La malattia proliferativa branchiale da amebe (AGD) rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari dei salmonidi marini in Tasmania ed Australia ed è segnalata anche in Scozia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada, Francia, Spagna, Irlanda, Cile, Norvegia e Sud Africa. La forma d’acqua dolce di malattia proliferativa branchiale associata ad amebe è denominata malattia nodulare branchiale (NGD) per il tipico aspetto delle lesioni. L’NGD è stata segnalata negli allevamenti di trota iridea (Oncorhynchus mykiss Walbaum) in Danimarca, Polonia, Germania, Stati Uniti e Canada. In quest’ultimo paese la malattia è stata descritta anche nel salmerino alpino (Salvelinus Alpinus). A partire dal 2012 è stata riscontrato un aumento della mortalità in troticolture della Provincia di Trento; in seguito sono stati segnalati episodi simili in Veneto, Piemonte e nelle Marche. I pesci colpiti manifestano i sintomi tipici da difficoltà respiratoria (opercoli divaricati, ipermucosità ed anemia) con mortalità fino al 60% durante i mesi invernali. La malattia colpisce diverse classi di età: da avannotti, dopo essere stati immessi nelle vasche di ingrasso da circa due settimane, fino a soggetti di taglia commerciale. I soggetti con sintomatologia clinica all’esame necroscopico mostrano branchie rigonfie caratterizzate da un aspetto proliferativo con ipermucosità, presenza di noduli biancastri di 1-2 mm di diametro prevalentemente nelle porzioni distali dei filamenti, alternanza di aree anemiche e congeste e striature emorragiche. I noduli coinvolgono diversi filamenti adiacenti e protrudono verso i filamenti contigui non affetti. Le lesioni possono riguardare l’intero arco branchiale o avere carattere focale. Tra i filamenti sulla superficie branchiale è possibile osservare residui alimentari e detriti di varia origine frammisti a muco.L’esame al microscopio a fresco delle branchie rivela intensa reazione iperplastica associata ad aumento della produzione di muco. I filamenti colpiti perdono la normale struttura morfologica per assumere un profilo arrotondato e dilatato, specialmente a livello apicale, definito in gergo “aspetto a cerino”. Nei segmenti di tessuto interessati le lamelle collabiscono tra loro, così da apparire una massa unica. Nei casi di maggiore gravità i filamenti si fondono tra loro a gruppi di due o più, fino a coinvolgere tutto l’arco branchiale. Sono osservati con frequenza anche deviazioni ed incurvamenti degli apici dei filamenti. Le branchie possono risultare anemiche associate ad emorragie, congestioni vascolari e teleangectasie. All’osservazione istologica delle sezioni branchiali si rileva intensa reazione proliferativa con iperplasia ed ipertrofia delle cellule epiteliali che arrivano ad occupare l’intero spazio interlamellare. Le cellule epiteliali sono caratterizzate da pleomorfismo nucleare (anisocariosi). Alcuni nuclei si presentano abnormemente ipertrofici con piccolo nucleolo in posizione centrale, citoplasma ridotto e pallido e contorni cellulari mal distinti o ben definibili per presenza di spongiosi. L’osservazione di figure mitotiche è comune. Nei filamenti si osservavano numerose cellule epiteliali in necrosi, talvolta sfaldate con evidente picnosi, carioressi e cariolisi. Fra le cellule dell’epitelio si rileva infiltrato flogistico con numerosi linfociti, macrofagi e cellule granulari eosinofiliche/mastociti. Strutture cellulari, riferibili ad amebe, di dimensioni comprese tra 15-25 µm dalla forma variabile, (poliedriche, rotondeggiante o allungate) sono associate alle lesioni. Le amebe sono confinate nella superficie del tessuto iperplastico o in sfaldamento, talvolta incistate nell’epitelio singolarmente o in piccoli gruppi. I parassiti vengono maggiormente evidenziati con il metodo di colorazione di Giemsa e si colorano di un blu più intenso rispetto ai tessuti circostanti. Durante massive infestazioni la superficie epiteliale è colonizzata da amebe disposte in sequenze continue. Con l’aumentare del numero di microorganismi si osservano cluster di parassiti occupare l’intero spazio tra filamenti adiacenti.
Malattia Nodulare Branchiale, una patologia emergente nelle troticolture italiane.
