Il saggio ripercorre in maniera dettagliata l'attività di Giambattista Tiepolo quale frescante, a partire dall'intervento nella chiesa parrocchiale di Biadene, con l'assunzione della Vergine (1716), fino alla Gloria di Santa Teresa (ca 1730) nella chiesa degli Scalzi a Venezia, passando attraverso altre tappe fondamentali come i cicli per villa Baglioni a Massanzago (1719-1720), per il palazzo patriarcale di Udine (ca 1723-1728) e per palazzo Sandi a Venezia (1724-1725). La disamina è stata condotta quale premessa indispensabile per inquadrare i cinque soffitti affrescati da Tiepolo in palazzo Archinto a Milano nel 1730-1731: prima, eclatante affermazione del pittore fuori dai confini della Serenissima. A tale serie di opere, distrutte nell'agosto del 1943, sono dedicati la mostra e il relativo catalogo che riuniscono per la prima volta tutte le testimonianze - pittoriche, grafiche, documentarie, fotografiche - con lo scopo di ricostruire non solo quanto è andato perduto, ma soprattutto il fervidissimo contesto culturale in cui quel ciclo ha preso vita. L'autore è anche co-curatore del catalogo.
Giambattista Tiepolo Fresco Painter, in Tiepolo in Milan. The Lost Frescoes of Palazzo Archinto, catalogo della mostra (New York, The Frick Collection, 16 aprile-14 luglio 2019)
TOMEZZOLI A.
2019
Abstract
Il saggio ripercorre in maniera dettagliata l'attività di Giambattista Tiepolo quale frescante, a partire dall'intervento nella chiesa parrocchiale di Biadene, con l'assunzione della Vergine (1716), fino alla Gloria di Santa Teresa (ca 1730) nella chiesa degli Scalzi a Venezia, passando attraverso altre tappe fondamentali come i cicli per villa Baglioni a Massanzago (1719-1720), per il palazzo patriarcale di Udine (ca 1723-1728) e per palazzo Sandi a Venezia (1724-1725). La disamina è stata condotta quale premessa indispensabile per inquadrare i cinque soffitti affrescati da Tiepolo in palazzo Archinto a Milano nel 1730-1731: prima, eclatante affermazione del pittore fuori dai confini della Serenissima. A tale serie di opere, distrutte nell'agosto del 1943, sono dedicati la mostra e il relativo catalogo che riuniscono per la prima volta tutte le testimonianze - pittoriche, grafiche, documentarie, fotografiche - con lo scopo di ricostruire non solo quanto è andato perduto, ma soprattutto il fervidissimo contesto culturale in cui quel ciclo ha preso vita. L'autore è anche co-curatore del catalogo.Pubblicazioni consigliate
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