L’articolo approfondisce il ruolo che i musei possono ricoprire nella promozione del dialogo interreligioso, analizzando le scelte espositive presenti all’interno della mostra “Gerusalemme, città tre volte santa” realizzata presso il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo (MuCEM), a Marsiglia. Nello specifico, si sostiene che il riferimento alla libertà di religione, ossia l’interpretazione del fatto religioso come tratto inalienabile della dignità dell’individuo, costituisca il codice comunicativo fondamentale per evidenziare le possibilità di arricchimento reciproco tra diverse religioni. Tale approccio si concretizza, nella mostra in questione, attraverso una narrazione dei tre monoteismi basata sulla “religione del quotidiano”, in cui (1) la tipologia degli oggetti esposti, (2) la loro disposizione e (3) il linguaggio utilizzato contribuiscono a rendere l’esperienza museale un’occasione di immedesimazione nelle pratiche religiose dell’Altro.
Il ruolo interreligioso dei musei: uno studio di caso sulla mostra «Gerusalemme, città tre volte santa» (MuCEM, Marsiglia)
Desirée Campagna
2017
Abstract
L’articolo approfondisce il ruolo che i musei possono ricoprire nella promozione del dialogo interreligioso, analizzando le scelte espositive presenti all’interno della mostra “Gerusalemme, città tre volte santa” realizzata presso il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo (MuCEM), a Marsiglia. Nello specifico, si sostiene che il riferimento alla libertà di religione, ossia l’interpretazione del fatto religioso come tratto inalienabile della dignità dell’individuo, costituisca il codice comunicativo fondamentale per evidenziare le possibilità di arricchimento reciproco tra diverse religioni. Tale approccio si concretizza, nella mostra in questione, attraverso una narrazione dei tre monoteismi basata sulla “religione del quotidiano”, in cui (1) la tipologia degli oggetti esposti, (2) la loro disposizione e (3) il linguaggio utilizzato contribuiscono a rendere l’esperienza museale un’occasione di immedesimazione nelle pratiche religiose dell’Altro.
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