Oggi nell’era della complessità della realtà italiana, gravata da numerose problematiche, anche il sistema d’istruzione formale non riesce più a far fronte alle difficoltà emergenti delle giovani e delle vecchie generazioni. Sempre più le competenze acquisite non soddisfano le richieste del mondo del lavoro globalizzato e l’importanza della trasmissione della cultura sembra dimenticata. A questo proposito il testo vuole essere uno spunto per un’analisi critica della situazione e mettere in evidenza come sia necessario essere fiduciosi nel futuro. Si sottolinea che le istituzioni deputate all’istruzione formale non dovrebbero operare attraverso burocratiche categorizzazioni dei discenti ma prodigarsi per una formazione inclusiva, dalla scuola primaria all’università, attraverso una figura docente che possa favorire davvero un apprendimento significativo. Questo potrà avvenire a patto che i professionisti della formazione acquisiscano competenze di progettazione, di comunicazione e di valutazione. Per il docente universitario sono necessarie le stesse competenze con un occhio di riguardo e riflessivo allo studio del sistema AVA realizzato dall’Anvur. La disamina è intercalata da un approfondimento sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento che oggi rappresentano ancora una problematica all’interno del contesto formativo italiano poiché favoriscono la categorizzazione degli studenti che ne sono interessati ma così non dovrebbe essere e si spiegano le ragioni. Nella seconda parte l’autrice racconta un percorso di ricerca che ha sostenuto, in veste di pedagogista, con discenti interessati da Disturbo Specifico. Mette in evidenza come, con semplici strategie che il docente utilizza in classe, si possa operare una valutazione ed un intervento didattico-educativo adeguati, a tutti i livelli della formazione formale, dalla scuola primaria agli studi universitari, ma che favorisce l’apprendimento per tutti i discenti.

Formazione di qualità, credibile utopia

raffaela tore
2013

Abstract

Oggi nell’era della complessità della realtà italiana, gravata da numerose problematiche, anche il sistema d’istruzione formale non riesce più a far fronte alle difficoltà emergenti delle giovani e delle vecchie generazioni. Sempre più le competenze acquisite non soddisfano le richieste del mondo del lavoro globalizzato e l’importanza della trasmissione della cultura sembra dimenticata. A questo proposito il testo vuole essere uno spunto per un’analisi critica della situazione e mettere in evidenza come sia necessario essere fiduciosi nel futuro. Si sottolinea che le istituzioni deputate all’istruzione formale non dovrebbero operare attraverso burocratiche categorizzazioni dei discenti ma prodigarsi per una formazione inclusiva, dalla scuola primaria all’università, attraverso una figura docente che possa favorire davvero un apprendimento significativo. Questo potrà avvenire a patto che i professionisti della formazione acquisiscano competenze di progettazione, di comunicazione e di valutazione. Per il docente universitario sono necessarie le stesse competenze con un occhio di riguardo e riflessivo allo studio del sistema AVA realizzato dall’Anvur. La disamina è intercalata da un approfondimento sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento che oggi rappresentano ancora una problematica all’interno del contesto formativo italiano poiché favoriscono la categorizzazione degli studenti che ne sono interessati ma così non dovrebbe essere e si spiegano le ragioni. Nella seconda parte l’autrice racconta un percorso di ricerca che ha sostenuto, in veste di pedagogista, con discenti interessati da Disturbo Specifico. Mette in evidenza come, con semplici strategie che il docente utilizza in classe, si possa operare una valutazione ed un intervento didattico-educativo adeguati, a tutti i livelli della formazione formale, dalla scuola primaria agli studi universitari, ma che favorisce l’apprendimento per tutti i discenti.
2013
9788860252982
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