L’esperienza di malattia nella vita di un individuo in età evolutiva, bambino o adolescente, irrompe nel suo quotidiano agendo come un fattore di disturbo particolarmente incisivo dato che è in grado di alterare tutti gli equilibri che caratterizzavano la vita del minore prima di ammalarsi. La malattia e, nei casi più gravi, le sue conseguenze a lungo termine, possono interrompere bruscamente o limitare in modo significativo la maturazione delle abilità psicomotorie, ma anche cognitive, affettive, emotive e quindi identitarie del soggetto: in pratica tutto lo sviluppo umano del minore viene ad essere minacciato. Da un punto di vista educativo, nei confronti di bambini e adolescenti che si trovino a vivere situazioni di questo tipo, ogni finalità di intervento dovrebbe essere orientata a favorire il mantenimento di determinati percorsi di umanizzazione della loro persona. Per garantire questo, occorre procedere educativamente orientati da obiettivi ben definiti che sappiano contrastare l’azione decostruttiva ed involutiva dell’esperienza di malattia. Il contributo intende presentare alcuni stimoli di riflessione in merito alla possibile efficacia della fiaba e del racconto di fantasia quali strategie in grado di soddisfare alcuni dei bisogni vitali più significativi del bambino e dell'adolescente malati. Tali bisogni sono identificabili in primo luogo nell’acquisizione di un adeguato sentimento di autostima ed autoefficacia che permetta loro di affrontare la situazione dolorosa che li affligge; in secondo luogo, nell'acquisizione di alcune abilità di espressione simbolica e creativa. In particolare, queste ultime, consentono al soggetto di trovare luoghi e spazi narrativi di fantasia dove esprimere la sua libertà e desiderio di significazione rispetto ad una esperienza che altrimenti resterebbe incompresa e, di conseguenza, ancora più angosciante. In questo modo il minore può di fatto accedere ad un sentimento di autostima che si genera direttamente dalla speranza appresa, concretizzata nel lieto fine cui accede l’eroe del racconto, e dall’aver trovato ascolto nell’educatore o insegnante che lo accompagna nel percorso di fabulazione.

L’esperienza di malattia nell’infanzia e nell’adolescenza: Medicina Narrativa e Storytelling quali strumenti per aiutare il minore a comprendere ed esprimere la sua esperienza vissuta e facilitare in lui una risposta di resilienza

BOBBO, NATASCIA
2015

Abstract

L’esperienza di malattia nella vita di un individuo in età evolutiva, bambino o adolescente, irrompe nel suo quotidiano agendo come un fattore di disturbo particolarmente incisivo dato che è in grado di alterare tutti gli equilibri che caratterizzavano la vita del minore prima di ammalarsi. La malattia e, nei casi più gravi, le sue conseguenze a lungo termine, possono interrompere bruscamente o limitare in modo significativo la maturazione delle abilità psicomotorie, ma anche cognitive, affettive, emotive e quindi identitarie del soggetto: in pratica tutto lo sviluppo umano del minore viene ad essere minacciato. Da un punto di vista educativo, nei confronti di bambini e adolescenti che si trovino a vivere situazioni di questo tipo, ogni finalità di intervento dovrebbe essere orientata a favorire il mantenimento di determinati percorsi di umanizzazione della loro persona. Per garantire questo, occorre procedere educativamente orientati da obiettivi ben definiti che sappiano contrastare l’azione decostruttiva ed involutiva dell’esperienza di malattia. Il contributo intende presentare alcuni stimoli di riflessione in merito alla possibile efficacia della fiaba e del racconto di fantasia quali strategie in grado di soddisfare alcuni dei bisogni vitali più significativi del bambino e dell'adolescente malati. Tali bisogni sono identificabili in primo luogo nell’acquisizione di un adeguato sentimento di autostima ed autoefficacia che permetta loro di affrontare la situazione dolorosa che li affligge; in secondo luogo, nell'acquisizione di alcune abilità di espressione simbolica e creativa. In particolare, queste ultime, consentono al soggetto di trovare luoghi e spazi narrativi di fantasia dove esprimere la sua libertà e desiderio di significazione rispetto ad una esperienza che altrimenti resterebbe incompresa e, di conseguenza, ancora più angosciante. In questo modo il minore può di fatto accedere ad un sentimento di autostima che si genera direttamente dalla speranza appresa, concretizzata nel lieto fine cui accede l’eroe del racconto, e dall’aver trovato ascolto nell’educatore o insegnante che lo accompagna nel percorso di fabulazione.
2015
Progetto "Fiabe in Pediatria". Prospettive teoriche e monitoraggio del progetto di ricerca. Vol. 1 di 2
9788867873654
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