Scopo del lavoro Nel cane il mastocitoma (MCT) è il tumore cutaneo più frequente. I fattori prognostici più importanti sono grado istologico (secondo Patnaik e Kiupel) e stadio clinico, poiché predicono il comportamento biologico e dettano le strategie terapeutiche. (1) Diversi studi hanno valutato l'importanza prognostica della metastasi nodale (stadio II), contrariamente sono disponibili scarse informazioni circa i cani con metastasi distanti (stadio IV).(2-4) In letteratura soltanto 3 studi descrivono l'outcome di cani in stadio IV, concordando sui brevi tempi di sopravvivenza (34-100 giorni).(3). La scarsità di informazioni deriva dalla prognosi storicamente infausta, che spinge spesso all'eutanasia in sede di diagnosi e all'incidenza relativamente bassa dello stadio IV (circa 5% dei casi).(1) Scopo di questo studio prospettico è individuare eventuali fattori prognostici in cani con MCT cutaneo in stadio IV, valutando le variabili associate al paziente, al tumore e alla terapia. Materiali e metodi Per poter essere arruolati, i cani con MCT cutaneo dovevano soddisfare i seguenti criteri: essere sottoposti a staging completo (esami del sangue, profilo coagulativo, radiografie del torace, ecografia addominale, agoaspirato di linfonodi regionali, fegato, milza, midollo osseo), a valutazione istopatologica del tumore primitivo per ottenere informazioni circa il grado, ad esame mutazionale e ad adeguato follow-up. Ai fini statistici sono state considerate le seguenti variabili: età, sesso, peso, sito primario del MCT, numero di siti metastatici, sottostadio, grado istologico, stato mutazionale, tipo di terapia, progressione della malattia nel sito primario e nei siti metastatici. Tali variabili sono state correlate con l'intervallo libero da malattia (PFI) e la sopravvivenza. Risultati Sono stati inclusi 30 cani con MCT cutaneo in stadio IV. Le metastasi a distanza erano così distribuite: in 18 casi a livello splenico ed epatico, in 5 a livello epatico, in 3 a livello splenico, in 2 a livello splenico e midollare, in 1 a livello splenico, epatico e midollare, in 1 a livello splenico, epatico e polmonare, in 1 a livello splenico, renale e midollare, ed in 1 a livello splenico e nodale iliaco. In merito allo stato mutazionale, 19 MCT erano wild-type, 8 erano mutati su esone 8 o 11, 5 avevano mutazione silente. Undici MCT avevano grado 3P-HK, 10 avevano grado 2P-LK, 7 avevano grado 2P-HK, e 2 avevano grado 1P-LK. Ventidue cani hanno ricevuto un trattamento multimodale consistente in radioterapia e/o chirurgia locale e terapia medica (inibitori tirosin-chinasici, n=5; chemioterapia, n=6; o la loro combinazione, n=7), 6 hanno ricevuto solo terapia medica e 2 sono stati sottoposti soltanto a chirurgia per il controllo locale. Al termine dello studio, 28 cani erano morti a causa del tumore con una sopravvivenza mediana di 250 giorni (range, 12-380 giorni), e solo 2 erano vivi dopo 455 e 1007 giorni. In analisi univariata, le variabili significativamente associate a migliore PFI erano sottostadio a (p = 0,032), assenza di progressione di malattia nel sito primario (p= 0,001) e nei siti metastatici (p= 0,002). In analisi multivariata, soltanto la progressione della malattia a livello del sito primario manteneva significatività (p= 0,011). In analisi univariata, le variabili significativamente associate ad una più lunga sopravvivenza erano numero di siti metastatici < 3 (p=0,002), assenza di infiltrazione di midollo osseo (p= 0, 018), sottostadio a (p= 0,030), assenza di progressione della malattia nel sito primario (p= 0,001) e nei siti metastatici (p= 0,002). In analisi multivariata, soltanto il numero di siti metastatici manteneva significatività (p= 0,041). Conclusioni Questo studio conferma che i cani con MCT in stadio IV hanno una prognosi tendenzialmente infausta. Tuttavia, alcuni cani hanno una sopravvivenza più lunga rispetto a quanto fino ad ora riportato in letteratura. Il controllo locale del tumore sembra avere una notevole importanza nel migliorare PFI, come già precedentemente segnalato in cani con metastasi nodali.(5) Soltanto il numero di siti metastatici invece sembra correlare con una più lunga sopravvivenza, suggerendo l’importanza di una diagnosi precoce e di un tempestivo trattamento. Bibliografia (1) Stefanello D, et al. Comparison of 2- and 3-category histologic gradingsystems for predicting t he presence of metastasis at the time of initial evaluation in dogs with cutaneous mastcell tumors : 386 cases (2009-2014).JAVMA 2015; 246: 765-9. (2) Marconato L, et al. Clinicopathological features and outcome for dogs with mastcell tumors an d bone marrow involvement.JVIM 2008; 22: 1001-7. (3) Book AP, et al. Correlation of ultrasound findings, liver and spleen cytology, and prognosis in the clinical staging of high metastatic risk canine mastcell tumors.VRU. 2011; 52: 548-54. (4) Stefanello D, et al. Ultrasound-guided cytology of spleen and liver: a prognostic tool in canine cutaneous mastcell tumor.JVIM 2009; 23: 1051-7. (5) Lejeune A, et al. Aggressive local therapy combined with systemic chemotherapy provides lon g-term control in grade II stage 2 canine mastcell tumour: 21 cases (1999-2012). VCO 2015; 13:267-80.
