La pesca con elettrostorditore è un metodo di cattura illegale nel nostro Paese e ha trovato ampia applicazione tra i pescatori di frodo poiché consente loro di catturare considerevoli quantità di pescato in tempi brevi. In Italia viene autorizzata solo per scopi scientifici e/o conservativi. Il meccanismo d’azione si basa sugli effetti che un campo elettrico ha sui pesci, dopo aver immerso in acqua due elettrodi, un polo positivo ed un polo negativo. I pesci che si trovano all’interno del campo elettrico delimitato dai due poli vengono attratti dal polo positivo, quindi iniziano a nuotare verso questo per poi rimanere storditi dalla scossa elettrica man mano che si avvicinano all’elettrodo. Molti bacini idrici d’Italia risultano depauperati dall’azione di bracconieri, vere e proprie associazioni criminali finalizzate all’esercizio del bracconaggio, che fanno uso di elettrostorditori “home made”. Gli effetti della pesca di frodo sono devastanti e rischiano di raggiungere un punto di “non ritorno” oltre il quale il danno non sarà più sanabile. I pescatori di frodo provengono soprattutto dall’est Europa e la loro presenza è stata segnalata dal 2012, anno in cui il delta del Danubio è divenuto patrimonio mondiale dell’Unesco e l’autorità per la tutela del parco naturale del delta del Danubio ha attivato una massiccia azione di repressione, determinando lo spostamento dei bracconieri nel nostro Paese. Il prodotto pescato viene commercializzato nei paesi dell’est Europa dove i filetti di siluro, le carpe e le loro uova sono un prodotto pregiato, senza alcuna garanzia igienico-sanitaria. A volte il prodotto, in particolare il siluro, diventa anche oggetto di frodi commerciali in quanto viene venduto come filetti di pangasio (Pangasianodon hypophthalmus) di allevamento. Un’altra conseguenza della pesca di frodo è il depauperamento dei bacini idrici che porta i pescatori amatoriali a non rinnovare più le licenze di pesca; di conseguenza le autorità locali perdono un introito più o meno consistente a seconda della provincia e con seri danni economici all’indotto. La sezione di Ferrara dell’IZSLER, negli ultimi 4 anni, ha ricevuto 13 campionamenti di pesci, con la richiesta di stabilire se erano stati pescati con mezzi illeciti. Le specie ittiche esaminate sono state: siluro (Silurus glanis), carpa (Cyprinus carpio), carassio (Carassius carassius), cefalo (Mugil cephalus), lucioperca (Sander lucioperca), aspio (Aspius aspius), persico trota (Micropterus salmoides), pesce gatto nostrano (Ameiurus melas), abramide (Abramis brama), carpa argentata o temolo russo (Hypophthalmichthys molitrix). Per ciascun conferimento si è proceduto all’esecuzione di un esame anatomopatologico ed al prelievo di organi e tessuti da sottoporre ad esami istologici. Le lesioni macroscopiche osservate più di frequente sono emorragie cutanee più o meno estese, congestione branchiale, iperemia cerebrale ed emopericardio. Quest’ultimo, in particolare, è stato un reperto costante negli animali esaminati. Meno frequente invece il riscontro di esoftalmo. Le lesioni riscontrate all’esame istologico sono sostanzialmente comuni a tutti i campioni ed hanno evidenziato quadri congestizi/emorragici diffusi e necrosi focale a zolle di Zenker nella muscolatura scheletrica, quadri questi ultimi che, sulla base anche di quanto riportato in bibliografia, risultano essere riferibili a lesioni da corrente elettrica. Le successive indagini immunoistochimiche hanno confermato il quadro degenerativo e necrotico con deplezione della mioglobina nel sarcoplasma a cui corrispondeva un accumulo di fibrinogeno. Globuli di mioglobina sono quindi stati rilevati anche nello spazio della capsula di Bowmann, suggerendo mioglobinuria a seguito del danno muscolare. I risultati delle indagini condotte hanno permesso di correlare alla pesca con elettrostorditore la presenza di lesioni anatomo-patologiche, vedasi l’emopericardio, istopatologiche ed immunoistochimiche che nell’insieme costituiscono un quadro patognomico da considerare come standard di riferimento in questo tipo di controversie.
PESCA ILLEGALE CON ELETTROSTORDITORI NELLE ACQUE DOLCI DELL’EMILIA ROMAGNA
Perolo A.;Mazzariol S.;Centelleghe C.;CORAZZOLA, GIORGIA;Quaglio F.
