Il saggio si concentra sull’importanza espressiva accordata da alcuni grandi registi a oggetti e cose, con una cura per il dettaglio che ne valorizza la presenza. Molteplici sono le forme e le funzioni da essi incarnati nella messa in scena. In alcuni casi gli oggetti assolvono una valenza narrativa, coniugando precisi snodi del racconto, in altri segnalano passaggi temporali, favorendo la comparsa di processi psichici legati alla memoria e al ricordo. Frequentemente qualificano i personaggi, quasi in una sorta di loro prolungamento, elevandosi, a volte, a valore simbolico del disorientamento e della divisione soggettiva che singole figure vivono. Per alcuni registi gli oggetti, o meglio le cose (intese come cassa di risonanza di idee, fantasie, affetti, cariche libidiche dei personaggi) non sono quindi semplice fondo scenografico ma agiscono, intervengono nella narrazione filmica in molteplici modi, arricchendo il piano narrativo e visivo di complesse sfumature. Propongo all’interno del saggio un percorso nel cinema attraverso l’analisi di alcuni momenti pregnanti nei film di Ingmar Bergman, Aki Kaurismaki, e Silvio Soldini che pur con stili differenti, manifestano una sensibile attenzione per oggetti ed elementi di arredo; tutti particolari rivestiti di una forte valenza evocativa.
Percorsi nel cinema di Bergman, Kaurismaki e Soldini
Rosamaria Salvatore
2017
Abstract
Il saggio si concentra sull’importanza espressiva accordata da alcuni grandi registi a oggetti e cose, con una cura per il dettaglio che ne valorizza la presenza. Molteplici sono le forme e le funzioni da essi incarnati nella messa in scena. In alcuni casi gli oggetti assolvono una valenza narrativa, coniugando precisi snodi del racconto, in altri segnalano passaggi temporali, favorendo la comparsa di processi psichici legati alla memoria e al ricordo. Frequentemente qualificano i personaggi, quasi in una sorta di loro prolungamento, elevandosi, a volte, a valore simbolico del disorientamento e della divisione soggettiva che singole figure vivono. Per alcuni registi gli oggetti, o meglio le cose (intese come cassa di risonanza di idee, fantasie, affetti, cariche libidiche dei personaggi) non sono quindi semplice fondo scenografico ma agiscono, intervengono nella narrazione filmica in molteplici modi, arricchendo il piano narrativo e visivo di complesse sfumature. Propongo all’interno del saggio un percorso nel cinema attraverso l’analisi di alcuni momenti pregnanti nei film di Ingmar Bergman, Aki Kaurismaki, e Silvio Soldini che pur con stili differenti, manifestano una sensibile attenzione per oggetti ed elementi di arredo; tutti particolari rivestiti di una forte valenza evocativa.Pubblicazioni consigliate
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