VALUTAZIONE DEI FATTORI PROGNOSTICI IN CANI CON MASTOCITOMA CUTANEO IN IV STADIO: UNO STUDIO PROSPETTICO
DACASTO, MAURO;GIANTIN, MERY;
2016
Abstract
Scopo del lavoro Nel cane il mastocitoma (MCT) è il tumore cutaneo più frequente. I fattori prognostici più importanti sono grado istologico (secondo Patnaik e Kiupel) e stadio clinico, poiché predicono il comportamento biologico e dettano le strategie terapeutiche. (1) Diversi studi hanno valutato l'importanza prognostica della metastasi nodale (stadio II), contrariamente sono disponibili scarse informazioni circa i cani con metastasi distanti (stadio IV).(2-4) In letteratura soltanto 3 studi descrivono l'outcome di cani in stadio IV, concordando sui brevi tempi di sopravvivenza (34-100 giorni).(3). La scarsità di informazioni deriva dalla prognosi storicamente infausta, che spinge spesso all'eutanasia in sede di diagnosi e all'incidenza relativamente bassa dello stadio IV (circa 5% dei casi).(1) Scopo di questo studio prospettico è individuare eventuali fattori prognostici in cani con MCT cutaneo in stadio IV, valutando le variabili associate al paziente, al tumore e alla terapia. Materiali e metodi Per poter essere arruolati, i cani con MCT cutaneo dovevano soddisfare i seguenti criteri: essere sottoposti a staging completo (esami del sangue, profilo coagulativo, radiografie del torace, ecografia addominale, agoaspirato di linfonodi regionali, fegato, milza, midollo osseo), a valutazione istopatologica del tumore primitivo per ottenere informazioni circa il grado, ad esame mutazionale e ad adeguato follow-up. Ai fini statistici sono state considerate le seguenti variabili: età, sesso, peso, sito primario del MCT, numero di siti metastatici, sottostadio, grado istologico, stato mutazionale, tipo di terapia, progressione della malattia nel sito primario e nei siti metastatici. Tali variabili sono state correlate con l'intervallo libero da malattia (PFI) e la sopravvivenza. Risultati Sono stati inclusi 30 cani con MCT cutaneo in stadio IV. Le metastasi a distanza erano così distribuite: in 18 casi a livello splenico ed epatico, in 5 a livello epatico, in 3 a livello splenico, in 2 a livello splenico e midollare, in 1 a livello splenico, epatico e midollare, in 1 a livello splenico, epatico e polmonare, in 1 a livello splenico, renale e midollare, ed in 1 a livello splenico e nodale iliaco. In merito allo stato mutazionale, 19 MCT erano wild-type, 8 erano mutati su esone 8 o 11, 5 avevano mutazione silente. Undici MCT avevano grado 3P-HK, 10 avevano grado 2P-LK, 7 avevano grado 2P-HK, e 2 avevano grado 1P-LK. Ventidue cani hanno ricevuto un trattamento multimodale consistente in radioterapia e/o chirurgia locale e terapia medica (inibitori tirosin-chinasici, n=5; chemioterapia, n=6; o la loro combinazione, n=7), 6 hanno ricevuto solo terapia medica e 2 sono stati sottoposti soltanto a chirurgia per il controllo locale. Al termine dello studio, 28 cani erano morti a causa del tumore con una sopravvivenza mediana di 250 giorni (range, 12-380 giorni), e solo 2 erano vivi dopo 455 e 1007 giorni. In analisi univariata, le variabili significativamente associate a migliore PFI erano sottostadio a (p = 0,032), assenza di progressione di malattia nel sito primario (p= 0,001) e nei siti metastatici (p= 0,002). In analisi multivariata, soltanto la progressione della malattia a livello del sito primario manteneva significatività (p= 0,011). In analisi univariata, le variabili significativamente associate ad una più lunga sopravvivenza erano numero di siti metastatici < 3 (p=0,002), assenza di infiltrazione di midollo osseo (p= 0, 018), sottostadio a (p= 0,030), assenza di progressione della malattia nel sito primario (p= 0,001) e nei siti metastatici (p= 0,002). In analisi multivariata, soltanto il numero di siti metastatici manteneva significatività (p= 0,041). Conclusioni Questo studio conferma che i cani con MCT in stadio IV hanno una prognosi tendenzialmente infausta. Tuttavia, alcuni cani hanno una sopravvivenza più lunga rispetto a quanto fino ad ora riportato in letteratura. Il controllo locale del tumore sembra avere una notevole importanza nel migliorare PFI, come già precedentemente segnalato in cani con metastasi nodali.(5) Soltanto il numero di siti metastatici invece sembra correlare con una più lunga sopravvivenza, suggerendo l’importanza di una diagnosi precoce e di un tempestivo trattamento. Bibliografia (1) Stefanello D, et al. Comparison of 2- and 3-category histologic gradingsystems for predicting t he presence of metastasis at the time of initial evaluation in dogs with cutaneous mastcell tumors : 386 cases (2009-2014).JAVMA 2015; 246: 765-9. (2) Marconato L, et al. Clinicopathological features and outcome for dogs with mastcell tumors an d bone marrow involvement.JVIM 2008; 22: 1001-7. (3) Book AP, et al. Correlation of ultrasound findings, liver and spleen cytology, and prognosis in the clinical staging of high metastatic risk canine mastcell tumors.VRU. 2011; 52: 548-54. (4) Stefanello D, et al. Ultrasound-guided cytology of spleen and liver: a prognostic tool in canine cutaneous mastcell tumor.JVIM 2009; 23: 1051-7. (5) Lejeune A, et al. Aggressive local therapy combined with systemic chemotherapy provides lon g-term control in grade II stage 2 canine mastcell tumour: 21 cases (1999-2012). VCO 2015; 13:267-80.Pubblicazioni consigliate
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