Un sopravvissuto al Principe: il caso di Strabone

Strabone sopravvive senza dubbio ad Augusto: alcune aggiunte dimostrano che egli lavorava alla Geografia ancora nel 23 d.C. Nel suo complesso l’opera evidenzia la certezza della stabilità raggiunta dall’impero e la garanzia di continuità rappresentata dal governo di Tiberio. La cifra dello scrivere e del ruolo intellettuale di Strabone è certo sotto il segno dell’integrazione piena e convinta nella realtà e nell’ideologia del dominio ecumenico di Roma. Tuttavia a volte affiora nelle pagine della Geografia l’ombra di un pensiero non del tutto allineato e assimilato ai dettami del regime: questo si esplica nella rappresentazione della sventura del console Cepione a Tolosa; della ‘vittoria’ degli Italici nella guerra sociale; del mercato degli schiavi di Delo e della connessa responsabilità dei Romani e degli Italici nello sfascio politico e demografico dei regni e dei territori del Mediterraneo orientale; della disfatta di Varo e della ancora incompiuta pacificazione dei Germani.