Attraverso il film di Emidio Greco del 1974, il saggio esplora in chiave distopica il mito del cinema totale prefigurato nel celebre saggio di Bazin del 1946. La vicenda tratta dal romanzo di Casares del 1940 immagina infatti un’isola popolata dai fantasmi tecnologici prodotti da un fantascientifico dispositivo cinematografico, metafora di una società-spettacolo effimera e totalitaria. Un mondo ridotto alla sua spettrale rappresentazione a cui l’uomo-massa partecipa al contempo come affascinato spettatore e come intruso, voyeur e “corpo cerimoniale” nella coalescenza temporale dell’immagine-cristallo deleuziana.

“Il cinema è la morte al lavoro”: L’invenzione di Morel di Emidio Greco

manlio piva
2019

Abstract

Attraverso il film di Emidio Greco del 1974, il saggio esplora in chiave distopica il mito del cinema totale prefigurato nel celebre saggio di Bazin del 1946. La vicenda tratta dal romanzo di Casares del 1940 immagina infatti un’isola popolata dai fantasmi tecnologici prodotti da un fantascientifico dispositivo cinematografico, metafora di una società-spettacolo effimera e totalitaria. Un mondo ridotto alla sua spettrale rappresentazione a cui l’uomo-massa partecipa al contempo come affascinato spettatore e come intruso, voyeur e “corpo cerimoniale” nella coalescenza temporale dell’immagine-cristallo deleuziana.
2019
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