Le contingenze economiche e i piani industriali succedutisi negli anni hanno progressivamente ridotto e marginalizzato gli uffici e i corrispondenti esteri di quasi tutte le testate giornalistiche statunitensi. Si è quindi venuto a creare un sistema di approvvigionamento delle notizie concentrato sulle fonti interne e sulle grandi agenzie internazionali. Una limitazione sostanziale delle sorgenti a disposizione e una perdita di pluralismo, ancor più grave nel caso di teatri di guerra e di paesi non democratici, dove le fonti interne risultano controllate e censurate. Oltre a questo permane l’influenza non sempre virtuosa di fattori “istituzionali”. A tutt’oggi, infatti, i centri politici più importanti mantengono un forte potere di controllo e di indirizzo nella produzione di notizie e nella funzione di agenda-building. Questo articolo ipotizza che la riduzione di uffici, corrispondenti e, conseguentemente, spazio nei palinsesti; unita all’incessante attività di newsmaking della politica abbia relegato le news estere ad un ruolo da comprimario, privando il cittadino di istruzioni fondamentali per crearsi un’opinione, esprimere un giudizio e, infine, votare.
Le contingenze economiche e i piani industriali succedutisi negli anni hanno progressivamente ridotto e marginalizzato gli uffici e i corrispondenti esteri di quasi tutte le testate giornalistiche statunitensi. Si è quindi venuto a creare un sistema di approvvigionamento delle notizie concentrato sulle fonti interne e sulle grandi agenzie internazionali. Una limitazione sostanziale delle sorgenti a disposizione e una perdita di pluralismo, ancor più grave nel caso di teatri di guerra e di paesi non democratici, dove le fonti interne risultano controllate e censurate. Oltre a questo permane l’influenza non sempre virtuosa di fattori “istituzionali”. A tutt’oggi, infatti, i centri politici più importanti mantengono un forte potere di controllo e di indirizzo nella produzione di notizie e nella funzione di agenda-building. Questo articolo ipotizza che la riduzione di uffici, corrispondenti e, conseguentemente, spazio nei palinsesti; unita all’incessante attività di newsmaking della politica abbia relegato le news estere ad un ruolo da comprimario, privando il cittadino di istruzioni fondamentali per crearsi un’opinione, esprimere un giudizio e, infine, votare.
Il declino delle news estere nei media americani
MORINI, MARCO
2009
Abstract
Le contingenze economiche e i piani industriali succedutisi negli anni hanno progressivamente ridotto e marginalizzato gli uffici e i corrispondenti esteri di quasi tutte le testate giornalistiche statunitensi. Si è quindi venuto a creare un sistema di approvvigionamento delle notizie concentrato sulle fonti interne e sulle grandi agenzie internazionali. Una limitazione sostanziale delle sorgenti a disposizione e una perdita di pluralismo, ancor più grave nel caso di teatri di guerra e di paesi non democratici, dove le fonti interne risultano controllate e censurate. Oltre a questo permane l’influenza non sempre virtuosa di fattori “istituzionali”. A tutt’oggi, infatti, i centri politici più importanti mantengono un forte potere di controllo e di indirizzo nella produzione di notizie e nella funzione di agenda-building. Questo articolo ipotizza che la riduzione di uffici, corrispondenti e, conseguentemente, spazio nei palinsesti; unita all’incessante attività di newsmaking della politica abbia relegato le news estere ad un ruolo da comprimario, privando il cittadino di istruzioni fondamentali per crearsi un’opinione, esprimere un giudizio e, infine, votare.File | Dimensione | Formato | |
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