L’anziano, considerato oltre gli stereotipi, vive il rapporto relazionale-educativo con gli altri e con se stesso sia come eteroeducazione che come autoeducazione. Pur nella difficoltà di reperire fonti storiche attendibili e significative, nel testo si mettono a fuoco alcuni temi relativi all’anziano come educando che vengono proposti anche per ulteriori approfondimenti. La formazione umana è indefinita, non ha termine e pur variando con le epoche storiche e con il susseguirsi di contesti socio-culturali e politici diversi, nell’ultima età della vita si concentra su due temi: la “cura di sé” e la riflessione sulla morte. Il primo tema riguarda il pieno raggiungimento dello sviluppo umano, inteso soprattutto come avvicinamento alla virtù attraverso la riflessione sulla vita che trova nella “cura di sé” la categoria pedagogica che diviene fine e mezzo educativo. Lo studio, ma anche l’arte e la sua fruizione, provocano “cura di sé” perché parlano della vita spirituale, sia attraverso i contenuti, sia attraverso la forma: l’esercizio della “cura di sé” passa quindi anche attraverso di essi poiché assumono un ruolo pedagogico, nel senso di qualcosa di formativo, lontano da un’idea di educazione intesa come conformazione e prescrizione. Il secondo tema riguarda l’avvicinamento all’evento più prossimo della vita, cioè la morte, anche se fin da subito si precisa che questo passaggio non è caratteristico di quest’età, ma solo più evidente. La morte infatti riguarda tutte le età della vita, nella vecchiaia è solo più prossima: questa riflessione porta ad affermare che l’educazione alla morte, come ritenevano gli antichi, dovrebbe far parte dell’educazione propria di tutte le età della vita.

L'anziano come educando. Prospettive storiche

CALLEGARI, CARLA
2016

Abstract

L’anziano, considerato oltre gli stereotipi, vive il rapporto relazionale-educativo con gli altri e con se stesso sia come eteroeducazione che come autoeducazione. Pur nella difficoltà di reperire fonti storiche attendibili e significative, nel testo si mettono a fuoco alcuni temi relativi all’anziano come educando che vengono proposti anche per ulteriori approfondimenti. La formazione umana è indefinita, non ha termine e pur variando con le epoche storiche e con il susseguirsi di contesti socio-culturali e politici diversi, nell’ultima età della vita si concentra su due temi: la “cura di sé” e la riflessione sulla morte. Il primo tema riguarda il pieno raggiungimento dello sviluppo umano, inteso soprattutto come avvicinamento alla virtù attraverso la riflessione sulla vita che trova nella “cura di sé” la categoria pedagogica che diviene fine e mezzo educativo. Lo studio, ma anche l’arte e la sua fruizione, provocano “cura di sé” perché parlano della vita spirituale, sia attraverso i contenuti, sia attraverso la forma: l’esercizio della “cura di sé” passa quindi anche attraverso di essi poiché assumono un ruolo pedagogico, nel senso di qualcosa di formativo, lontano da un’idea di educazione intesa come conformazione e prescrizione. Il secondo tema riguarda l’avvicinamento all’evento più prossimo della vita, cioè la morte, anche se fin da subito si precisa che questo passaggio non è caratteristico di quest’età, ma solo più evidente. La morte infatti riguarda tutte le età della vita, nella vecchiaia è solo più prossima: questa riflessione porta ad affermare che l’educazione alla morte, come ritenevano gli antichi, dovrebbe far parte dell’educazione propria di tutte le età della vita.
2016
In dialogo con le fragilità nascoste degli anziani
9788891743770
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