La smart city descrive un modello urbano, in cui le condizioni di vita degli abitanti sono rese migliori da un uso razionale ed efficiente delle risorse. In particolare, l’uso delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione o ICT (acronimo di Information and Communications Technology) ha indotto gli opinionisti a parlare di città intelligenti, perché lo sviluppo delle App e delle reti per la raccolta, l’elaborazione e la trasmissione dei dati può consentire a tutti di accedere con relativa facilità ai servizi pubblici e di fruire in modo più consapevole della città. Ma la tecnologia, applicata alle infrastrutture urbane, è anche in grado di ridurre i costi economici e ambientali causati dalle inefficienze. Ciò avviene, ad esempio, con l’adozione di politiche volte a ridurre il consumo di energia negli edifici pubblici e privati, o con il miglioramento del sistema urbano dei trasporti, per garantire uno sviluppo davvero sostenibile della città. Uno dei modi in cui la pianificazione urbanistica può concorrere a raggiungere lo stesso obiettivo di sostenibilità ambientale è quello di favorire il riuso del patrimonio edilizio esistente e di limitare il consumo di suolo ancora inedificato. Alcune regioni italiane si stanno muovendo proprio in questa direzione e hanno recentemente approvato delle leggi, con le quali hanno posto dei limiti quantitativi all’ulteriore espansione delle città, incentivando al contempo il recupero delle aree dismesse o degradate. I segnali, però, sono ancora contraddittori, perché i provvedimenti assunti, anche dal Governo nazionale, puntano più sui divieti e sulla semplificazione delle procedure amministrative che sugli incentivi finanziari, di cui i proprietari avrebbero invece maggiormente bisogno, a causa della grave crisi economica che tuttora affligge il Paese.

Smart Cities e pianificazione urbanistica "intelligente"

Alessandro Calegari
Writing – Review & Editing
2018

Abstract

La smart city descrive un modello urbano, in cui le condizioni di vita degli abitanti sono rese migliori da un uso razionale ed efficiente delle risorse. In particolare, l’uso delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione o ICT (acronimo di Information and Communications Technology) ha indotto gli opinionisti a parlare di città intelligenti, perché lo sviluppo delle App e delle reti per la raccolta, l’elaborazione e la trasmissione dei dati può consentire a tutti di accedere con relativa facilità ai servizi pubblici e di fruire in modo più consapevole della città. Ma la tecnologia, applicata alle infrastrutture urbane, è anche in grado di ridurre i costi economici e ambientali causati dalle inefficienze. Ciò avviene, ad esempio, con l’adozione di politiche volte a ridurre il consumo di energia negli edifici pubblici e privati, o con il miglioramento del sistema urbano dei trasporti, per garantire uno sviluppo davvero sostenibile della città. Uno dei modi in cui la pianificazione urbanistica può concorrere a raggiungere lo stesso obiettivo di sostenibilità ambientale è quello di favorire il riuso del patrimonio edilizio esistente e di limitare il consumo di suolo ancora inedificato. Alcune regioni italiane si stanno muovendo proprio in questa direzione e hanno recentemente approvato delle leggi, con le quali hanno posto dei limiti quantitativi all’ulteriore espansione delle città, incentivando al contempo il recupero delle aree dismesse o degradate. I segnali, però, sono ancora contraddittori, perché i provvedimenti assunti, anche dal Governo nazionale, puntano più sui divieti e sulla semplificazione delle procedure amministrative che sugli incentivi finanziari, di cui i proprietari avrebbero invece maggiormente bisogno, a causa della grave crisi economica che tuttora affligge il Paese.
2018
El derecho a la ciudad: el reto de las smart cities
9788417466398
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