All’interno di un volume monografico della rivista “Fata Morgana” dedicato alla rappresentazione dell’amore nel cinema, il saggio esplora il tema della solitudine nell'amore, prendendo in esame alcune opere di tre noti cineasti: Carl Theodor Dreyer, Ingmar Bergman e Nuri Bilge Ceylan, quali modelli esemplari delle differenti modulazioni del motivo, pur considerando le singole e diverse componenti espressive dei film scelti (Gertrud, Luci d’inverno, Il piacere e l’amore, Il regno d’inverno). Dopo una prima ricognizione sul concetto di amore, letto attraverso un orientamento psicoanalitico di impronta lacaniana, il saggio si sofferma sulla particolare declinazione della solitudine che impregna alcune figure dell'amore nel cinema dei registi citati. L'analisi dei singoli lungometraggi mette in luce le molteplici articolazioni di tale tema a partire da una concezione dell'amore debitrice della lettura del Seminario XX, Ancora, di Jacques Lacan e delle riflessioni del filosofo Alain Badiou (Elogio dell’amore). Si è comunque scelto di orientare il lavoro sulla inedita prospettiva della solitudine, tratto meno ricorrente negli studi sull'amore nel cinema, orientando il percorso di analisi verso alcune delle direttrici funzionali al tema trattato: la presenza espressiva della messa in scena della lettera, la costruzione spaziale connotata da posizioni di isolamento dei singoli personaggi, la funzione simbolica della parola. Dal punto di vista metodologico i film sono stati studiati abbracciando un orientamento appartenente alla corrente dei Film Studies. Riflessioni di impronta psicoanalitica hanno contribuito, come segnalato, a delineare l’orizzonte teorico.
Figure della solitudine nell'amore
SALVATORE, ROSAMARIA
2015
Abstract
All’interno di un volume monografico della rivista “Fata Morgana” dedicato alla rappresentazione dell’amore nel cinema, il saggio esplora il tema della solitudine nell'amore, prendendo in esame alcune opere di tre noti cineasti: Carl Theodor Dreyer, Ingmar Bergman e Nuri Bilge Ceylan, quali modelli esemplari delle differenti modulazioni del motivo, pur considerando le singole e diverse componenti espressive dei film scelti (Gertrud, Luci d’inverno, Il piacere e l’amore, Il regno d’inverno). Dopo una prima ricognizione sul concetto di amore, letto attraverso un orientamento psicoanalitico di impronta lacaniana, il saggio si sofferma sulla particolare declinazione della solitudine che impregna alcune figure dell'amore nel cinema dei registi citati. L'analisi dei singoli lungometraggi mette in luce le molteplici articolazioni di tale tema a partire da una concezione dell'amore debitrice della lettura del Seminario XX, Ancora, di Jacques Lacan e delle riflessioni del filosofo Alain Badiou (Elogio dell’amore). Si è comunque scelto di orientare il lavoro sulla inedita prospettiva della solitudine, tratto meno ricorrente negli studi sull'amore nel cinema, orientando il percorso di analisi verso alcune delle direttrici funzionali al tema trattato: la presenza espressiva della messa in scena della lettera, la costruzione spaziale connotata da posizioni di isolamento dei singoli personaggi, la funzione simbolica della parola. Dal punto di vista metodologico i film sono stati studiati abbracciando un orientamento appartenente alla corrente dei Film Studies. Riflessioni di impronta psicoanalitica hanno contribuito, come segnalato, a delineare l’orizzonte teorico.Pubblicazioni consigliate
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