Dal primo Summit sul cambiamento climatico nel 1992, il dibattito sociale, politico e scientifico sulla relazione tra global warming ed utilizzo di combustibili fossili ha avuto un crescendo esponenziale, evidenziando come le politiche di sviluppo vadano coniugate sempre più con sostenibilità ambientale ed energetica. Nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2050 le emissioni cumulate di CO2 dovrebbero mantenersi in un range di 870-1.240 Gt per evitare il temuto traguardo dei 2°C di riscaldamento medio globale, rispetto all’epoca preindustriale. Per raggiungere tale obiettivo, McGlade e Ekins, in un articolo pubblicato da Nature nel 2015, stimano che oltre l'80% del carbone, il 50% del gas e il 30% delle riserve di petrolio dovrebbero rimanere stoccati nel sottosuolo. Nonostante il crescente numero di studi ed il grande interesse attorno a questi temi, allo stato attuale rimane inesplorata la definizione di metodologie e criteri geografici per scegliere dove utilizzare o lasciare nel sottosuolo i combustibili fossili. Globalmente è stato realizzato un solo esperimento politico, tra il 2007 e il 2013, nel Parco Nazionale Yasuní (Ecuador), che mirava a non estrarre gli idrocarburi dal sottosuolo, con la contemporanea creazione di un fondo di compensazione internazionale. Anche se l’iniziativa, denominata Yasuní-ITT, è stata poi abbandonata, l’idea è tuttora supportata dalla comunità scientifica e dalla società civile che hanno creato il neologismo Yasunisación. In questo contesto, nel 2016, l’Università di Padova ha dato avvio ad un progetto di ricerca di ateneo per: 1) mappare, a scala globale, le riserve di idrocarburi e le attività estrattive onshore, valutando le sovrapposizioni e gli impatti nelle aree di maggiore sensibilità ed alta diversità biologica e culturale; 2) definire criteri geografici per individuare le aree da preservare dall’attività di estrazione dei idrocarburi. Il progetto intende elaborare un atlante mondiale dell'Unburnable Carbon fornendo linee guida a supporto delle politiche pubbliche integrate per la lotta al cambiamento climatico, la transizione energetica, la conservazione della biodiversità, la tutela dei diritti umani. Il percorso metodologico adottato prevede l’elaborazione di un geodatabase opensource per la raccolta e la gestione di dati ecologici, antropici, produttivi, economici e infrastrutturali disponibili, e lo sviluppo di analisi multicriteriali in ambiente GIS. Il progetto sta testando metodologie e criteri in diverse aree campione ad alta diversità ecologica e culturale, tra cui il bacino amazzonico e la penisola italiana. In questo contributo si presenteranno alcuni risultati applicati al contesto italiano, 4° produttore europeo di petrolio con un acceso dibattito pubblico su oil & gas e questione ambientale. Queste analisi e la visualizzazione cartografica possono fornire un primo strumento di supporto ai processi decisionali nella gestione della oil footprint e nelle politiche climatiche.

Lasciare il petrolio nel sottosuolo e yasunizar la tierra. Analisi multicriteriali e sistemi informativi geografici a supporto delle politiche pubbliche sul cambiamento climatico e la transizione energetica

Codato D.
;
Pappalardo S.;Diantini A.;Ferrarese F.;De Marchi M.
2019

Abstract

Dal primo Summit sul cambiamento climatico nel 1992, il dibattito sociale, politico e scientifico sulla relazione tra global warming ed utilizzo di combustibili fossili ha avuto un crescendo esponenziale, evidenziando come le politiche di sviluppo vadano coniugate sempre più con sostenibilità ambientale ed energetica. Nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2050 le emissioni cumulate di CO2 dovrebbero mantenersi in un range di 870-1.240 Gt per evitare il temuto traguardo dei 2°C di riscaldamento medio globale, rispetto all’epoca preindustriale. Per raggiungere tale obiettivo, McGlade e Ekins, in un articolo pubblicato da Nature nel 2015, stimano che oltre l'80% del carbone, il 50% del gas e il 30% delle riserve di petrolio dovrebbero rimanere stoccati nel sottosuolo. Nonostante il crescente numero di studi ed il grande interesse attorno a questi temi, allo stato attuale rimane inesplorata la definizione di metodologie e criteri geografici per scegliere dove utilizzare o lasciare nel sottosuolo i combustibili fossili. Globalmente è stato realizzato un solo esperimento politico, tra il 2007 e il 2013, nel Parco Nazionale Yasuní (Ecuador), che mirava a non estrarre gli idrocarburi dal sottosuolo, con la contemporanea creazione di un fondo di compensazione internazionale. Anche se l’iniziativa, denominata Yasuní-ITT, è stata poi abbandonata, l’idea è tuttora supportata dalla comunità scientifica e dalla società civile che hanno creato il neologismo Yasunisación. In questo contesto, nel 2016, l’Università di Padova ha dato avvio ad un progetto di ricerca di ateneo per: 1) mappare, a scala globale, le riserve di idrocarburi e le attività estrattive onshore, valutando le sovrapposizioni e gli impatti nelle aree di maggiore sensibilità ed alta diversità biologica e culturale; 2) definire criteri geografici per individuare le aree da preservare dall’attività di estrazione dei idrocarburi. Il progetto intende elaborare un atlante mondiale dell'Unburnable Carbon fornendo linee guida a supporto delle politiche pubbliche integrate per la lotta al cambiamento climatico, la transizione energetica, la conservazione della biodiversità, la tutela dei diritti umani. Il percorso metodologico adottato prevede l’elaborazione di un geodatabase opensource per la raccolta e la gestione di dati ecologici, antropici, produttivi, economici e infrastrutturali disponibili, e lo sviluppo di analisi multicriteriali in ambiente GIS. Il progetto sta testando metodologie e criteri in diverse aree campione ad alta diversità ecologica e culturale, tra cui il bacino amazzonico e la penisola italiana. In questo contributo si presenteranno alcuni risultati applicati al contesto italiano, 4° produttore europeo di petrolio con un acceso dibattito pubblico su oil & gas e questione ambientale. Queste analisi e la visualizzazione cartografica possono fornire un primo strumento di supporto ai processi decisionali nella gestione della oil footprint e nelle politiche climatiche.
2019
L’apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme. Atti del XXXII Congresso Geografico Italiano (Roma, 7-10 giugno 2017)
Congresso Geografico Italiano
978-88-942641-2-8
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