Introduzione-Scopo: Sono disponibili pochi dati epidemiologici riguardanti le infezioni correlate all’assistenza (ICA) nel setting riabilitativo, nonostante a quest’ultimo afferiscano pazienti che necessitano di lunghi periodi di cura e con criticità che aumentano il rischio infettivo. Scopo dello studio è determinare la prevalenza di ICA nei pazienti ricoverati presso un ospedale di neuroriabilitazione, valutando le caratteristiche cliniche e demografiche al momento del ricovero e alla rilevazione e identificando i principali agenti eziologici e il loro profilo di antibiotico-resistenza. Materiali e Metodi: Tramite una scheda concepita per lo specifico setting riabilitativo, sono state condotte delle rilevazioni puntuali nel periodo novembre 2015 - novembre 2017. È stato allestito un database mediante piattaforma Redcap e i dati sono stati analizzati con Epi-info7 (CDC Atlanta). Risultati: Nell’indagine sono stati inclusi 603 records, corrispondenti a 547 pazienti, di cui il 59,1 % è di sesso maschile. La maggior parte del campione ha un’età compresa tra 50 e 79 anni. Il 52,7% dei soggetti proviene da un altro presidio ospedaliero, per la maggior parte da un ambito internistico (33,3%) o chirurgico (11,7%). Il principale motivo del ricovero è rappresentato dalle patologie cerebrovascolari (46,7%) e degenerative del SNC (16,9%). Il 78,0% dei pazienti presenta almeno una comorbidità e il 28,5% è portatore di device al momento dell’ammissione. Il 47,5% delle comorbidità è rappresentato dalle patologie cardiovascolari e il 15,9% da diabete. Al momento del ricovero, il 20,7% dei pazienti risulta infetto o colonizzato, in particolare da Enterobatteri (36,3%) e Pseudomonas a. (19,5%), localizzati soprattutto a livello delle vie urinarie (52,2%) o respiratorie (38,9%). Le infezioni/colonizzazioni al momento del ricovero sono state individuate maggiormente nelle donne (59/222, 26,6%), nella fascia di età 50-59 anni (29/109, 26,6%), nei pazienti che presentano un grado di dipendenza totale valutata tramite scala di Barthel (74/204, 36,3%) e nei ricoveri per traumatismo intracranico (10/38, 26,3%) e malattie cerebrovascolari (67/255, 26,3%). L’82,3% dei pazienti infetti/colonizzati proviene da un altro presidio ospedaliero, specialmente da un ambito intensivo. La presenza di device rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni (OR 10,77; 95% CI 6,72-17,26); il catetere vescicale è il device più utilizzato (110/547 ricoveri) e correla in modo significativo con la presenza di un’infezione al ricovero (OR 8,21; 95% CI 5,12-13,14). La stessa evidenza si è riscontrata per catetere intravascolare (OR 11,34, 95% CI 5,78-22,25), tracheostomia (OR 8,16, 95% CI 4,08-16,33) e PEG (OR 7,27, 95% CI 3,69-14,29), ma non per sondino nasogastrico e derivazione ventricolo-peritoneale. Il 6,0% dei tamponi rettali di sorveglianza risulta positivo, con Acinetobacter b. (2,9%) e Klebsiella pn. (2,0%) quali microrganismi più frequentemente isolati. La prevalenza complessiva di ICA al momento della rilevazione è del 3,6%, di cui il 77,3% è rappresentato da infezioni urinarie, seguite da polmoniti (9,0%) e batteriemie (9,0%). Le ICA si riscontrano in particolare nei soggetti di età compresa tra 60-69 anni (8/125, 6,4%), provenienti da un altro ospedale (18/288, 6,3%), per lo più da ambito internistico, nei ricoveri per patologia degenerativa (5/92, 5,4%) e nei soggetti con dipendenza totale (14/204, 6,7%). Nell’analisi di antibiotico-resistenza Acinetobacter b. mostra elevata resistenza verso la totalità delle molecole testate (β-lattamici, cefalosporine di terza generazione, fluorochinolonici, carbapenemi e aminoglicosidi). Pseudomonas a. evidenzia un moderato profilo di resistenza verso le comuni molecole testate, così come Enterobatteri e Staphylococcus a., i quali tuttavia risultano sensibili rispettivamente a carbapenemi e glicopeptidi. Scarse resistenze si individuano per gli Enterococchi. Un simile profilo di resistenza si osserva nei microrganismi responsabili di ICA alla rilevazione. Conclusioni: La prevalenza di ICA risulta inferiore rispetto al dato riportato in letteratura nello stesso ambito di cura (14,9%). La principale criticità riguarda le infezioni/colonizzazioni al momento dell’ammissione che evidenzia l’importanza di un’appropriata gestione del paziente, anche alla luce del profilo di antibiotico-resistenza individuato.
