La riflessione sulla condizione delle donne all’interno dei movimenti femministi e la domanda politica che ne è derivata nei decenni passati come in tempi recenti, hanno prodotto delle ricadute sul quadro normativo e sui sistemi di policy di riferimento a più livelli, aprendo a degli spazi in termini di riconoscimento di diritti o comunque di regolazione giuridica di specifici aspetti del vivere sociale e di alcuni fenomeni sociali che interessano la donna in modo differenziato rispetto all’uomo, tra i quali la violenza maschile contro le donne. Proprio quest’ultimo problema ha attraversato le reti e gli scambi transnazionali tra le donne riproponendo il tema della differenza di potere tra i sessi in chiave anche di riconoscimento della simultaneità e molteplicità dei sistemi di oppressione e favorendo una riflessione orientata all’azione a partire da una serie di considerazioni che investono l’effettività e l’efficacia della normativa vigente rispetto al perseguire obiettivi più generali legati alla rimozione delle discriminazioni su base sessuale e al riconoscimento del valore sociale delle donne e del lavoro di riproduzione. Rispetto al discorso della violenza maschile nei confronti delle donne e più in generale con riferimento al problema dell’affermazione, riconoscimento, effettività e giustiziabilità dei diritti umani delle donne, il progressivo perfezionamento della machinery relativa alla procedure di monitoraggio dei diritti umani e quella più recente di allargamento del campo d’azione e di rafforzamento del diritto internazionale dei diritti umani, giocano un ruolo di primo piano per comprendere quali siano gli scenari entro i quali è oggi possibile proporre una riflessione su questo problema utilizzando gli strumenti che i diritti umani stessi possono offrire nella promozione della condizione femminile. Tale operazione, che non è scontata, necessita di un presidio molto forte da parte delle donne stesse. Se è vero infatti che le analisi femministe – anche quelle di ispirazione istituzionalista - hanno contribuito in modo determinante alla riformulazione dell’ideale universale dei diritti umani e che questo percorso ha coinciso con un ampliamento dello stesso concetto di universalità portando all’adozione di numerosi dispositivi per l’eliminazione delle discriminazioni fra i sessi e più in generale intervenendo nel processo di agenda-setting di numerosi paesi così come a livello intergovernativo, rimane comunque necessario continuare a lavorare sul piano politico affinché le tematiche collegate al rapporto di potere tra i sessi non siano inglobate nell’universale maschile contrastando il tentativo istituzionale di “neutralizzare” l’assunto politico alla base della violenza sulle donne nella sua dimensione strutturale e sistemica. La possibile adozione di un trattato ad hoc in materia di violenza da un lato ripropone la valenza del paradigma diritti umani rispetto al tema della protezione delle donne vittime e del contrasto al fenomeno dall'altro solleva questioni che pertengono sia al processo di specificazione e di moltiplicazione dei diritti umani sia alla capacità di questo paradigma di cogliere la domanda politica dei movimenti delle donne.
La risposta istituzionale al fenomeno della violenza contro le donne nella prospettiva giuridica: verso l’adozione di un trattato internazionale tra dimensione simbolica e simultaneità dei sistemi di oppressione
paola degani
2017
Abstract
La riflessione sulla condizione delle donne all’interno dei movimenti femministi e la domanda politica che ne è derivata nei decenni passati come in tempi recenti, hanno prodotto delle ricadute sul quadro normativo e sui sistemi di policy di riferimento a più livelli, aprendo a degli spazi in termini di riconoscimento di diritti o comunque di regolazione giuridica di specifici aspetti del vivere sociale e di alcuni fenomeni sociali che interessano la donna in modo differenziato rispetto all’uomo, tra i quali la violenza maschile contro le donne. Proprio quest’ultimo problema ha attraversato le reti e gli scambi transnazionali tra le donne riproponendo il tema della differenza di potere tra i sessi in chiave anche di riconoscimento della simultaneità e molteplicità dei sistemi di oppressione e favorendo una riflessione orientata all’azione a partire da una serie di considerazioni che investono l’effettività e l’efficacia della normativa vigente rispetto al perseguire obiettivi più generali legati alla rimozione delle discriminazioni su base sessuale e al riconoscimento del valore sociale delle donne e del lavoro di riproduzione. Rispetto al discorso della violenza maschile nei confronti delle donne e più in generale con riferimento al problema dell’affermazione, riconoscimento, effettività e giustiziabilità dei diritti umani delle donne, il progressivo perfezionamento della machinery relativa alla procedure di monitoraggio dei diritti umani e quella più recente di allargamento del campo d’azione e di rafforzamento del diritto internazionale dei diritti umani, giocano un ruolo di primo piano per comprendere quali siano gli scenari entro i quali è oggi possibile proporre una riflessione su questo problema utilizzando gli strumenti che i diritti umani stessi possono offrire nella promozione della condizione femminile. Tale operazione, che non è scontata, necessita di un presidio molto forte da parte delle donne stesse. Se è vero infatti che le analisi femministe – anche quelle di ispirazione istituzionalista - hanno contribuito in modo determinante alla riformulazione dell’ideale universale dei diritti umani e che questo percorso ha coinciso con un ampliamento dello stesso concetto di universalità portando all’adozione di numerosi dispositivi per l’eliminazione delle discriminazioni fra i sessi e più in generale intervenendo nel processo di agenda-setting di numerosi paesi così come a livello intergovernativo, rimane comunque necessario continuare a lavorare sul piano politico affinché le tematiche collegate al rapporto di potere tra i sessi non siano inglobate nell’universale maschile contrastando il tentativo istituzionale di “neutralizzare” l’assunto politico alla base della violenza sulle donne nella sua dimensione strutturale e sistemica. La possibile adozione di un trattato ad hoc in materia di violenza da un lato ripropone la valenza del paradigma diritti umani rispetto al tema della protezione delle donne vittime e del contrasto al fenomeno dall'altro solleva questioni che pertengono sia al processo di specificazione e di moltiplicazione dei diritti umani sia alla capacità di questo paradigma di cogliere la domanda politica dei movimenti delle donne.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Contributo in un volume collettaneo curato da Annalisa Murgia e Barbara Poggio nell'ambito di un'iniziativa convegnistica collegata al progetto GARCIA coordinato dall'Universtà di Trento, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale,Centro Studi Interdisciplinari di Genere
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