Strab. XI 5, 2 prende spunto dalla descrizione di Korakesion in Cilicia, piazzaforte di Diodoto Trifone in rivolta contro Demetrio II, per delineare una complessa concatenazione causale alle origini dell’escalation della pirateria dei Cilici e della tratta degli schiavi da questi praticata su larga scala nei decenni fra II e I secolo a.C. a danno delle popolazioni costiere della Siria e dell’Asia minore: tale catena di aitia risale al decisivo incremento del fabbisogno di manodopera schiavile verificatosi in Italia dopo la distruzione di Cartagine e di Corinto. Strabone individua senza mezzi termini nei Romani i responsabili primi non solo del commercio schiavile imperniato sul mercato di Delo, ma pure degli effetti con cui questo concorre direttamente alla decadenza e alla rovina finale del regno seleucide. Tale visione lucidamente critica dell’affermazione di Roma nel Mediterraneo orientale si coniuga con la piena accettazione del suo ruolo in quanto potenza imperiale portatrice di ordine e civiltà, ma proprio per questo si esprime anche sotto forma di costante attenzione, da parte di Strabone, a rimarcare le mancanze e i ritardi dei Romani nell’assumersi a fondo le proprie responsabilità nel governo dell’ecumene (e specialmente delle sue periferie) e nel realizzare completamente la propria missione pacificatrice.
I Romani, Delo e il commercio degli schiavi nella visione di Strabone XIV 5, 2
Flavio Raviola
2014
Abstract
Strab. XI 5, 2 prende spunto dalla descrizione di Korakesion in Cilicia, piazzaforte di Diodoto Trifone in rivolta contro Demetrio II, per delineare una complessa concatenazione causale alle origini dell’escalation della pirateria dei Cilici e della tratta degli schiavi da questi praticata su larga scala nei decenni fra II e I secolo a.C. a danno delle popolazioni costiere della Siria e dell’Asia minore: tale catena di aitia risale al decisivo incremento del fabbisogno di manodopera schiavile verificatosi in Italia dopo la distruzione di Cartagine e di Corinto. Strabone individua senza mezzi termini nei Romani i responsabili primi non solo del commercio schiavile imperniato sul mercato di Delo, ma pure degli effetti con cui questo concorre direttamente alla decadenza e alla rovina finale del regno seleucide. Tale visione lucidamente critica dell’affermazione di Roma nel Mediterraneo orientale si coniuga con la piena accettazione del suo ruolo in quanto potenza imperiale portatrice di ordine e civiltà, ma proprio per questo si esprime anche sotto forma di costante attenzione, da parte di Strabone, a rimarcare le mancanze e i ritardi dei Romani nell’assumersi a fondo le proprie responsabilità nel governo dell’ecumene (e specialmente delle sue periferie) e nel realizzare completamente la propria missione pacificatrice.File | Dimensione | Formato | |
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