L’analisi delle differenze che sono presenti in un contesto precisa e caratterizza quella realtà; qualsiasi progettazione che si proponga di intervenire su di essa al fine di salvaguardarne la natura o per favorirne crescite ed evoluzioni, deve prendere atto e ‘fare i conti’ con tutti gli elementi che sono di fatto presenti e che possono avere tra loro anche elevati tassi di variabilità. Per ‘comprendere’ la realtà di un gruppo classe, per scegliere e decidere qualcosa ‘in suo favore’, è necessario preliminarmente ricorrere a procedure e strumenti in grado di farcela conoscere evitando, in tal modo, che la si confonda con altre o che ci si rivolga ad essa senza tener conto delle sue specificità. Per tutto ciò abbiamo bisogno di procedure qualitative e quantitative che siano in grado di mettere in evidenza, descrivere e precisare le ‘variabilità’ anche al fine di operare su di essa previsioni ed ipotesi di mantenimento e/o cambiamento come quando si auspica, ad esempio, la progettazione di contesti scolastici maggiormente inclusivi. Le operazioni che potrebbero essere compiute, e che in ogni caso andrebbero intenzionalmente scelte e decise sulla base degli scopi che si intendono perseguire e della natura delle variabili che di volta in volta potrebbero essere enfatizzate, sono, come si può facilmente intuire, diverse e riguardano la misurazione, l’osservazione e la valutazione. Misurare, innanzitutto, significa attribuire numeri ad eventi secondo determinate regole per ottenere descrizioni quantitative degli attributi degli stessi. Più tecnicamente Russell (1963) afferma che misurare significa stabilire una corrispondenza biunivoca fra tutte o alcune grandezze di un determinato genere e tutti o alcuni numeri. In pratica, anche se di questo spesso non siamo consapevoli, quando si desidera misurare, si procede in questo modo: “un qualsiasi sistema empirico (il calore, il peso, la lunghezza, il trascorrere del tempo, ecc.) viene trasformato in un costrutto ipotetico (cioè in un concetto astratto, non empirico, non osservabile direttamente… il peso, la lunghezza non si ‘vedono’ !!!): tale costrutto ipotetico è un ‘continuum’ suddiviso in ‘n’ parti uguali, a cui viene fatto corrispondere un sistema numerico in maniera tale che a ogni determinata parte del costrutto-continuum corrisponde una ed una sola parte del sistema numerico (cioè uno ed un solo numero) e viceversa. Ad esempio, il calore, un dato empirico di tipo qualitativo, viene trasformato nel costrutto-continuum ‘temperatura’, ovvero ‘quantità di calore’, suddiviso in ‘n’ quantità di calore uguali dette gradi e a ciascun grado si fa corrispondere un determinato numero. In definitiva, misurare significa confrontare mediante il sistema numerico due grandezze dello stesso genere, in cui una funge come termine di riferimento ed è detta unità di misura” (Pedrabissi, Soresi, & Trotta, 1988, p. 194). Ad esempio il ‘vocabolario’ posseduto da uno studente potrebbe essere ‘misurato’ contando il numero di parole che riesce a pronunciare o a scrivere correttamente, la memoria a breve termine, il numero di sillabe o parole senza senso che riesce e riconoscere dopo una fase di presentazione, la velocità di lettura considerando le parole o le righe che riesce a leggere a voce alta, in uno, due o tre minuti, e così via. Osservare, invece, significa essenzialmente limitarsi a considerare e a riferire, se ritenuto opportuno, ciò che accade in un determinato contesto e in un tempo delimitato, senza ‘sbavature’ qualitative (etiche: buono o cattivo; estetiche: bello o brutto) e quantitative. In altre parole, osservare significa descrivere ciò che le persone dicono e fanno (parla con… di, scrive di… a…, ecc.), in un certo luogo (nel cortile della scuola, in classe, nei pressi della lavagna, ecc.). Un osservatore, ad