L’articolo propone alcune testimonianze relative all’organo nell’Impero romano durante il regno di Nerone. Il percorso, letterario archeologico e figurativo, mostra uno strumento con precisi caratteri politici e diplomatici, tali da renderlo immagine sonora del potere imperiale. Il contributo prende avvio dalla scelta di Vitruvio, ingegnere del primo Augusto, di inserire nel De Architectura lo strumento quale macchina complessa, utile in tempo di pace ad esprimere l’immagine della gloria e della potenza dell’imperatore che era in grado di costruirla. Il saggio prosegue riferendo della presenza dello strumento durante l’impero di Nerone e proponendo l’ipotesi dell’esistenza di uno strumento proprio nel palazzo privato dell’imperatore. Attraverso la rilettura di alcuni passi della Vita Neronis di Svetonio e alcune rilevanze archeologiche messe in luce nella Domus Aurea sull’Esquilino, viene proposta una nuova interpretazione della vita, soprattutto musicale, di Nerone. Partendo dai tratti del giovane imperatore e dalla sua educazione si rilevano i legami di Nerone con il mondo alessandrino. Tali contatti divengono evidenti soprattutto nel palazzo dell’Esquilino dove scelte di stampo ellenistico predominano negli aspetti architettonici esteriori della domus, così come nelle ambientazioni dionisiache degli interni e negli apparati scenografici. È possibile dunque che gli ingegneri di Nerone, i quali avevano dotato il palazzo di alcuni congegni idraulici inventati da Ctesibio, meccanico di Tolemeo II Filadelfo, non avessero trascurato neanche l’organo idraulico, descritto per di più da Erone.

L’organo a palazzo nell’impero di Nerone

DESSI', PAOLA
2008

Abstract

L’articolo propone alcune testimonianze relative all’organo nell’Impero romano durante il regno di Nerone. Il percorso, letterario archeologico e figurativo, mostra uno strumento con precisi caratteri politici e diplomatici, tali da renderlo immagine sonora del potere imperiale. Il contributo prende avvio dalla scelta di Vitruvio, ingegnere del primo Augusto, di inserire nel De Architectura lo strumento quale macchina complessa, utile in tempo di pace ad esprimere l’immagine della gloria e della potenza dell’imperatore che era in grado di costruirla. Il saggio prosegue riferendo della presenza dello strumento durante l’impero di Nerone e proponendo l’ipotesi dell’esistenza di uno strumento proprio nel palazzo privato dell’imperatore. Attraverso la rilettura di alcuni passi della Vita Neronis di Svetonio e alcune rilevanze archeologiche messe in luce nella Domus Aurea sull’Esquilino, viene proposta una nuova interpretazione della vita, soprattutto musicale, di Nerone. Partendo dai tratti del giovane imperatore e dalla sua educazione si rilevano i legami di Nerone con il mondo alessandrino. Tali contatti divengono evidenti soprattutto nel palazzo dell’Esquilino dove scelte di stampo ellenistico predominano negli aspetti architettonici esteriori della domus, così come nelle ambientazioni dionisiache degli interni e negli apparati scenografici. È possibile dunque che gli ingegneri di Nerone, i quali avevano dotato il palazzo di alcuni congegni idraulici inventati da Ctesibio, meccanico di Tolemeo II Filadelfo, non avessero trascurato neanche l’organo idraulico, descritto per di più da Erone.
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