pubbliche e private, incluso il traffico a fini di sfruttamento sessuale e di altro tipo; l’obiettivo 16.2. aggiunge uno specifico riferimento ai minori d’età: eliminare l’abuso, lo sfruttamento, il traffico e tutte le forme di violenza e tortura ai danni dei bambini. L’Europa, nel corso degli ultimi anni, è stata teatro privilegiato del fenomeno, che ha assunto connotazioni di volta in volta diverse e sempre più complesse, modificandosi sotto vari profili: quello della composizione delle vittime, soprattutto dal punto di vista delle nazionalità, delle modalità di arrivo, delle forme di reclutamento e di sfruttamento e degli ambiti in cui le vittime vengono impiegate. Alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale, la più nota ma non necessariamente la forma più grave o più violenta, anch’essa oggetto nel corso degli anni di continue trasformazioni sotto il profilo delle rotte, della struttura delle organizzazioni criminali e delle modalità di coercizione esercitate sulle vittime, si sono sovrapposti altri contesti di sfruttamento. In particolare, la tratta verso l’Italia e l’Europa avviene allo scopo di sfruttare le vittime nel settore agricolo o dei servizi, o in alcuni ambiti del manifatturiero (industria tessile, in particolare); oppure se ne prevede lo sfruttamento nelle attività criminali, nell’accattonaggio, nonché per l’espianto di organi o per le adozioni illegali internazionali (ambiti questi ancora relativamente poco esplorati). L’Italia, Paese di destinazione ma anche di transito sulle rotte individuate dalle organizzazioni criminali dedite alla tratta, è fortemente interessata da tali dinamiche, non solo in ragione della sua posizione geografica, ma anche in virtù di una forte domanda di lavoro a basso costo proveniente da vari settori dell’economia e, più in generale, per l’esistenza di nicchie di territorio sotto il controllo della criminalità organizzata, dove le attività illecite non sempre risultano essere contrastate efficacemente e in cui le mafie locali realizzano sodalizi criminali con gruppi di etnie diverse coinvolti nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani.
2019
Italian Yearbook of Human Rights 2019
978-88-6938-170-6
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