Il tema del presente contributo riguarda l'invio di opere da Venezia all'isola di Veglia. Quattro se ne possono individuare per il periodo che va dal 1320 al 1420 ca.: il polittico di Santa Lucia di Paolo Veneziano a Jurandvor; i paliotti tessili di Krk e Dobrinj, e la pala in tecnica mista (intaglio ligneo e pittura) di Omišalj. Le opere, come altre destinate fin dall'origine al litorale croato, furono realizzate in un momento in cui la regione non era ancora stabilmente assoggettata al dominio veneziano, una circostanza che fa riflettere su come, spesso, le scelte della committenza non si allineassero ai canali aperti dalle vicende e dalle egemonie politiche, ma seguissero altre vie. L'affermazione risulta particolarmente appropriata nel caso del polittico di Santa Lucia di Paolo Veneziano. Dopo aver ripercorso le vicende della fondazione a cui l'opera era destinata, nel saggio viene proposta l'ipotesi che la committenza nascesse in seno ai rapporti intrattenuti dalla locale abbazia benedettina di Santa Lucia con quelle nella metropoli veneziana, che avrebbero - pertanto - facilitato il contatto con un pittore della levatura di Paolo Veneziano. Questo caso, come gli altri tre analizzati nel testo, ha permesso, quantomeno nei limiti del periodo di tempo e dell'area geografica scelti, di scardinare il giudizio negativo di “periferia” per queste regioni adriatiche, di "declino" dell'attività dei pittori veneziani che spedivano lì le loro opere, o di “ritardo culturale” in relazione al gusto dei loro abitanti: al contrario, essi erano ben informati di quali fossero le tendenze in laguna e di quanto prestigio derivasse dall’acquisizione dei manufatti tecnicamente sofisticati che venivano realizzati di là dal mare.
Diramazioni adriatiche di botteghe veneziane. L'isola di Veglia (Krk), da Paolo Veneziano a Jacobello del Fiore
Valentina Baradel
2019
Abstract
Il tema del presente contributo riguarda l'invio di opere da Venezia all'isola di Veglia. Quattro se ne possono individuare per il periodo che va dal 1320 al 1420 ca.: il polittico di Santa Lucia di Paolo Veneziano a Jurandvor; i paliotti tessili di Krk e Dobrinj, e la pala in tecnica mista (intaglio ligneo e pittura) di Omišalj. Le opere, come altre destinate fin dall'origine al litorale croato, furono realizzate in un momento in cui la regione non era ancora stabilmente assoggettata al dominio veneziano, una circostanza che fa riflettere su come, spesso, le scelte della committenza non si allineassero ai canali aperti dalle vicende e dalle egemonie politiche, ma seguissero altre vie. L'affermazione risulta particolarmente appropriata nel caso del polittico di Santa Lucia di Paolo Veneziano. Dopo aver ripercorso le vicende della fondazione a cui l'opera era destinata, nel saggio viene proposta l'ipotesi che la committenza nascesse in seno ai rapporti intrattenuti dalla locale abbazia benedettina di Santa Lucia con quelle nella metropoli veneziana, che avrebbero - pertanto - facilitato il contatto con un pittore della levatura di Paolo Veneziano. Questo caso, come gli altri tre analizzati nel testo, ha permesso, quantomeno nei limiti del periodo di tempo e dell'area geografica scelti, di scardinare il giudizio negativo di “periferia” per queste regioni adriatiche, di "declino" dell'attività dei pittori veneziani che spedivano lì le loro opere, o di “ritardo culturale” in relazione al gusto dei loro abitanti: al contrario, essi erano ben informati di quali fossero le tendenze in laguna e di quanto prestigio derivasse dall’acquisizione dei manufatti tecnicamente sofisticati che venivano realizzati di là dal mare.File | Dimensione | Formato | |
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