La riforma del sistema museale approvata nel 2014, all’interno della disciplina sull’organizzazione del Ministero dei beni culturali e del turismo, assume una rilevanza particolare nel nostro ordinamento. Essa è stata certamente resa possibile dalla presenza del Codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato nel 2004, al quale si deve la creazione di un vero e proprio sistema della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, ma rappresenta anche il frutto di decenni di dibattiti, anche molto accesi, sulla materia, che non erano mai riusciti a trovare traduzione nel diritto positivo. L’interesse della riforma, però, non sta tanto nella somma di questioni giuridiche sulle quali negli ultimi anni la dottrina si è concentrata con risultati anche importanti, ma nella ricerca della ragion d’essere profonda di una disciplina che per la prima volta ha conferito soggettività e autonomia all’istituzione museale. Tale ricerca non può che affondare le proprie radici e trovare la propria giustificazione più profonda nei grandi temi generali evocati dalla questione della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale e nella natura dell’art. 9 Cost. come ‘clausola sull’identità culturale’, garanzia di un legame solidaristico tra generazioni capace di assicurare lo sviluppo della persona ed il pluralismo culturale. Autonomia, doverosità della valorizzazione e della fruizione, cooperazione tra istituzioni pubbliche e tra pubblico e privato caratterizzano l’essenza della disciplina del sistema museale e danno attuazione al principio costituzionale di promozione dello sviluppo della cultura.
Nuove dinamiche e antichi doveri nel sostegno e nella promozione della cultura: dalle radici della questione museale ai diritti delle generazioni future
patrizia Marzaro
2019
Abstract
La riforma del sistema museale approvata nel 2014, all’interno della disciplina sull’organizzazione del Ministero dei beni culturali e del turismo, assume una rilevanza particolare nel nostro ordinamento. Essa è stata certamente resa possibile dalla presenza del Codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato nel 2004, al quale si deve la creazione di un vero e proprio sistema della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, ma rappresenta anche il frutto di decenni di dibattiti, anche molto accesi, sulla materia, che non erano mai riusciti a trovare traduzione nel diritto positivo. L’interesse della riforma, però, non sta tanto nella somma di questioni giuridiche sulle quali negli ultimi anni la dottrina si è concentrata con risultati anche importanti, ma nella ricerca della ragion d’essere profonda di una disciplina che per la prima volta ha conferito soggettività e autonomia all’istituzione museale. Tale ricerca non può che affondare le proprie radici e trovare la propria giustificazione più profonda nei grandi temi generali evocati dalla questione della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale e nella natura dell’art. 9 Cost. come ‘clausola sull’identità culturale’, garanzia di un legame solidaristico tra generazioni capace di assicurare lo sviluppo della persona ed il pluralismo culturale. Autonomia, doverosità della valorizzazione e della fruizione, cooperazione tra istituzioni pubbliche e tra pubblico e privato caratterizzano l’essenza della disciplina del sistema museale e danno attuazione al principio costituzionale di promozione dello sviluppo della cultura.File | Dimensione | Formato | |
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