La disciplina del procedimento amministrativo in Italia è da molti anni teatro di innovazioni all’insegna della semplificazione ma al contempo della tendenza ad aumentare le funzioni che la legge attribuisce a questo fondamentale momento della vicenda amministrativa. Accanto alla funzione tradizionale di ponderazione degli interessi, di individuazione dell’interesse pubblico in concreto per l’ottimale esercizio della discrezionalità e di legittimazione della pubblica amministrazione è possibile individuare almeno altri quattro compiti del procedimento: la promozione dell’interesse generale alle iniziative economiche e di fattore di competitività del paese sul piano globale degli investimenti; la soluzione “a costo zero” di alcuni problemi di efficienza, spesso legati invece a situazioni croniche che riguardano l’organizzazione degli uffici; la prevenzione e la garanzia contro la corruzione; infine un ruolo irenico di perseguimento della pace sociale. Molte di queste novità sono legate specificamente all’ordinamento italiano, tuttavia emerge una influenza circolare degli ordinamenti europei anche in materia di procedimento amministrativo, non solo per opera delle norme europee, ma anche della giurisprudenza della Corte EDU e della Corte di giustizia. Negli sviluppi individuati non mancano elementi di contraddizione, riconducibili in parte alla diversità dei procedimenti amministrativi e alla necessità di superamento dell’ideale dell’unico procedimento amministrativo ma anche alla contraddizione tra due impostazioni: l’una che individua nel procedimento amministrativo la soluzione di problemi che attengono a scelte politiche da effettuare a livello di norme e di organizzazione; l’altra che svaluta il procedimento, e addirittura lo elimina in vista del risultato. In questo contesto il ruolo della dottrina è necessario, per distinguere i “miti giuridici” ingannevoli da quelli utili e positivi.
Sfide e innovazioni del procedimento amministrativo in Italia
Elena Buoso
2019
Abstract
La disciplina del procedimento amministrativo in Italia è da molti anni teatro di innovazioni all’insegna della semplificazione ma al contempo della tendenza ad aumentare le funzioni che la legge attribuisce a questo fondamentale momento della vicenda amministrativa. Accanto alla funzione tradizionale di ponderazione degli interessi, di individuazione dell’interesse pubblico in concreto per l’ottimale esercizio della discrezionalità e di legittimazione della pubblica amministrazione è possibile individuare almeno altri quattro compiti del procedimento: la promozione dell’interesse generale alle iniziative economiche e di fattore di competitività del paese sul piano globale degli investimenti; la soluzione “a costo zero” di alcuni problemi di efficienza, spesso legati invece a situazioni croniche che riguardano l’organizzazione degli uffici; la prevenzione e la garanzia contro la corruzione; infine un ruolo irenico di perseguimento della pace sociale. Molte di queste novità sono legate specificamente all’ordinamento italiano, tuttavia emerge una influenza circolare degli ordinamenti europei anche in materia di procedimento amministrativo, non solo per opera delle norme europee, ma anche della giurisprudenza della Corte EDU e della Corte di giustizia. Negli sviluppi individuati non mancano elementi di contraddizione, riconducibili in parte alla diversità dei procedimenti amministrativi e alla necessità di superamento dell’ideale dell’unico procedimento amministrativo ma anche alla contraddizione tra due impostazioni: l’una che individua nel procedimento amministrativo la soluzione di problemi che attengono a scelte politiche da effettuare a livello di norme e di organizzazione; l’altra che svaluta il procedimento, e addirittura lo elimina in vista del risultato. In questo contesto il ruolo della dottrina è necessario, per distinguere i “miti giuridici” ingannevoli da quelli utili e positivi.Pubblicazioni consigliate
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