2018
Abstract
La pesca con elettrostorditore è un metodo di cattura illegale nel nostro Paese e ha trovato ampia applicazione tra i pescatori di frodo poiché consente loro di catturare considerevoli quantità di pescato in tempi brevi. In Italia viene autorizzata solo per scopi scientifici e/o conservativi. Il meccanismo d’azione si basa sugli effetti che un campo elettrico ha sui pesci, dopo aver immerso in acqua due elettrodi, un polo positivo ed un polo negativo. I pesci che si trovano all’interno del campo elettrico delimitato dai due poli vengono attratti dal polo positivo, quindi iniziano a nuotare verso questo per poi rimanere storditi dalla scossa elettrica man mano che si avvicinano all’elettrodo. Molti bacini idrici d’Italia risultano depauperati dall’azione di bracconieri, vere e proprie associazioni criminali finalizzate all’esercizio del bracconaggio, che fanno uso di elettrostorditori “home made”. Gli effetti della pesca di frodo sono devastanti e rischiano di raggiungere un punto di “non ritorno” oltre il quale il danno non sarà più sanabile. I pescatori di frodo provengono soprattutto dall’est Europa e la loro presenza è stata segnalata dal 2012, anno in cui il delta del Danubio è divenuto patrimonio mondiale dell’Unesco e l’autorità per la tutela del parco naturale del delta del Danubio ha attivato una massiccia azione di repressione, determinando lo spostamento dei bracconieri nel nostro Paese. Il prodotto pescato viene commercializzato nei paesi dell’est Europa dove i filetti di siluro, le carpe e le loro uova sono un prodotto pregiato, senza alcuna garanzia igienico-sanitaria. A volte il prodotto, in particolare il siluro, diventa anche oggetto di frodi commerciali in quanto viene venduto come filetti di pangasio (Pangasianodon hypophthalmus) di allevamento. Un’altra conseguenza della pesca di frodo è il depauperamento dei bacini idrici che porta i pescatori amatoriali a non rinnovare più le licenze di pesca; di conseguenza le autorità locali perdono un introito più o meno consistente a seconda della provincia e con seri danni economici all’indotto. La sezione di Ferrara dell’IZSLER, negli ultimi 4 anni, ha ricevuto 13 campionamenti di pesci, con la richiesta di stabilire se erano stati pescati con mezzi illeciti. Le specie ittiche esaminate sono state: siluro (Silurus glanis), carpa (Cyprinus carpio), carassio (Carassius carassius), cefalo (Mugil cephalus), lucioperca (Sander lucioperca), aspio (Aspius aspius), persico trota (Micropterus salmoides), pesce gatto nostrano (Ameiurus melas), abramide (Abramis brama), carpa argentata o temolo russo (Hypophthalmichthys molitrix). Per ciascun conferimento si è proceduto all’esecuzione di un esame anatomopatologico ed al prelievo di organi e tessuti da sottoporre ad esami istologici. Le lesioni macroscopiche osservate più di frequente sono emorragie cutanee più o meno estese, congestione branchiale, iperemia cerebrale ed emopericardio. Quest’ultimo, in particolare, è stato un reperto costante negli animali esaminati. Meno frequente invece il riscontro di esoftalmo. Le lesioni riscontrate all’esame istologico sono sostanzialmente comuni a tutti i campioni ed hanno evidenziato quadri congestizi/emorragici diffusi e necrosi focale a zolle di Zenker nella muscolatura scheletrica, quadri questi ultimi che, sulla base anche di quanto riportato in bibliografia, risultano essere riferibili a lesioni da corrente elettrica. Le successive indagini immunoistochimiche hanno confermato il quadro degenerativo e necrotico con deplezione della mioglobina nel sarcoplasma a cui corrispondeva un accumulo di fibrinogeno. Globuli di mioglobina sono quindi stati rilevati anche nello spazio della capsula di Bowmann, suggerendo mioglobinuria a seguito del danno muscolare. I risultati delle indagini condotte hanno permesso di correlare alla pesca con elettrostorditore la presenza di lesioni anatomo-patologiche, vedasi l’emopericardio, istopatologiche ed immunoistochimiche che nell’insieme costituiscono un quadro patognomico da considerare come standard di riferimento in questo tipo di controversie.Pubblicazioni consigliate
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