Scopo primario del presente studio è stato quello di determinare la diffusione di larve di nematodi Anisakidae del genere Anisakis in specie ittiche, in primis alici e sardine, pescate in diversi areali del Mar Adriatico centro-meridionale, comparando i risultati con i dati disponibili per gli areali adriatici settentrionali e valutando le eventuali correlazioni con fattori di tipo ambientale ed ecologico. I risultati ottenuti nel corso di questo studio hanno mostrato, su 2.332 pesci esaminati in totale e rappresentati da diverse specie ittiche di interesse commerciale provenienti da areali di pesca del mar Adriatico centrale e meridionale (Ancona, S. Benedetto del Tronto, Manfredonia, Molfetta e Lecce), una prevalenza totale di 8,1% per larve di nematodi Anisakidae appartenenti al genere Anisakis, mentre il 27,2% è risultato positivo per larve di Hysterothylacium sp. Le prevalenze riscontrate per Anisakis spp. nelle diverse specie ittiche hanno presentato valori differenti: 1,9% nelle sardine (Sardina pilchardus), 8,6% nelle alici (Engraulis encrasicolus), 17,1% nei naselli (Merluccius merluccius), 44,4% nei suri (Trachurus trachurus), 60,7% nei lanzardi (Scomber colias) e 66,6% negli sgombri (S. scombrus), con rilevanti differenze in relazione all’areale di pesca soprattutto quando comparati ai dati esistenti per le popolazioni ittiche provenienti da areali settentrionali del Mar Adriatico. Le differenze rilevate sono state messe in relazione con le caratteristiche idrologiche, morfologiche ed ecologiche che contraddistinguono i diversi areali adriatici e lo suddividono in due diversi ecosistemi, le cui proprietà incidono in larga misura sulla composizione della comunità faunistica, che include i principali ospiti di Anisakis e si riflette anche sulla sua distribuzione nel tempo e nello spazio. Il Mar Adriatico può essere infatti diviso in una porzione settentrionale definita come un'area costiera neritica ed eutrofica per i fondali poco profondi e i numerosi fiumi dell'Italia settentrionale che immettono abbondante acqua dolce ricca di nutrimento al suo interno, ed una porzione centro-meridionale identificata come un ecosistema di tipo oceanico ed oligotrofico, in quanto i fondali sono molto profondi e la ridotta presenza dei fiumi rende le acque scarse di nutrimento, ma con concentrazione salina elevata. Queste caratteristiche influenzano fortemente la distribuzione e l'abbondanza di molti degli ospiti coinvolti nel ciclo biologico di Anisakis, in particolare quelli intermedi (crostacei eufasiacei) e definitivi (cetacei), portando ad importanti differenze anche nella diffusione degli stadi larvali del parassita nelle popolazioni ittiche marine.
Anisakiasi ittica: studio ecoparassitologico in diversi areali di pesca del Mar Adriatico centro-meridionale
Quaglio F.;
2016
Abstract
Scopo primario del presente studio è stato quello di determinare la diffusione di larve di nematodi Anisakidae del genere Anisakis in specie ittiche, in primis alici e sardine, pescate in diversi areali del Mar Adriatico centro-meridionale, comparando i risultati con i dati disponibili per gli areali adriatici settentrionali e valutando le eventuali correlazioni con fattori di tipo ambientale ed ecologico. I risultati ottenuti nel corso di questo studio hanno mostrato, su 2.332 pesci esaminati in totale e rappresentati da diverse specie ittiche di interesse commerciale provenienti da areali di pesca del mar Adriatico centrale e meridionale (Ancona, S. Benedetto del Tronto, Manfredonia, Molfetta e Lecce), una prevalenza totale di 8,1% per larve di nematodi Anisakidae appartenenti al genere Anisakis, mentre il 27,2% è risultato positivo per larve di Hysterothylacium sp. Le prevalenze riscontrate per Anisakis spp. nelle diverse specie ittiche hanno presentato valori differenti: 1,9% nelle sardine (Sardina pilchardus), 8,6% nelle alici (Engraulis encrasicolus), 17,1% nei naselli (Merluccius merluccius), 44,4% nei suri (Trachurus trachurus), 60,7% nei lanzardi (Scomber colias) e 66,6% negli sgombri (S. scombrus), con rilevanti differenze in relazione all’areale di pesca soprattutto quando comparati ai dati esistenti per le popolazioni ittiche provenienti da areali settentrionali del Mar Adriatico. Le differenze rilevate sono state messe in relazione con le caratteristiche idrologiche, morfologiche ed ecologiche che contraddistinguono i diversi areali adriatici e lo suddividono in due diversi ecosistemi, le cui proprietà incidono in larga misura sulla composizione della comunità faunistica, che include i principali ospiti di Anisakis e si riflette anche sulla sua distribuzione nel tempo e nello spazio. Il Mar Adriatico può essere infatti diviso in una porzione settentrionale definita come un'area costiera neritica ed eutrofica per i fondali poco profondi e i numerosi fiumi dell'Italia settentrionale che immettono abbondante acqua dolce ricca di nutrimento al suo interno, ed una porzione centro-meridionale identificata come un ecosistema di tipo oceanico ed oligotrofico, in quanto i fondali sono molto profondi e la ridotta presenza dei fiumi rende le acque scarse di nutrimento, ma con concentrazione salina elevata. Queste caratteristiche influenzano fortemente la distribuzione e l'abbondanza di molti degli ospiti coinvolti nel ciclo biologico di Anisakis, in particolare quelli intermedi (crostacei eufasiacei) e definitivi (cetacei), portando ad importanti differenze anche nella diffusione degli stadi larvali del parassita nelle popolazioni ittiche marine.Pubblicazioni consigliate
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