Quello che sembra connotare la città contemporanea in questi anni è senz’altro la sua consistenza urbanizzata, il suo capitale fisso sociale, il suo patrimonio, la sua forma consolidatasi di cui però non comprendiamo chiaramente le dinamiche di trasformazione, ma solo un bisogno insoddisfatto di riqualificazione, di miglioramento complessivo, di innalzamento della qualità della vita. Dopo la crisi esplosa nel 2007 il tema più interessante non è tanto verso quale assetto e forma si muova la città oggi, quanto piuttosto come intervenire, quali strategie elaborare e quali azioni promuovere – «sperimentando» nuovi percorsi stante la dichiarata inefficacia dei vecchi strumenti; sperimentazione possibile solo se comprendessimo quali sono i bisogni della nuova città e della società che in essa vive. La rigenerazione urbana, strategia che sembra voler oggi riassumere i nuovi obiettivi per la città e per il territorio sembra dover constare di alcuni semplici e chiari obiettivi (trasformazione dell’esistente in chiave sostenibile con miglioramento di qualità del costruito e miglioramento delle condizioni di vita delle comunità, favorendone integrazione e coesione) che dovrebbero poi nei progetti proposti e nelle diverse pratiche di realizzazione aprirsi al grande ventaglio di innovazioni tecnologiche, diventare occasione di collaborazione tra istituzioni, comunità e attori economici per l’individuazione di soluzioni innovative, muoversi all’interno di un quadro generale condiviso (etico, normativo, culturale) che abbia introdotto i principi di sostenibilità e che supporti il cambiamento. In breve, non bisogna investire la rigenerazione di troppi obiettivi per evitare che da concetto pregno di significati, si trasformi in un «contenitore retorico» di assoluta inefficacia.

Cosa c’è dopo la «città diffusa»? Alcune domande

SAVINO M.
2018

Abstract

Quello che sembra connotare la città contemporanea in questi anni è senz’altro la sua consistenza urbanizzata, il suo capitale fisso sociale, il suo patrimonio, la sua forma consolidatasi di cui però non comprendiamo chiaramente le dinamiche di trasformazione, ma solo un bisogno insoddisfatto di riqualificazione, di miglioramento complessivo, di innalzamento della qualità della vita. Dopo la crisi esplosa nel 2007 il tema più interessante non è tanto verso quale assetto e forma si muova la città oggi, quanto piuttosto come intervenire, quali strategie elaborare e quali azioni promuovere – «sperimentando» nuovi percorsi stante la dichiarata inefficacia dei vecchi strumenti; sperimentazione possibile solo se comprendessimo quali sono i bisogni della nuova città e della società che in essa vive. La rigenerazione urbana, strategia che sembra voler oggi riassumere i nuovi obiettivi per la città e per il territorio sembra dover constare di alcuni semplici e chiari obiettivi (trasformazione dell’esistente in chiave sostenibile con miglioramento di qualità del costruito e miglioramento delle condizioni di vita delle comunità, favorendone integrazione e coesione) che dovrebbero poi nei progetti proposti e nelle diverse pratiche di realizzazione aprirsi al grande ventaglio di innovazioni tecnologiche, diventare occasione di collaborazione tra istituzioni, comunità e attori economici per l’individuazione di soluzioni innovative, muoversi all’interno di un quadro generale condiviso (etico, normativo, culturale) che abbia introdotto i principi di sostenibilità e che supporti il cambiamento. In breve, non bisogna investire la rigenerazione di troppi obiettivi per evitare che da concetto pregno di significati, si trasformi in un «contenitore retorico» di assoluta inefficacia.
2018
Discorsi sulla città. Zibaldone contemporaneo
978-88-2290-220-7
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