L'articolo analizza la rappresentazione del mutamento urbano nella prosa di Pavese e del primo Calvino, verificando come essa, nel primo autore, proceda da un'idea mutuata da un immaginario metropolitano che appare sostanzialmente cinematografico e letterario, cercando vanamente di reperirne le tracce concrete nella realtà delle città effettivamente conosciute (Torino, Genova, Roma), mentre nel secondo il percorso sia inverso: Calvino parte infatti da una rappresentazione delle città concrete (Sanremo, Milano, Torino) che conosce, procedendo ad una progressiva stilizzazione dei loro tratti, fino a dissolverli nell'immaginario.

Città immaginarie e città visibili. Il mutamento urbano in Pavese e nel primo Calvino

MOTTA, ATTILIO
2016

Abstract

L'articolo analizza la rappresentazione del mutamento urbano nella prosa di Pavese e del primo Calvino, verificando come essa, nel primo autore, proceda da un'idea mutuata da un immaginario metropolitano che appare sostanzialmente cinematografico e letterario, cercando vanamente di reperirne le tracce concrete nella realtà delle città effettivamente conosciute (Torino, Genova, Roma), mentre nel secondo il percorso sia inverso: Calvino parte infatti da una rappresentazione delle città concrete (Sanremo, Milano, Torino) che conosce, procedendo ad una progressiva stilizzazione dei loro tratti, fino a dissolverli nell'immaginario.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3186109
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