QUAGLIO, FRANCESCO;PEROLO, ALBERTO;
2015
Abstract
La malattia proliferativa branchiale da amebe (AGD) rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari dei salmonidi marini in Tasmania ed Australia ed è segnalata anche in Scozia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada, Francia, Spagna, Irlanda, Cile, Norvegia e Sud Africa. La forma d’acqua dolce di malattia proliferativa branchiale associata ad amebe è denominata malattia nodulare branchiale (NGD) per il tipico aspetto delle lesioni. L’NGD è stata segnalata negli allevamenti di trota iridea (Oncorhynchus mykiss Walbaum) in Danimarca, Polonia, Germania, Stati Uniti e Canada. In quest’ultimo paese la malattia è stata descritta anche nel salmerino alpino (Salvelinus Alpinus). A partire dal 2012 è stata riscontrato un aumento della mortalità in troticolture della Provincia di Trento; in seguito sono stati segnalati episodi simili in Veneto, Piemonte e nelle Marche. I pesci colpiti manifestano i sintomi tipici da difficoltà respiratoria (opercoli divaricati, ipermucosità ed anemia) con mortalità fino al 60% durante i mesi invernali. La malattia colpisce diverse classi di età: da avannotti, dopo essere stati immessi nelle vasche di ingrasso da circa due settimane, fino a soggetti di taglia commerciale. I soggetti con sintomatologia clinica all’esame necroscopico mostrano branchie rigonfie caratterizzate da un aspetto proliferativo con ipermucosità, presenza di noduli biancastri di 1-2 mm di diametro prevalentemente nelle porzioni distali dei filamenti, alternanza di aree anemiche e congeste e striature emorragiche. I noduli coinvolgono diversi filamenti adiacenti e protrudono verso i filamenti contigui non affetti. Le lesioni possono riguardare l’intero arco branchiale o avere carattere focale. Tra i filamenti sulla superficie branchiale è possibile osservare residui alimentari e detriti di varia origine frammisti a muco.L’esame al microscopio a fresco delle branchie rivela intensa reazione iperplastica associata ad aumento della produzione di muco. I filamenti colpiti perdono la normale struttura morfologica per assumere un profilo arrotondato e dilatato, specialmente a livello apicale, definito in gergo “aspetto a cerino”. Nei segmenti di tessuto interessati le lamelle collabiscono tra loro, così da apparire una massa unica. Nei casi di maggiore gravità i filamenti si fondono tra loro a gruppi di due o più, fino a coinvolgere tutto l’arco branchiale. Sono osservati con frequenza anche deviazioni ed incurvamenti degli apici dei filamenti. Le branchie possono risultare anemiche associate ad emorragie, congestioni vascolari e teleangectasie. All’osservazione istologica delle sezioni branchiali si rileva intensa reazione proliferativa con iperplasia ed ipertrofia delle cellule epiteliali che arrivano ad occupare l’intero spazio interlamellare. Le cellule epiteliali sono caratterizzate da pleomorfismo nucleare (anisocariosi). Alcuni nuclei si presentano abnormemente ipertrofici con piccolo nucleolo in posizione centrale, citoplasma ridotto e pallido e contorni cellulari mal distinti o ben definibili per presenza di spongiosi. L’osservazione di figure mitotiche è comune. Nei filamenti si osservavano numerose cellule epiteliali in necrosi, talvolta sfaldate con evidente picnosi, carioressi e cariolisi. Fra le cellule dell’epitelio si rileva infiltrato flogistico con numerosi linfociti, macrofagi e cellule granulari eosinofiliche/mastociti. Strutture cellulari, riferibili ad amebe, di dimensioni comprese tra 15-25 µm dalla forma variabile, (poliedriche, rotondeggiante o allungate) sono associate alle lesioni. Le amebe sono confinate nella superficie del tessuto iperplastico o in sfaldamento, talvolta incistate nell’epitelio singolarmente o in piccoli gruppi. I parassiti vengono maggiormente evidenziati con il metodo di colorazione di Giemsa e si colorano di un blu più intenso rispetto ai tessuti circostanti. Durante massive infestazioni la superficie epiteliale è colonizzata da amebe disposte in sequenze continue. Con l’aumentare del numero di microorganismi si osservano cluster di parassiti occupare l’intero spazio tra filamenti adiacenti.Pubblicazioni consigliate
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