Nell’ambito dell’apprendimento delle lingue, la parola «telecollaborazione» viene generalmente usata a indicare uno scambio interculturale online tra persone geograficamente lontane e con diversi background linguistici, culturali e nazionali. Organizzato all’interno di contesti istituzionali quali scuole o università, tale «scambio» si articola in task strutturati che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali, mirano a favorire lo sviluppo di abilità linguistiche nella lingua straniera (L2), nonché di ciò che Byram (1997) chiama, nel suo ormai affermato modello di riferimento, «competenza comunicativa interculturale» («Intercultural Communicative Competence», ICC). Il termine telecollaborazione, altresì chiamato Internet–mediated Intercultural Foreign Language Education (Belz, Thorne 2006) e Online Intercultural Exchange (O’Dowd 2007), sottintende una varietà di approcci dalle diverse sfumature. Questo contributo descrive i due modelli tradizionali che hanno gettato le basi per le pratiche che ritroviamo oggi sono Cultura, un progetto lanciato nel 1997 da Gilberte Fursternberg e i suoi colleghi alla Massachusettes Institute of Technology (2001; 2010), e il progetto di eTandem promosso nel 2001 da Brammerts alla Ruhr–Universität Bochum all’interno del progetto Europeo «eTandem Europa» (Kötter 2003; O'Rourke 2005). Entrambi i modelli sono indirizzati a gruppi di studenti di due istituzioni, paesi, culture e lingue diverse, ciascuno impegnato ad apprendere una lingua straniera che è lingua madre dell’altro gruppo.
Telecollaborazione: apprendere le lingue straniere in contesti autentici
GUARDA, MARTA;GUTH, SARAH PATRICIA;HELM, FRANCESCA
2014
Abstract
Nell’ambito dell’apprendimento delle lingue, la parola «telecollaborazione» viene generalmente usata a indicare uno scambio interculturale online tra persone geograficamente lontane e con diversi background linguistici, culturali e nazionali. Organizzato all’interno di contesti istituzionali quali scuole o università, tale «scambio» si articola in task strutturati che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali, mirano a favorire lo sviluppo di abilità linguistiche nella lingua straniera (L2), nonché di ciò che Byram (1997) chiama, nel suo ormai affermato modello di riferimento, «competenza comunicativa interculturale» («Intercultural Communicative Competence», ICC). Il termine telecollaborazione, altresì chiamato Internet–mediated Intercultural Foreign Language Education (Belz, Thorne 2006) e Online Intercultural Exchange (O’Dowd 2007), sottintende una varietà di approcci dalle diverse sfumature. Questo contributo descrive i due modelli tradizionali che hanno gettato le basi per le pratiche che ritroviamo oggi sono Cultura, un progetto lanciato nel 1997 da Gilberte Fursternberg e i suoi colleghi alla Massachusettes Institute of Technology (2001; 2010), e il progetto di eTandem promosso nel 2001 da Brammerts alla Ruhr–Universität Bochum all’interno del progetto Europeo «eTandem Europa» (Kötter 2003; O'Rourke 2005). Entrambi i modelli sono indirizzati a gruppi di studenti di due istituzioni, paesi, culture e lingue diverse, ciascuno impegnato ad apprendere una lingua straniera che è lingua madre dell’altro gruppo.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.