Nel Nordest italiano, e in special modo in Veneto e a Padova, il fenomeno del consumo di suolo e dei suoi effetti negativi sull’ecosistema urbano possiede dimensioni rilevanti: come affermano i dati del rapporto ISPRA 2018, il Veneto è al secondo posto tra le regioni italiane con maggior suolo consumato e circa la metà del territorio comunale padovano è impermeabilizzato. In ottica di sostenibilità della pianificazione urbana, per limitare l’impermeabilizzazione del suolo a scapito di nuove costruzioni, una delle azioni possibili è il riuso di siti abbandonati. La combinazione tra espansione insediativa non sufficientemente controllata, spostamento o crisi delle funzioni produttive e dismissione del patrimonio pubblico hanno infatti generato, e continuano a farlo, fenomeni diffusi di abbandono e disuso di edifici, aree e complessi che, se allo stato attuale sono delle enclaves chiuse alle città, sono anche sedi potenziali per ospitare nuove attività e funzioni urbane senza consumare ulteriore suolo. Partendo da questi presupposti, il Progetto Innovativo degli studenti MUES – Mapping Urban Empty Spaces, coordinato dal dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova, fa uso delle tecnologie della geoinformazione per mappare spazi abbandonati in alcune aree campione della città di Padova. Il progetto si è focalizzato principalmente sull’area Portello-Stanga-Fiera, a est della città e caratterizzata dalla presenza di complessi a uffici ed edifici universitari. Dopo una prima fase di raccolta dati, esso si è sviluppato attraverso laboratori, urban walks con uso di geoapp ed eventi di mappatura partecipativa su supporto cartaceo, con il coinvolgimento degli abitanti del quartiere e degli studenti dell’Università di Padova. Ogni elemento mappato è stato riportato in ambiente GIS e corredato di una tabella informativa con parametri quali superficie, tipologia, proprietà e destinazione d’uso prevista. Sulla scia di quanto fatto in anni recenti in altre città italiane (Milano, Forlì, Verona), infine, le informazioni raccolte sfociano in una piattaforma webGIS di presentazione e diffusione del progetto, aperta alla fruizione da parte di cittadini, associazioni ed altri attori urbani.

Mappatura GIS degli spazi urbani abbandonati: un caso studio a Padova

Guglielmo Pristeri;Francesca Peroni;Salvatore Pappalardo;Massimo De Marchi
2018

Abstract

Nel Nordest italiano, e in special modo in Veneto e a Padova, il fenomeno del consumo di suolo e dei suoi effetti negativi sull’ecosistema urbano possiede dimensioni rilevanti: come affermano i dati del rapporto ISPRA 2018, il Veneto è al secondo posto tra le regioni italiane con maggior suolo consumato e circa la metà del territorio comunale padovano è impermeabilizzato. In ottica di sostenibilità della pianificazione urbana, per limitare l’impermeabilizzazione del suolo a scapito di nuove costruzioni, una delle azioni possibili è il riuso di siti abbandonati. La combinazione tra espansione insediativa non sufficientemente controllata, spostamento o crisi delle funzioni produttive e dismissione del patrimonio pubblico hanno infatti generato, e continuano a farlo, fenomeni diffusi di abbandono e disuso di edifici, aree e complessi che, se allo stato attuale sono delle enclaves chiuse alle città, sono anche sedi potenziali per ospitare nuove attività e funzioni urbane senza consumare ulteriore suolo. Partendo da questi presupposti, il Progetto Innovativo degli studenti MUES – Mapping Urban Empty Spaces, coordinato dal dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova, fa uso delle tecnologie della geoinformazione per mappare spazi abbandonati in alcune aree campione della città di Padova. Il progetto si è focalizzato principalmente sull’area Portello-Stanga-Fiera, a est della città e caratterizzata dalla presenza di complessi a uffici ed edifici universitari. Dopo una prima fase di raccolta dati, esso si è sviluppato attraverso laboratori, urban walks con uso di geoapp ed eventi di mappatura partecipativa su supporto cartaceo, con il coinvolgimento degli abitanti del quartiere e degli studenti dell’Università di Padova. Ogni elemento mappato è stato riportato in ambiente GIS e corredato di una tabella informativa con parametri quali superficie, tipologia, proprietà e destinazione d’uso prevista. Sulla scia di quanto fatto in anni recenti in altre città italiane (Milano, Forlì, Verona), infine, le informazioni raccolte sfociano in una piattaforma webGIS di presentazione e diffusione del progetto, aperta alla fruizione da parte di cittadini, associazioni ed altri attori urbani.
2018
Atti online delle Conferenze ASITA
978-88-941232-1-0
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