The study of intertextual phenomena becomes particularly interesting when one can explore the intersections with reception history and the professional experiences of the protagonists of the contemporary musical scene. Starting from a close analysis of Giulio Cesare Gabussi’s Motectorum liber primus (Venice, 1586), the article takes into account the network of relationships that connected motets of the late sixteenth century, which must have been much more complex than was previously believed. The cosmopolitan musical milieu of various courts scattered around Europe no doubt facilitated exchanges between artists from different geographical areas. The motet for six voices Nativitas tua Virgo Dei Genitrix by Giulio Osculati, written at the court of Sigismund III by a composer from Lodi under the guidance of a teacher from Bologna and published in Cracow in a collection edited by a composer of Italian origins active in Poland, is an explicit act of emulatio of the model for five voices included in Gabussi’s individual collection, published in Venice in 1586, and destined for the Duomo in Milan. Yet it also shows a solid knowledge of Palestrina’s motet for four voices published for the first time in Rome in 1563 and exhibits similarities with Marenzio’s motets Nativitas gloriosae Virginis Mariae and Conceptio tua Dei genitrix Virgo, published in Rome only one year prior to Gabussi’s collection. The web of intertextual and international relationships is complex indeed. Lo studio dei fenomeni intertestuali diventa particolarmente interessante quando si possono esplorare le intersezioni con la storia della ricezione e con le esperienze professionali dei protagonisti della scena musicale contemporanea. Muovendo da un’analisi del Motectorum liber primus (Venezia, 1586) di Giulio Cesare Gabussi, l’articolo prende in considerazione la rete di relazioni che collegavano i mottetti del tardo Cinquecento, che doveva essere molto più complessa di quanto si credeva in precedenza. L’ambiente musicale cosmopolita di varie corti sparse per l’Europa dovette senza dubbio facilitare gli scambi tra artisti provenienti da diverse aree geografiche. Il mottetto a sei voci Nativitas Tua Virgo Dei Genitrix di Giulio Osculati, scritto alla corte di Sigismondo III da un compositore di Lodi sotto la guida di un maestro bolognese (Gabussi) e pubblicato a Cracovia in una raccolta curata da un compositore italiano attivo in Polonia, è un esplicito atto di emulatio del modello a cinque voci incluso nella raccolta individuale di Gabussi, pubblicata a Venezia nel 1586 e concepita per il Duomo di Milano. Eppure mostra anche una solida conoscenza del mottetto di Palestrina a quattro voci pubblicato per la prima volta a Roma nel 1563 e presenta analogie con i due mottetti di Marenzio Nativitas gloriosae Virginis Mariae e Conceptio tua Dei genitrix Virgo, pubblicati a Roma solo un anno prima della raccolta di Gabussi. La rete di relazioni intertestuali e internazionali è davvero complessa.

Gabussi’s Legacy. Intertextual phenomena involving the Liber Primus Motectorum (Venice, 1586)

TOFFETTI, MARINA
2015

Abstract

The study of intertextual phenomena becomes particularly interesting when one can explore the intersections with reception history and the professional experiences of the protagonists of the contemporary musical scene. Starting from a close analysis of Giulio Cesare Gabussi’s Motectorum liber primus (Venice, 1586), the article takes into account the network of relationships that connected motets of the late sixteenth century, which must have been much more complex than was previously believed. The cosmopolitan musical milieu of various courts scattered around Europe no doubt facilitated exchanges between artists from different geographical areas. The motet for six voices Nativitas tua Virgo Dei Genitrix by Giulio Osculati, written at the court of Sigismund III by a composer from Lodi under the guidance of a teacher from Bologna and published in Cracow in a collection edited by a composer of Italian origins active in Poland, is an explicit act of emulatio of the model for five voices included in Gabussi’s individual collection, published in Venice in 1586, and destined for the Duomo in Milan. Yet it also shows a solid knowledge of Palestrina’s motet for four voices published for the first time in Rome in 1563 and exhibits similarities with Marenzio’s motets Nativitas gloriosae Virginis Mariae and Conceptio tua Dei genitrix Virgo, published in Rome only one year prior to Gabussi’s collection. The web of intertextual and international relationships is complex indeed. Lo studio dei fenomeni intertestuali diventa particolarmente interessante quando si possono esplorare le intersezioni con la storia della ricezione e con le esperienze professionali dei protagonisti della scena musicale contemporanea. Muovendo da un’analisi del Motectorum liber primus (Venezia, 1586) di Giulio Cesare Gabussi, l’articolo prende in considerazione la rete di relazioni che collegavano i mottetti del tardo Cinquecento, che doveva essere molto più complessa di quanto si credeva in precedenza. L’ambiente musicale cosmopolita di varie corti sparse per l’Europa dovette senza dubbio facilitare gli scambi tra artisti provenienti da diverse aree geografiche. Il mottetto a sei voci Nativitas Tua Virgo Dei Genitrix di Giulio Osculati, scritto alla corte di Sigismondo III da un compositore di Lodi sotto la guida di un maestro bolognese (Gabussi) e pubblicato a Cracovia in una raccolta curata da un compositore italiano attivo in Polonia, è un esplicito atto di emulatio del modello a cinque voci incluso nella raccolta individuale di Gabussi, pubblicata a Venezia nel 1586 e concepita per il Duomo di Milano. Eppure mostra anche una solida conoscenza del mottetto di Palestrina a quattro voci pubblicato per la prima volta a Roma nel 1563 e presenta analogie con i due mottetti di Marenzio Nativitas gloriosae Virginis Mariae e Conceptio tua Dei genitrix Virgo, pubblicati a Roma solo un anno prima della raccolta di Gabussi. La rete di relazioni intertestuali e internazionali è davvero complessa.
2015
Italian Music in Central-Eastern Europe. Around Mikołaj Zieleński’s Offertoria and Communiones (1611)
9788875520571
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