esempio, potrebbe riferire di aver visto Maria avvicinarsi al sig. Antonio e di averla sentita dire: “Per cortesia mi può aiutare a trasformare in grafici questi punteggi?”; un altro di aver visto Omar spostare una sedia ‘che ostacolava’ il percorso che Gabriele stava facendo dal banco alla cattedra. La valutazione, infine, consiste nell’attribuire ‘valore’, ‘importanza’, o significato a ciò che si è vissuto, così come a ciò che è stato misurato o osservato. Per emettere una valutazione, abbiamo bisogno di utilizzare una scala di valutazione e di associarla all’evento o agli attributi che desideriamo valutare. Nei contesti scolastici ed educativi sono rare le azioni di misurazione e, purtroppo, poco frequente è anche il ricorso all’osservazione. Le ragioni di tutto questo sono decisamente numerose e, al riguardo, non mancano sicuramente i riferimenti bibliografici ai quali poter ricorrere (Montgomery, 2014); sicuramente tra queste non possono essere sottaciute quelle che si riferiscono al fatto che si tratta di operazioni che richiedono competenze professionali che solo percorsi di aggiornamento e formazione abbastanza sofisticati e decisamente diversi da quelli usali potrebbero aver fornito e sviluppato. La valutazione invece è utilizzata con elevata frequenza e, generalmente, si ricorre ad essa senza far riferimento ai suggerimenti che al riguardo fornisce la docimologia (Melchiori & Melchiori, 2015), divenendo spesso motivo di dissapori fra le diverse figure che popolano la comunità scolastica. L’insegnamento e l’inclusione, in ogni caso, sia per consentire di procedere consapevolmente verso i traguardi auspicati, sia per poter consentire agli interessati di ‘argomentare’ l’efficacia e la validità delle proprie iniziative, richiedono misure, osservazioni, dati e valutazioni.
Dare ‘valore’ all’inclusione: procedure e strumenti di analisi e verifica
NOTA, LAURA;SANTILLI, SARA;SORESI, SALVATORE
2015
Abstract
L’analisi delle differenze che sono presenti in un contesto precisa e caratterizza quella realtà; qualsiasi progettazione che si proponga di intervenire su di essa al fine di salvaguardarne la natura o per favorirne crescite ed evoluzioni, deve prendere atto e ‘fare i conti’ con tutti gli elementi che sono di fatto presenti e che possono avere tra loro anche elevati tassi di variabilità. Per ‘comprendere’ la realtà di un gruppo classe, per scegliere e decidere qualcosa ‘in suo favore’, è necessario preliminarmente ricorrere a procedure e strumenti in grado di farcela conoscere evitando, in tal modo, che la si confonda con altre o che ci si rivolga ad essa senza tener conto delle sue specificità. Per tutto ciò abbiamo bisogno di procedure qualitative e quantitative che siano in grado di mettere in evidenza, descrivere e precisare le ‘variabilità’ anche al fine di operare su di essa previsioni ed ipotesi di mantenimento e/o cambiamento come quando si auspica, ad esempio, la progettazione di contesti scolastici maggiormente inclusivi. Le operazioni che potrebbero essere compiute, e che in ogni caso andrebbero intenzionalmente scelte e decise sulla base degli scopi che si intendono perseguire e della natura delle variabili che di volta in volta potrebbero essere enfatizzate, sono, come si può facilmente intuire, diverse e riguardano la misurazione, l’osservazione e la valutazione. Misurare, innanzitutto, significa attribuire numeri ad eventi secondo determinate regole per ottenere descrizioni quantitative degli attributi degli stessi. Più tecnicamente Russell (1963) afferma che misurare significa stabilire una corrispondenza biunivoca fra tutte o alcune grandezze di un determinato genere e tutti o alcuni numeri. In pratica, anche se di questo spesso non siamo consapevoli, quando si desidera misurare, si procede in questo modo: “un qualsiasi sistema empirico (il calore, il peso, la lunghezza, il trascorrere del tempo, ecc.) viene trasformato in un costrutto ipotetico (cioè in un concetto astratto, non empirico, non osservabile direttamente… il peso, la lunghezza non si ‘vedono’ !!!): tale costrutto ipotetico è un ‘continuum’ suddiviso in ‘n’ parti uguali, a cui viene fatto corrispondere un sistema numerico in maniera tale che a ogni determinata parte del costrutto-continuum corrisponde una ed una sola parte del sistema numerico (cioè uno ed un solo numero) e viceversa. Ad esempio, il calore, un dato empirico di tipo qualitativo, viene trasformato nel costrutto-continuum ‘temperatura’, ovvero ‘quantità di calore’, suddiviso in ‘n’ quantità di calore uguali dette gradi e a ciascun grado si fa corrispondere un determinato numero. In definitiva, misurare significa confrontare mediante il sistema numerico due grandezze dello stesso genere, in cui una funge come termine di riferimento ed è detta unità di misura” (Pedrabissi, Soresi, & Trotta, 1988, p. 194). Ad esempio il ‘vocabolario’ posseduto da uno studente potrebbe essere ‘misurato’ contando il numero di parole che riesce a pronunciare o a scrivere correttamente, la memoria a breve termine, il numero di sillabe o parole senza senso che riesce e riconoscere dopo una fase di presentazione, la velocità di lettura considerando le parole o le righe che riesce a leggere a voce alta, in uno, due o tre minuti, e così via. Osservare, invece, significa essenzialmente limitarsi a considerare e a riferire, se ritenuto opportuno, ciò che accade in un determinato contesto e in un tempo delimitato, senza ‘sbavature’ qualitative (etiche: buono o cattivo; estetiche: bello o brutto) e quantitative. In altre parole, osservare significa descrivere ciò che le persone dicono e fanno (parla con… di, scrive di… a…, ecc.), in un certo luogo (nel cortile della scuola, in classe, nei pressi della lavagna, ecc.). Un osservatore, ad esempio, potrebbe riferire di aver visto Maria avvicinarsi al sig. Antonio e di averla sentita dire: “Per cortesia mi può aiutare a trasformare in grafici questi punteggi?”; un altro di aver visto Omar spostare una sedia ‘che ostacolava’ il percorso che Gabriele stava facendo dal banco alla cattedra. La valutazione, infine, consiste nell’attribuire ‘valore’, ‘importanza’, o significato a ciò che si è vissuto, così come a ciò che è stato misurato o osservato. Per emettere una valutazione, abbiamo bisogno di utilizzare una scala di valutazione e di associarla all’evento o agli attributi che desideriamo valutare. Nei contesti scolastici ed educativi sono rare le azioni di misurazione e, purtroppo, poco frequente è anche il ricorso all’osservazione. Le ragioni di tutto questo sono decisamente numerose e, al riguardo, non mancano sicuramente i riferimenti bibliografici ai quali poter ricorrere (Montgomery, 2014); sicuramente tra queste non possono essere sottaciute quelle che si riferiscono al fatto che si tratta di operazioni che richiedono competenze professionali che solo percorsi di aggiornamento e formazione abbastanza sofisticati e decisamente diversi da quelli usali potrebbero aver fornito e sviluppato. La valutazione invece è utilizzata con elevata frequenza e, generalmente, si ricorre ad essa senza far riferimento ai suggerimenti che al riguardo fornisce la docimologia (Melchiori & Melchiori, 2015), divenendo spesso motivo di dissapori fra le diverse figure che popolano la comunità scolastica. L’insegnamento e l’inclusione, in ogni caso, sia per consentire di procedere consapevolmente verso i traguardi auspicati, sia per poter consentire agli interessati di ‘argomentare’ l’efficacia e la validità delle proprie iniziative, richiedono misure, osservazioni, dati e valutazioni.Pubblicazioni consigliate
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