Il Gallo Vaticano, una scultura in bronzo dorato tra Medioevo e Rinascimento.

Conservato per secoli nella Sacrestia vaticana e, dal 1975, presso il Museo del Tesoro della basilica di San Pietro in Vaticano, il Gallo vaticano, una scultura in bronzo alta circa sessanta centimetri, è da sempre stato considerato, anche dalla letteratura storico-artistica più recente, quale anemoscopio del primo campanile della basilica costantiniana da riferirsi agli interventi di papa Leone IV e quindi databile IX secolo. L'opera è stata recentemente sottoposta ad un intervento di restauro, in occasione del nuovo allestimento di alcune sale del Museo, durante il quale sono state eseguite indagini scientifiche e ricerche archivistiche e storicoartistiche al fine di approfondire la tecnica di realizzazione e verificare la tradizionale datazione del manufatto. Durante l'intervento di restauro, una volta rimossi i primi strati di ridoratura a vernice e porporina, grazie allo studio delle superfici esterne e interne e all’analisi dei materiali costitutivi è stato possibile constatare che il Gallo venne realizzato con una perfetta fusione a cera persa diretta e originariamente dorato per “martellinatura”. Nel corso dell’intervento è apparso evidente agli operatori che il discreto stato di conservazione, l'integrità e la struttura del manufatto mal si accordavano sia con la tradizionale datazione, troppo antica, sia con la presupposta funzione anemoscopica; i dati scientifici, integrati da ulteriori ricerche storico-artistiche e da una specifica indagine archivistica, hanno indotto a considerare fortemente improbabile una collocazione altomedioevale e a proporre per il Gallo vaticano una nuova datazione al XV secolo, supportata da una lettura comparativa delle fonti trattatistiche e iconografiche.