Fin dalle più risalenti attestazioni dei collegi consolari e dei consilia ristretti, la vita politica dei comuni italiani rappresenta un interessante laboratorio di sperimentazioni di pratiche deliberative. Il saggio indaga forme e protagonisti dei processi decisionali, ripercorrendo le fasi che hanno scandito la progressiva affermazione delle logiche maggioritarie e mostrandone ambiti e ragioni di applicazione concreta fino all'avvento del regime podestarile. Punti di riferimento obbligati in materia sono gli studi – degli inizi del Novecento ma ancora fondamentali – di Edoardo Ruffini: nella prima parte del contributo se ne discutono le acquisizioni più rilevanti, a partire dalla sottolineatura della relatività storica del principio maggioritario, che «non ha in sé la sua ragione di essere; la può acquistare o non, a seconda del dove e del come lo si applica». Gli esempi forniti dalla documentazione (notarile e normativa) e dalle fonti narrative del XII secolo confermano e anzi precisano la valenza eminentemente pratica di tale «formula giuridica», aprendo interessanti squarci sulla cultura politica e sul funzionamento istituzionale degli organi comunali in età consolare.
“Omnes simul aut quot plures habere potero”. Rappresentazioni delle collettività e decisioni a maggioranza nei comuni italiani del XII secolo
DE ANGELIS G
Writing – Original Draft Preparation
2011
Abstract
Fin dalle più risalenti attestazioni dei collegi consolari e dei consilia ristretti, la vita politica dei comuni italiani rappresenta un interessante laboratorio di sperimentazioni di pratiche deliberative. Il saggio indaga forme e protagonisti dei processi decisionali, ripercorrendo le fasi che hanno scandito la progressiva affermazione delle logiche maggioritarie e mostrandone ambiti e ragioni di applicazione concreta fino all'avvento del regime podestarile. Punti di riferimento obbligati in materia sono gli studi – degli inizi del Novecento ma ancora fondamentali – di Edoardo Ruffini: nella prima parte del contributo se ne discutono le acquisizioni più rilevanti, a partire dalla sottolineatura della relatività storica del principio maggioritario, che «non ha in sé la sua ragione di essere; la può acquistare o non, a seconda del dove e del come lo si applica». Gli esempi forniti dalla documentazione (notarile e normativa) e dalle fonti narrative del XII secolo confermano e anzi precisano la valenza eminentemente pratica di tale «formula giuridica», aprendo interessanti squarci sulla cultura politica e sul funzionamento istituzionale degli organi comunali in età consolare.File | Dimensione | Formato | |
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