Il saggio indaga l’interrelazione attiva tra metro e sintassi nei primi undici capitoli a dominante endecasillabica della Camera da letto. Di fronte a un’isometria più allusa che concretamente realizzata, l’analisi procede secondo una doppia griglia che combina insieme i parametri dell’ictus e della pausa sintattica; a questi due criteri si aggiunge, ma in posizione subordinata, il sillabismo, distinguendo fra quattro gruppi disposti in ordine quantitativo decrescente: 10-12 sillabe, ottonari e novenari, versi lunghi, versi brevi. L’osservazione si svolge secondo la stessa sequenza, iniziando dal primo intervallo sillabico (§ 2-7), dove l’associarsi di un determinato profilo accentuale con una particolare forma di rapporto del verso con la sintassi tratteggia una serie di figure ritmiche e sintattiche; uno spazio ulteriore è riservato al fenomeno dell’inarcatura (§ 4) e a quelle combinazioni trasversali, cioè slegate da una relazione preferenziale con un dato numero di ictus per segmento (§ 7). L’analisi si estende poi agli altri gruppi, rilevando una forte continuità nella gestione della linea versale oltre il variare della misura; tanto negli ottonari e novenari (§ 8) quanto nei versi lunghi (§ 9) e brevi (§ 10) ritornano, almeno parzialmente, le stesse figure applicate al gruppo centrale, ed esse evidenziano inoltre gli stessi rapporti asimmetrici di frequenza. Le conclusioni (§ 11) mettono in luce il venir meno dei tradizionali formanti metrici nell’organizzazione testuale in favore di uno strutturarsi relazionale del discorso attraverso il ricorrere dei medesimi legami fra metro, sintassi e retorica. Questa peculiare conformazione della forma-poesia rivela infine il proprio nesso profondo con l’opzione per il discorso narrativo e con il tema temporale caro a Bertolucci.

Metro e sintassi nel «Romanzo famigliare [al modo antico]» di Bertolucci

MORBIATO, GIACOMO
2016

Abstract

Il saggio indaga l’interrelazione attiva tra metro e sintassi nei primi undici capitoli a dominante endecasillabica della Camera da letto. Di fronte a un’isometria più allusa che concretamente realizzata, l’analisi procede secondo una doppia griglia che combina insieme i parametri dell’ictus e della pausa sintattica; a questi due criteri si aggiunge, ma in posizione subordinata, il sillabismo, distinguendo fra quattro gruppi disposti in ordine quantitativo decrescente: 10-12 sillabe, ottonari e novenari, versi lunghi, versi brevi. L’osservazione si svolge secondo la stessa sequenza, iniziando dal primo intervallo sillabico (§ 2-7), dove l’associarsi di un determinato profilo accentuale con una particolare forma di rapporto del verso con la sintassi tratteggia una serie di figure ritmiche e sintattiche; uno spazio ulteriore è riservato al fenomeno dell’inarcatura (§ 4) e a quelle combinazioni trasversali, cioè slegate da una relazione preferenziale con un dato numero di ictus per segmento (§ 7). L’analisi si estende poi agli altri gruppi, rilevando una forte continuità nella gestione della linea versale oltre il variare della misura; tanto negli ottonari e novenari (§ 8) quanto nei versi lunghi (§ 9) e brevi (§ 10) ritornano, almeno parzialmente, le stesse figure applicate al gruppo centrale, ed esse evidenziano inoltre gli stessi rapporti asimmetrici di frequenza. Le conclusioni (§ 11) mettono in luce il venir meno dei tradizionali formanti metrici nell’organizzazione testuale in favore di uno strutturarsi relazionale del discorso attraverso il ricorrere dei medesimi legami fra metro, sintassi e retorica. Questa peculiare conformazione della forma-poesia rivela infine il proprio nesso profondo con l’opzione per il discorso narrativo e con il tema temporale caro a Bertolucci.
2016
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