Se, come celebra il tema convegnistico, ogni pedagogia è intrinsecamente sociale in quanto spinta ‘culturale’ tesa al cambiamento, quella interculturale risulta oggi particolarmente sollecitata da istanze urgenti e profonde. Nel variegato e complesso universo degli “stranieri” nel nostro Paese – dei loro portati e significati –, i MSNARA (Minori Stranieri Non Accompagnati Richiedenti Asilo) occupano uno spazio talmente marginale da farceli apparire quasi come nuovi “extraterrestri”. Al contrario, tale spazio deve rappresentare una frontiera oltre la quale sporgere la nostra umanità e avanzare nella teoria e nella epistemologia interculturali. Superando il silenzio e svelando la retorica confusiva che contrassegna il tema dei minori rifugiati che da soli giungono nel nostro Paese, è necessario impegnarsi per riguadagnare tale territorio e farne un “luogo laboratoriale” per la messa alla prova delle istanze e dei diritti fondamentali sui quali la nostra società deve reggersi, e dunque della capacità della pedagogia (e delle diverse agenzie educative) ad essere interprete e a portare a realizzazione tali istanze e tali diritti. Nel quadro del difficile governo nazionale del tema, la progettualità educativa individuale nel concreto dei singoli territori diviene una sfida nuova e decisiva che il sapere e la pratica pedagogica non possono permettersi di perdere.
Gli extraterrestri interrogano l'umanità. Oltre la frontiera dei MSNARA
AGOSTINETTO, LUCA
2015
Abstract
Se, come celebra il tema convegnistico, ogni pedagogia è intrinsecamente sociale in quanto spinta ‘culturale’ tesa al cambiamento, quella interculturale risulta oggi particolarmente sollecitata da istanze urgenti e profonde. Nel variegato e complesso universo degli “stranieri” nel nostro Paese – dei loro portati e significati –, i MSNARA (Minori Stranieri Non Accompagnati Richiedenti Asilo) occupano uno spazio talmente marginale da farceli apparire quasi come nuovi “extraterrestri”. Al contrario, tale spazio deve rappresentare una frontiera oltre la quale sporgere la nostra umanità e avanzare nella teoria e nella epistemologia interculturali. Superando il silenzio e svelando la retorica confusiva che contrassegna il tema dei minori rifugiati che da soli giungono nel nostro Paese, è necessario impegnarsi per riguadagnare tale territorio e farne un “luogo laboratoriale” per la messa alla prova delle istanze e dei diritti fondamentali sui quali la nostra società deve reggersi, e dunque della capacità della pedagogia (e delle diverse agenzie educative) ad essere interprete e a portare a realizzazione tali istanze e tali diritti. Nel quadro del difficile governo nazionale del tema, la progettualità educativa individuale nel concreto dei singoli territori diviene una sfida nuova e decisiva che il sapere e la pratica pedagogica non possono permettersi di perdere.Pubblicazioni consigliate
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