Negli ultimi anni una produzione audiovisiva realizzata da o con il concorso di cineaste/i afrodiscendenti di Somalia, Eritrea, Etiopia, nate/i o residenti in Italia, si è andata affiancando a un panorama letterario di recente, seppur antecedente, emersione. Tali narrazioni hanno concorso a mobilitare questioni nevralgiche del dibattito postcoloniale; tra queste, il sentimento di appartenenza su cui grava le esperienza della colonizzazione italiana e della diaspora, vissute direttamente o acquisite. Intersecando apporti derivanti da altre discipline, quali la geografia culturale, con la tradizione degli studi filmici il contributo, a partire da una selezione di opere audiovisive, pone attenzione alle strategie e alle modalità con cui tale sentimento, dalla natura spesso controversa, viene declinato nel corpus e a come si confronti con le dinamiche socio-spaziali di inclusione/esclusione. Tra gli ambiti messi a fuoco, la dimensione della narrazione, la riconfigurazione dello spazio nell’intreccio tra spazio filmico e spazio referente, la rifunzionalità di oggetti investiti di significatività (la mappa). Il contributo partecipa di un dibattito di respiro transnazionale cui si correla l'impianto del numero monografico, Scattered Subalternities: Transnationalism, Globalization and Power, teso a rafforzare un'interlocuzione di recente acquisizione in Italia. Opere analizzate: “Aulò” (2012), con Ribka Sibhatu, “La quarta via (2012)” con Kaha Mohamed Aden, diretti da Ermanno Guida, Graziano Chiscuzzu e Simone Brioni che coordina il progetto e firma con le due scrittrici le rispettive sceneggiature; “Asmarina. Voci e volti di una eredità postcoloniale” (2014) di Alan Maglio e Medhin Paolos; la produzione di Dagmawi Yimer.
Where are my houses?
Farah Polato
2017
Abstract
Negli ultimi anni una produzione audiovisiva realizzata da o con il concorso di cineaste/i afrodiscendenti di Somalia, Eritrea, Etiopia, nate/i o residenti in Italia, si è andata affiancando a un panorama letterario di recente, seppur antecedente, emersione. Tali narrazioni hanno concorso a mobilitare questioni nevralgiche del dibattito postcoloniale; tra queste, il sentimento di appartenenza su cui grava le esperienza della colonizzazione italiana e della diaspora, vissute direttamente o acquisite. Intersecando apporti derivanti da altre discipline, quali la geografia culturale, con la tradizione degli studi filmici il contributo, a partire da una selezione di opere audiovisive, pone attenzione alle strategie e alle modalità con cui tale sentimento, dalla natura spesso controversa, viene declinato nel corpus e a come si confronti con le dinamiche socio-spaziali di inclusione/esclusione. Tra gli ambiti messi a fuoco, la dimensione della narrazione, la riconfigurazione dello spazio nell’intreccio tra spazio filmico e spazio referente, la rifunzionalità di oggetti investiti di significatività (la mappa). Il contributo partecipa di un dibattito di respiro transnazionale cui si correla l'impianto del numero monografico, Scattered Subalternities: Transnationalism, Globalization and Power, teso a rafforzare un'interlocuzione di recente acquisizione in Italia. Opere analizzate: “Aulò” (2012), con Ribka Sibhatu, “La quarta via (2012)” con Kaha Mohamed Aden, diretti da Ermanno Guida, Graziano Chiscuzzu e Simone Brioni che coordina il progetto e firma con le due scrittrici le rispettive sceneggiature; “Asmarina. Voci e volti di una eredità postcoloniale” (2014) di Alan Maglio e Medhin Paolos; la produzione di Dagmawi Yimer.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2017_Polato_Where_Are_My_Houses_versione editore.pdf
accesso aperto
Descrizione: VQR 2015-19
Tipologia:
Published (Publisher's Version of Record)
Licenza:
Accesso libero
Dimensione
776.06 kB
Formato
Adobe PDF
|
776.06 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.