La farsa del rituale negromantico nel dramma in musica di primo Seicento

Questo lavoro si concentra su una particolare modalità di rivisitazione di quella che si può forse considerare come la tipologia di scena operistica più amata nel dramma in musica di primo Seicento: l’evocazione magica, in genere tinta di negromanzia. L’analisi si sofferma su due libretti veneziani, il ‘Sidonio e Dorisbe’ di Francesco Melosio e l’‘Ormindo’ di Giovanni Faustini, che appositamente sono scelti a titolo esemplificativo in virtù del loro diverso atteggiamento nei confronti dell’opera in musica – ancora in parte rivolto all’origine cortigiana il primo; professionale e impresariale (oltre che filo-Incognito) il secondo –. La modalità di rivisitazione in esame funziona attraverso un procedimento per così dire parodico, comparendo in drammi che inscenano una ‘farsa’ dell’ombra scene (per ricorrere a un termine di Ellen Rosand) con risvolti ovviamente comici, ma carichi anche di riflessioni metateatrali e storico-letterarie degne di essere indagate.