Il contributo intende stimolare una discussione sui rapporti tra pianificazione e gestione del patrimonio silvo-pastorale e la diversità biologica, a diverse scale di valutazione. Il declino dell'uso agro-pastorale delle regioni montane alpine, cui ha fatto seguito l’avanzamento del bosco, ha causato cambiamenti ai paesaggi tradizionali con diverse conseguenze sulla conservazione dei prati montani e sui servizi ecosistemici ad essi associati. Il contributo presenta un’esperienza di studio e interpretazione dell'effetto dell’abbandono della gestione tradizionale sulla diversità delle piante dei prati, considerando i cambiamenti della copertura del suolo avvenuti negli ultimi decenni e valutando l'effetto della configurazione ecologica, topografica, gestionale e paesaggistica. Le aree di studio corrispondo alla Val di Pejo e alla Val Pesio, simili in quanto a storia dell'uso del suolo e rappresentative delle condizioni di gestione delle Alpi italiane occidentali e orientali. La superficie totale dei prati è diminuita del 54% e 91% rispettivamente in Val di Pesio (Alpi Occidentali) e in Val di Pejo (Alpi Centrali, Parco dello Stelvio). L'effettiva ricchezza delle specie dei prati è stata per lo più influenzata da fattori ecologici, come quantità di luce, umidità e reazione del suolo, quindi da caratteristiche topografiche, in particolare dalla pendenza, e infine dall'intensità della gestione. I fattori del paesaggio hanno esercitato un effetto moderato sulla diversità delle piante. Anche se nella Val di Pesio la conservazione di numerose attività di pascolo ha contribuito a rallentare il processo di riduzione della dimensione dei prati, molti dei prati ricchi di specie sono oggi poco pascolati. Viceversa, nella Val di Pejo, nonostante l’accessibilità, garantita da una fitta rete stradale, il declino della fienagione ha comportato una notevole riduzione dell'estensione dei prati. Allo stesso tempo, un uso intensivo vicino agli edifici ha ridotto la ricchezza delle specie vegetali. In conclusione, la ricchezza delle specie vegetali è debolmente correlata alla dimensione dei prati e alla configurazione attuale e storica del paesaggio, che hanno un'importanza relativamente inferiore rispetto ai fattori ecologici, topografici e di gestione, quando valutati a livello di singolo prato.
Il paesaggio silvo-pastorale: cambiamenti, memoria e gestione
T. Sitzia
;T. Campagnaro;G. Trentanovi
2019
Abstract
Il contributo intende stimolare una discussione sui rapporti tra pianificazione e gestione del patrimonio silvo-pastorale e la diversità biologica, a diverse scale di valutazione. Il declino dell'uso agro-pastorale delle regioni montane alpine, cui ha fatto seguito l’avanzamento del bosco, ha causato cambiamenti ai paesaggi tradizionali con diverse conseguenze sulla conservazione dei prati montani e sui servizi ecosistemici ad essi associati. Il contributo presenta un’esperienza di studio e interpretazione dell'effetto dell’abbandono della gestione tradizionale sulla diversità delle piante dei prati, considerando i cambiamenti della copertura del suolo avvenuti negli ultimi decenni e valutando l'effetto della configurazione ecologica, topografica, gestionale e paesaggistica. Le aree di studio corrispondo alla Val di Pejo e alla Val Pesio, simili in quanto a storia dell'uso del suolo e rappresentative delle condizioni di gestione delle Alpi italiane occidentali e orientali. La superficie totale dei prati è diminuita del 54% e 91% rispettivamente in Val di Pesio (Alpi Occidentali) e in Val di Pejo (Alpi Centrali, Parco dello Stelvio). L'effettiva ricchezza delle specie dei prati è stata per lo più influenzata da fattori ecologici, come quantità di luce, umidità e reazione del suolo, quindi da caratteristiche topografiche, in particolare dalla pendenza, e infine dall'intensità della gestione. I fattori del paesaggio hanno esercitato un effetto moderato sulla diversità delle piante. Anche se nella Val di Pesio la conservazione di numerose attività di pascolo ha contribuito a rallentare il processo di riduzione della dimensione dei prati, molti dei prati ricchi di specie sono oggi poco pascolati. Viceversa, nella Val di Pejo, nonostante l’accessibilità, garantita da una fitta rete stradale, il declino della fienagione ha comportato una notevole riduzione dell'estensione dei prati. Allo stesso tempo, un uso intensivo vicino agli edifici ha ridotto la ricchezza delle specie vegetali. In conclusione, la ricchezza delle specie vegetali è debolmente correlata alla dimensione dei prati e alla configurazione attuale e storica del paesaggio, che hanno un'importanza relativamente inferiore rispetto ai fattori ecologici, topografici e di gestione, quando valutati a livello di singolo prato.Pubblicazioni consigliate
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