L’inserimento della soia negli avvicendamenti colturali italiani può parzialmente rispondere ad una crescente esigenza di salvaguardia dell’ambiente e di crescente domanda di prodotti nutraceutici. Negli anni 2012 e 2013 è stata svolta una sperimentazione allo scopo di individuare, per alcune varietà particolarmente interessanti per caratteristiche nutraceutiche, i protocolli di coltivazione adatti alla produzione di semente da destinare alla semina, con migliorata attitudine alla concentrazione di isoflavoni. La sperimentazione si è svolta in vaso in ambiente controllato (2012) e all’aperto (2013). Nel primo anno sono state coltivate tre varietà (Dekabig-optimize, Pacific, Sponsor) sottoposte a tre livelli di irrigazione (capacità di campo, 50% A.D., 10% A.D.). Nel 2013 i semi delle tre varietà raccolti nella sperimentazione precedente sono stati coltivati con apporti idrici naturali in quattro diversi terreni (argilloso, medio limoso, sabbioso e torboso), al fine di valutare l’effetto del trattamento agronomico del primo anno sulla seconda generazione. La concentrazione di isoflavoni nei cotiledoni è stata quantificata tramite metodica HPLC. In regime di irrigazione intermedio (50% A.D.) si è ottenuta la massima concentrazione di isoflavoni, mentre con apporti irrigui alla capacità di campo l’elevata dimensione dei semi ha avuto un effetto diluizione. L’apporto idrico in prima generazione ha avuto un effetto significativo sulle piante coltivate in seconda riproduzione. Si è potuto infatti accertare che, la coltivazione in presenza di una elevata disponibilità idrica (mantenimento alla capacità di campo) influenza positivamente il contenuto di isoflavoni in seconda generazione per tutte le varietà in sperimentazione, particolarmente nei terreni medio-limoso e argilloso. Si può quindi concludere che adeguati apporti irrigui, anche attraverso sistemi ad elevata efficienza come la manichetta forata, siano condizione necessaria per l’ottenimento di semente certificata da destinare ad una filiera soia ad uso nutraceutico. In relazione alle caratteristiche morfologiche dei semi ottenuti in terreno torboso – di elevate dimensioni e con contenuti intermedi di isoflavoni – similmente a quanto osservato nel primo anno di sperimentazione con elevati apporti irrigui, è lecito attendersi che la produzione di semente in questo tipo di terreno possa soddisfare le esigenze specifiche di questo tipo di filiera.
Effetti dell’irrigazione sulla produzione di semente di soia a destinazione nutraceutica
BARION, GIUSEPPE;VAMERALI, TEOFILO;MOSCA, GIULIANO
2015
Abstract
L’inserimento della soia negli avvicendamenti colturali italiani può parzialmente rispondere ad una crescente esigenza di salvaguardia dell’ambiente e di crescente domanda di prodotti nutraceutici. Negli anni 2012 e 2013 è stata svolta una sperimentazione allo scopo di individuare, per alcune varietà particolarmente interessanti per caratteristiche nutraceutiche, i protocolli di coltivazione adatti alla produzione di semente da destinare alla semina, con migliorata attitudine alla concentrazione di isoflavoni. La sperimentazione si è svolta in vaso in ambiente controllato (2012) e all’aperto (2013). Nel primo anno sono state coltivate tre varietà (Dekabig-optimize, Pacific, Sponsor) sottoposte a tre livelli di irrigazione (capacità di campo, 50% A.D., 10% A.D.). Nel 2013 i semi delle tre varietà raccolti nella sperimentazione precedente sono stati coltivati con apporti idrici naturali in quattro diversi terreni (argilloso, medio limoso, sabbioso e torboso), al fine di valutare l’effetto del trattamento agronomico del primo anno sulla seconda generazione. La concentrazione di isoflavoni nei cotiledoni è stata quantificata tramite metodica HPLC. In regime di irrigazione intermedio (50% A.D.) si è ottenuta la massima concentrazione di isoflavoni, mentre con apporti irrigui alla capacità di campo l’elevata dimensione dei semi ha avuto un effetto diluizione. L’apporto idrico in prima generazione ha avuto un effetto significativo sulle piante coltivate in seconda riproduzione. Si è potuto infatti accertare che, la coltivazione in presenza di una elevata disponibilità idrica (mantenimento alla capacità di campo) influenza positivamente il contenuto di isoflavoni in seconda generazione per tutte le varietà in sperimentazione, particolarmente nei terreni medio-limoso e argilloso. Si può quindi concludere che adeguati apporti irrigui, anche attraverso sistemi ad elevata efficienza come la manichetta forata, siano condizione necessaria per l’ottenimento di semente certificata da destinare ad una filiera soia ad uso nutraceutico. In relazione alle caratteristiche morfologiche dei semi ottenuti in terreno torboso – di elevate dimensioni e con contenuti intermedi di isoflavoni – similmente a quanto osservato nel primo anno di sperimentazione con elevati apporti irrigui, è lecito attendersi che la produzione di semente in questo tipo di terreno possa soddisfare le esigenze specifiche di questo tipo di filiera.Pubblicazioni consigliate
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