Ischia ha una lunga tradizione nella produzione di vino, ma attualmente la superficie vitata è limitata a circa 300 ettari. L’uva è prodotta in vigneti localizzati prevalentemente su suoli in forte pendenza e frequentemente a quote piuttosto elevate sul livello del mare. La coltivazione dei vigneti è quindi molto gravosa e i costi di produzione risultano particolarmente elevati. Questo lavoro analizza, tecnicamente ed economicamente, la produzione di uva nell’isola di Ischia e delinea i problemi tecnici della coltivazione, valuta la sua sostenibilità economica, definisce i livelli di costo che possono essere considerati come obiettivi raggiungibili e infine propone alcune indicazioni per migliorare l’efficienza tecnica e quindi anche economica della coltivazione della vite.. Ischia, l’isola più grande del golfo di Napoli (46 km2), ha una lunga tradizione nella produzione del vino: l’origine della viticoltura nell’isola è datata prima dell’VIII secolo a.C., quando i coloni provenienti dall’Eubea fondarono la prima città chiamata Pitechusa e assegnarono poi questo nome a tutta l’isola. La presenza di contenitori per il vino nelle tombe testimonia l’importanza del prodotto a quei tempi. La produzione del vino rimane presente nei secoli successivi e diventa anche un’importante attività orientata all’esportazione a partire dal XVI secolo fino alla fine del XIX secolo. Durante il XX secolo la viticoltura e la produzione di vino continuano per decenni a essere molto importanti per l’economia dell’isola, ma negli ultimi 40 anni l’aumentato interesse per il turismo e, quindi, l’espansione dell’urbanizzazione hanno portato ad un decremento delle superfici vitate che attualmente ammontano a circa 300 ettari (D'Ambra, 2004). I vigneti sono localizzati prevalentemente su terreni in forte pendenza e frequentemente anche a quote elevate. Essi sono distribuiti su terrazze e generalmente delimitati da muretti a secco di tufo. La coltivazione dei vigneti è molto faticosa e quindi i costi di produzione sono molto elevati. Il valore di questa viticoltura eroica e storica non è tuttavia solo economico, ma anche sociale e ambientale. La sopravvivenza di questa viticoltura è però legata alla possibilità di ritrovare una sostenibilità economica; per questa ragione i più importanti produttori dell’isola stanno cercando di dare un nuovo orientamento alla loro attività: da una parte, nuovi e più efficienti sistemi di allevamento e gestione del vigneto, dall’altra, produzione di vini con più alto valore di mercato, in grado di giustificare l’utilizzo di una materia prima prodotta a costi molto elevati. Considerata quindi la rilevanza del problema dei costi nella permanenza e nello sviluppo qualitativo della vitivinicoltura di Ischia, questo lavoro si propone di analizzare, sotto il profilo tecnico ed economico, la produzione di uva nell’isola, così da delineare i principali problemi che si presentano con i nuovi sistemi di allevamento, l’efficacia delle operazioni adottate ed i livelli di costo si possono assumere come standard nella coltivazione con sistemi di allevamento moderni.

Ischia, viticoltura in pendenza estrema

POMARICI, EUGENIO;
2005

Abstract

Ischia ha una lunga tradizione nella produzione di vino, ma attualmente la superficie vitata è limitata a circa 300 ettari. L’uva è prodotta in vigneti localizzati prevalentemente su suoli in forte pendenza e frequentemente a quote piuttosto elevate sul livello del mare. La coltivazione dei vigneti è quindi molto gravosa e i costi di produzione risultano particolarmente elevati. Questo lavoro analizza, tecnicamente ed economicamente, la produzione di uva nell’isola di Ischia e delinea i problemi tecnici della coltivazione, valuta la sua sostenibilità economica, definisce i livelli di costo che possono essere considerati come obiettivi raggiungibili e infine propone alcune indicazioni per migliorare l’efficienza tecnica e quindi anche economica della coltivazione della vite.. Ischia, l’isola più grande del golfo di Napoli (46 km2), ha una lunga tradizione nella produzione del vino: l’origine della viticoltura nell’isola è datata prima dell’VIII secolo a.C., quando i coloni provenienti dall’Eubea fondarono la prima città chiamata Pitechusa e assegnarono poi questo nome a tutta l’isola. La presenza di contenitori per il vino nelle tombe testimonia l’importanza del prodotto a quei tempi. La produzione del vino rimane presente nei secoli successivi e diventa anche un’importante attività orientata all’esportazione a partire dal XVI secolo fino alla fine del XIX secolo. Durante il XX secolo la viticoltura e la produzione di vino continuano per decenni a essere molto importanti per l’economia dell’isola, ma negli ultimi 40 anni l’aumentato interesse per il turismo e, quindi, l’espansione dell’urbanizzazione hanno portato ad un decremento delle superfici vitate che attualmente ammontano a circa 300 ettari (D'Ambra, 2004). I vigneti sono localizzati prevalentemente su terreni in forte pendenza e frequentemente anche a quote elevate. Essi sono distribuiti su terrazze e generalmente delimitati da muretti a secco di tufo. La coltivazione dei vigneti è molto faticosa e quindi i costi di produzione sono molto elevati. Il valore di questa viticoltura eroica e storica non è tuttavia solo economico, ma anche sociale e ambientale. La sopravvivenza di questa viticoltura è però legata alla possibilità di ritrovare una sostenibilità economica; per questa ragione i più importanti produttori dell’isola stanno cercando di dare un nuovo orientamento alla loro attività: da una parte, nuovi e più efficienti sistemi di allevamento e gestione del vigneto, dall’altra, produzione di vini con più alto valore di mercato, in grado di giustificare l’utilizzo di una materia prima prodotta a costi molto elevati. Considerata quindi la rilevanza del problema dei costi nella permanenza e nello sviluppo qualitativo della vitivinicoltura di Ischia, questo lavoro si propone di analizzare, sotto il profilo tecnico ed economico, la produzione di uva nell’isola, così da delineare i principali problemi che si presentano con i nuovi sistemi di allevamento, l’efficacia delle operazioni adottate ed i livelli di costo si possono assumere come standard nella coltivazione con sistemi di allevamento moderni.
2005
VQ
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