La decisione di inserire a conclusione di un volume di «psicologia delle disabilità e dell’inclusione» un capitolo che si occupa di welfare e del cosiddetto terzo settore è stata presa in concomitanza di tre occasioni che non avevamo previsto quando, assieme all’editore, avevamo deciso di scrivere questo manuale. La prima occasione è stata di natura professionale, ma anche squisitamente relazionale e amicale quando gli autori di questo capitolo, dopo alcuni decenni dalle lotte per la deistituzionalizzazione compiute assieme, si sono trovati, il 26 aprile 2016, presso l’Università di Padova, all’interno di una giornata di studio dedicata alla cooperazione internazionale, ai diritti umani e all’inclusione, a condividere il progetto della costituzione di un gruppo di lavoro e di confronto per la messa a punto di un «manifesto in difesa dell’inclusione» accomunati dalla sensazione che attorno a essa si stavano registrando preoccupanti ripensamenti e minacce anche a causa della recente crisi economica e della crescita del fenomeno dell’immigrazione. La seconda occasione che ci ha portato a dedicare la parte conclusiva di questo scritto al welfare state è l’incontro «Verso un sistema mondiale di cooperazione allo sviluppo dei territori» che si è tenuto il 1° luglio a Venezia presso Ufficio regionale dell’UNESCO per la scienza e la cultura in Europa, che ha sancito la stesura di una agenda di importanti collaborazioni finalizzate alla realizzazione di iniziative esemplari in materia di cooperazione e inclusione1. L’evento, riprendendo l’esperienza maturata in seno al Padiglione della KIP che presso EXPO 2015 ha posto al centro del confronto e degli impegni che i partecipanti hanno condiviso alcuni temi cruciali in materia di sviluppo, cooperazione e inclusione come, per esempio, quello del finanziamento sostenibile delle attività di economia sociale e sviluppo locale, della cultura della differenza per la convivenza e lo sviluppo dei territori, della necessità di superare gli appalti e le gare, fonti di poca trasparenza e frammentazione nell’ambito di una nuova politica capace di esprimere le pratiche più avanzate e innovative di sviluppo e della formazione dei professionisti dello sviluppo e della cooperazione internazionale. La terza occasione che ci ha portato a scrivere questo capitolo conclusivo è stato l’acuirsi del dibattito che in Italia stava provocando l’approvazione in via definitiva della riforma del terzo settore, proprio mentre stavamo passando all’editore il testo definitivo di questo volume e che stava coinvolgendo le diverse organizzazioni interessate all’inclusione delle persone con disabilità, e non solo. Si tratta, come avremo modo di sottolineare nelle pagine seguenti, di un settore decisamente importante anche sul versante economico se è vero che nel nostro paese sono presenti almeno 300.000 organizzazioni interessate a esso, con oltre un milione di addetti e quasi 5 milioni di volontari, e che rappresenta uno straordinario potenziale di crescita e occupazione dato che, a detta di tutti, è l’unico comparto, almeno in Italia, che negli anni della crisi economica ha continuato a crescere in maniera significativa.

Un sistema di welfare per tutti... nonostante la crisi economica

NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2016

Abstract

La decisione di inserire a conclusione di un volume di «psicologia delle disabilità e dell’inclusione» un capitolo che si occupa di welfare e del cosiddetto terzo settore è stata presa in concomitanza di tre occasioni che non avevamo previsto quando, assieme all’editore, avevamo deciso di scrivere questo manuale. La prima occasione è stata di natura professionale, ma anche squisitamente relazionale e amicale quando gli autori di questo capitolo, dopo alcuni decenni dalle lotte per la deistituzionalizzazione compiute assieme, si sono trovati, il 26 aprile 2016, presso l’Università di Padova, all’interno di una giornata di studio dedicata alla cooperazione internazionale, ai diritti umani e all’inclusione, a condividere il progetto della costituzione di un gruppo di lavoro e di confronto per la messa a punto di un «manifesto in difesa dell’inclusione» accomunati dalla sensazione che attorno a essa si stavano registrando preoccupanti ripensamenti e minacce anche a causa della recente crisi economica e della crescita del fenomeno dell’immigrazione. La seconda occasione che ci ha portato a dedicare la parte conclusiva di questo scritto al welfare state è l’incontro «Verso un sistema mondiale di cooperazione allo sviluppo dei territori» che si è tenuto il 1° luglio a Venezia presso Ufficio regionale dell’UNESCO per la scienza e la cultura in Europa, che ha sancito la stesura di una agenda di importanti collaborazioni finalizzate alla realizzazione di iniziative esemplari in materia di cooperazione e inclusione1. L’evento, riprendendo l’esperienza maturata in seno al Padiglione della KIP che presso EXPO 2015 ha posto al centro del confronto e degli impegni che i partecipanti hanno condiviso alcuni temi cruciali in materia di sviluppo, cooperazione e inclusione come, per esempio, quello del finanziamento sostenibile delle attività di economia sociale e sviluppo locale, della cultura della differenza per la convivenza e lo sviluppo dei territori, della necessità di superare gli appalti e le gare, fonti di poca trasparenza e frammentazione nell’ambito di una nuova politica capace di esprimere le pratiche più avanzate e innovative di sviluppo e della formazione dei professionisti dello sviluppo e della cooperazione internazionale. La terza occasione che ci ha portato a scrivere questo capitolo conclusivo è stato l’acuirsi del dibattito che in Italia stava provocando l’approvazione in via definitiva della riforma del terzo settore, proprio mentre stavamo passando all’editore il testo definitivo di questo volume e che stava coinvolgendo le diverse organizzazioni interessate all’inclusione delle persone con disabilità, e non solo. Si tratta, come avremo modo di sottolineare nelle pagine seguenti, di un settore decisamente importante anche sul versante economico se è vero che nel nostro paese sono presenti almeno 300.000 organizzazioni interessate a esso, con oltre un milione di addetti e quasi 5 milioni di volontari, e che rappresenta uno straordinario potenziale di crescita e occupazione dato che, a detta di tutti, è l’unico comparto, almeno in Italia, che negli anni della crisi economica ha continuato a crescere in maniera significativa.
2016
Psicologia delle disabilità e dell’inclusione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3231452
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