Esiste un’ampia letteratura in gran parte internazionale (cfr. Sheeringa, 2009; Lanius, 2012) sulle problematiche della classificazione diagnostica del Disturbo Post traumatico da Stress (PTSD) nell’infanzia e, soprattutto, nei primi tre anni di vita, data la complessità della sua definizione, dell’osservazione dei sintomi nei bambini in questa fascia di età, nonché della comprensione della portata e del significato degli eventi stressanti e/o traumatici con i quali può essere confrontato il piccolo nei primi anni. Il sistema di classificazione 0-3 per la prima infanzia (Zero-to-Three, 2005), sulla base dei criteri del DSM-IV-R (American Psychiatric Association, 2000), descrive il PTSD come un pattern di sintomi manifestati da bambini che sono stati esposti a uno o più eventi traumatici, oppure ad una condizione cronica e duratura di stress. Tuttavia, tale definizione applicata a bambini in fascia 0-3 anni necessita della considerazione dei molteplici fattori specifici e tipici dei livelli di funzionamento cognitivo, relazionale e affettivo che contribuiscano alla comprensione della sintomatologia del bambino, conducendo ad una diagnosi mirata e supportando modelli adeguati di intervento (Sheeringa, 2009). Il presente contributo costituisce una rassegna della ricerca neurobiologica e dinamica sul PTSD nella prima infanzia, evidenziando gli aspetti connessi allo sviluppo precoce, allo scopo di definire le criticità dei criteri diagnostici di tale disturbo nell’infanzia e di presentare le proposte alternative di alcuni autori nella direzione di identificare modalità di classificazione e diagnosi orientate in senso evolutivo: il PostTraumatic Stress Disorder Alternative Algoritm (PTSD-AA; Scheeringa et al., 1995) e il Developmental Trauma Disorder (DTD; van der Kolk, 2005). Infine verranno presentati gli attuali modelli di intervento sul disturbo e gli studi di verifica a breve e lungo termine.

PROBLEMI DIAGNOSTICI E RICADUTE CLINICHE DEL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS NELLA PRIMA INFANZIA.

SIMONELLI, ALESSANDRA
2013

Abstract

Esiste un’ampia letteratura in gran parte internazionale (cfr. Sheeringa, 2009; Lanius, 2012) sulle problematiche della classificazione diagnostica del Disturbo Post traumatico da Stress (PTSD) nell’infanzia e, soprattutto, nei primi tre anni di vita, data la complessità della sua definizione, dell’osservazione dei sintomi nei bambini in questa fascia di età, nonché della comprensione della portata e del significato degli eventi stressanti e/o traumatici con i quali può essere confrontato il piccolo nei primi anni. Il sistema di classificazione 0-3 per la prima infanzia (Zero-to-Three, 2005), sulla base dei criteri del DSM-IV-R (American Psychiatric Association, 2000), descrive il PTSD come un pattern di sintomi manifestati da bambini che sono stati esposti a uno o più eventi traumatici, oppure ad una condizione cronica e duratura di stress. Tuttavia, tale definizione applicata a bambini in fascia 0-3 anni necessita della considerazione dei molteplici fattori specifici e tipici dei livelli di funzionamento cognitivo, relazionale e affettivo che contribuiscano alla comprensione della sintomatologia del bambino, conducendo ad una diagnosi mirata e supportando modelli adeguati di intervento (Sheeringa, 2009). Il presente contributo costituisce una rassegna della ricerca neurobiologica e dinamica sul PTSD nella prima infanzia, evidenziando gli aspetti connessi allo sviluppo precoce, allo scopo di definire le criticità dei criteri diagnostici di tale disturbo nell’infanzia e di presentare le proposte alternative di alcuni autori nella direzione di identificare modalità di classificazione e diagnosi orientate in senso evolutivo: il PostTraumatic Stress Disorder Alternative Algoritm (PTSD-AA; Scheeringa et al., 1995) e il Developmental Trauma Disorder (DTD; van der Kolk, 2005). Infine verranno presentati gli attuali modelli di intervento sul disturbo e gli studi di verifica a breve e lungo termine.
2013
Atti XV CONGRESSO NAZIONALE DELLA SEZIONE DI PSICOLOGIA CLINICA E DINAMICA
XV CONGRESSO NAZIONALE DELLA SEZIONE DI PSICOLOGIA CLINICA E DINAMICA
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