Studio di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza in un ospedale riabilitativo
T. Baldovin
;L. Biasi;S. Dalla Torre;E. Marcante;G. Mazzarolo;C. Bertoncello;D. Sgarabotto;G. Rupolo;V. Baldo
2018
Abstract
Introduzione-Scopo: Sono disponibili pochi dati epidemiologici riguardanti le infezioni correlate all’assistenza (ICA) nel setting riabilitativo, nonostante a quest’ultimo afferiscano pazienti che necessitano di lunghi periodi di cura e con criticità che aumentano il rischio infettivo. Scopo dello studio è determinare la prevalenza di ICA nei pazienti ricoverati presso un ospedale di neuroriabilitazione, valutando le caratteristiche cliniche e demografiche al momento del ricovero e alla rilevazione e identificando i principali agenti eziologici e il loro profilo di antibiotico-resistenza. Materiali e Metodi: Tramite una scheda concepita per lo specifico setting riabilitativo, sono state condotte delle rilevazioni puntuali nel periodo novembre 2015 - novembre 2017. È stato allestito un database mediante piattaforma Redcap e i dati sono stati analizzati con Epi-info7 (CDC Atlanta). Risultati: Nell’indagine sono stati inclusi 603 records, corrispondenti a 547 pazienti, di cui il 59,1 % è di sesso maschile. La maggior parte del campione ha un’età compresa tra 50 e 79 anni. Il 52,7% dei soggetti proviene da un altro presidio ospedaliero, per la maggior parte da un ambito internistico (33,3%) o chirurgico (11,7%). Il principale motivo del ricovero è rappresentato dalle patologie cerebrovascolari (46,7%) e degenerative del SNC (16,9%). Il 78,0% dei pazienti presenta almeno una comorbidità e il 28,5% è portatore di device al momento dell’ammissione. Il 47,5% delle comorbidità è rappresentato dalle patologie cardiovascolari e il 15,9% da diabete. Al momento del ricovero, il 20,7% dei pazienti risulta infetto o colonizzato, in particolare da Enterobatteri (36,3%) e Pseudomonas a. (19,5%), localizzati soprattutto a livello delle vie urinarie (52,2%) o respiratorie (38,9%). Le infezioni/colonizzazioni al momento del ricovero sono state individuate maggiormente nelle donne (59/222, 26,6%), nella fascia di età 50-59 anni (29/109, 26,6%), nei pazienti che presentano un grado di dipendenza totale valutata tramite scala di Barthel (74/204, 36,3%) e nei ricoveri per traumatismo intracranico (10/38, 26,3%) e malattie cerebrovascolari (67/255, 26,3%). L’82,3% dei pazienti infetti/colonizzati proviene da un altro presidio ospedaliero, specialmente da un ambito intensivo. La presenza di device rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni (OR 10,77; 95% CI 6,72-17,26); il catetere vescicale è il device più utilizzato (110/547 ricoveri) e correla in modo significativo con la presenza di un’infezione al ricovero (OR 8,21; 95% CI 5,12-13,14). La stessa evidenza si è riscontrata per catetere intravascolare (OR 11,34, 95% CI 5,78-22,25), tracheostomia (OR 8,16, 95% CI 4,08-16,33) e PEG (OR 7,27, 95% CI 3,69-14,29), ma non per sondino nasogastrico e derivazione ventricolo-peritoneale. Il 6,0% dei tamponi rettali di sorveglianza risulta positivo, con Acinetobacter b. (2,9%) e Klebsiella pn. (2,0%) quali microrganismi più frequentemente isolati. La prevalenza complessiva di ICA al momento della rilevazione è del 3,6%, di cui il 77,3% è rappresentato da infezioni urinarie, seguite da polmoniti (9,0%) e batteriemie (9,0%). Le ICA si riscontrano in particolare nei soggetti di età compresa tra 60-69 anni (8/125, 6,4%), provenienti da un altro ospedale (18/288, 6,3%), per lo più da ambito internistico, nei ricoveri per patologia degenerativa (5/92, 5,4%) e nei soggetti con dipendenza totale (14/204, 6,7%). Nell’analisi di antibiotico-resistenza Acinetobacter b. mostra elevata resistenza verso la totalità delle molecole testate (β-lattamici, cefalosporine di terza generazione, fluorochinolonici, carbapenemi e aminoglicosidi). Pseudomonas a. evidenzia un moderato profilo di resistenza verso le comuni molecole testate, così come Enterobatteri e Staphylococcus a., i quali tuttavia risultano sensibili rispettivamente a carbapenemi e glicopeptidi. Scarse resistenze si individuano per gli Enterococchi. Un simile profilo di resistenza si osserva nei microrganismi responsabili di ICA alla rilevazione. Conclusioni: La prevalenza di ICA risulta inferiore rispetto al dato riportato in letteratura nello stesso ambito di cura (14,9%). La principale criticità riguarda le infezioni/colonizzazioni al momento dell’ammissione che evidenzia l’importanza di un’appropriata gestione del paziente, anche alla luce del profilo di antibiotico-resistenza individuato.Pubblicazioni consigliate
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